lunedì 29 Aprile 2024

Israele concede la tregua a Gaza, ma precisa: la guerra continuerà

È stato raggiunto un accordo tra Israele e Hamas per la liberazione degli ostaggi, accompagnato da un cessate il fuoco di quattro giorni che il governo dello Stato ebraico ha concesso a Gaza per permettere il rilascio dei sequestrati e a centinaia di camion che portano aiuti umanitari di entrare nel territorio. Tuttavia, il primo ministro dello Stato ebraico, Benjamin Netanyahu, ha immediatamente precisato che Israele non ha intenzione di porre fine al conflitto: «Siamo in guerra e continueremo la guerra finché non raggiungeremo tutti i nostri obiettivi», ha detto in un messaggio registrato. «Per distruggere Hamas, restituire tutti i nostri ostaggi e garantire che nessuna entità a Gaza possa minacciare Israele». L’ufficio del primo ministro ha affermato che l’accordo richiederebbe ad Hamas il rilascio di almeno 50 donne e bambini israeliani e che per ogni 10 ostaggi aggiuntivi rilasciati, la tregua potrà essere prolungata di un giorno, senza menzionare in cambio il rilascio dei prigionieri palestinesi. Da parte sua, Hamas ha reso noto in una dichiarazione che 50 donne e bambini israeliani sarebbero stati rilasciati in cambio di 150 donne e bambini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Ha anche affermato che centinaia di camion che trasportano aiuti umanitari, medicine e carburante saranno autorizzati a entrare nell’enclave.

L’accordo è stato raggiunto in seguito a colloqui mediati dal Qatar che sono durati fino alle prime ore di mercoledì mattina e hanno coinvolto anche l’Egitto e gli Stati Uniti. Doha in un comunicato ha annunciato il successo degli sforzi di mediazione: “L’inizio della pausa sarà annunciato entro le prossime 24 ore e durerà quattro giorni, salvo proroga”, si legge nella nota. Ha inoltre aggiunto che gli aiuti umanitari sarebbero arrivati a Gaza e che il “numero delle persone rilasciate sarà aumentato nelle fasi successive dell’attuazione dell’accordo”, senza fornire ulteriori dettagli. I primi ostaggi dovrebbero essere rilasciati giovedì. Il 7 ottobre Hamas aveva catturato circa 240 persone e durante le scorse settimane ne aveva rilasciate solo quattro. Si tratta della prima tregua di una guerra in cui Israele ha raso al suolo vaste aree di Gaza, uccidendo, secondo il ministero della Sanità palestinese, più di 14.000 persone. Il Qatar ha detto di sperare che l’accordo “sia il seme di un accordo più grande e di un cessate il fuoco permanente. Questa è la nostra intenzione”, hanno fatto sapere funzionari di Doha. Tuttavia, un ex funzionario dell’amministrazione Biden ha rivelato a Politico che non c’è la sensazione che la pausa si possa trasformare in un cessate il fuoco più lungo. Secondo gli esperti, è improbabile che Israele riduca le sue operazioni militari a Gaza una volta terminata la pausa temporanea. Inoltre, c’è preoccupazione per l’apparente mancanza di un piano per l’amministrazione di Gaza una volta cessati i combattimenti.

Biden si è dichiarato soddisfatto dell’accordo e ha ringraziato l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, e il presidente egiziano, Abdel Fattah el-Sisi, per la loro «leadership e partnership critica», ma il presidente americano non sembra intenzionato a fare pressioni per chiedere una tregua più duratura, sebbene ciò gli stia facendo perdere consenso da parte degli elettori più giovani in vista delle presidenziali del 2024. Secondo alcune fonti, i progressisti sfrutteranno il momento per spingere Biden a sostenere pause più lunghe nei combattimenti, ma è difficile che ciò possa influenzare le decisioni del governo Netanyahu. «Non c’è alcuna indicazione da parte israeliana sul fatto che questo cambi effettivamente ciò che devono fare sul piano militare», ha affermato Ivo Daalder, presidente del Chicago Council on Global Affairs e vicino ad alti funzionari del governo, il quale ha aggiunto che la Casa Bianca rimane «profondamente preoccupata» per la strategia a lungo termine di Israele e per come potrebbe essere la prossima fase della guerra.

[di Giorgia Audiello]

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1 commento

  1. Talmente la Casa Bianca è preoccupata per la strategia a lungo termine di Israele, che ha mandato a morire cinque tra i suoi migliori piloti per bombardare alcuni confini di Israele.
    Da quando è stato ucciso il presidente Rabin si può costituire un parallelo, per la sua allora apertura a Arafat, e J. F. Kennedy, per la sua apertura a Nikita Khrushchev.
    Per gli USA, la pace è una condizione pericolosa che bisogna a tutti i costi evitare. Lo scriveva già nel 1870, l’americano Albert Pike che prescrisse allora le indispensabili tre guerre mondiali per realizzare il Nuovo Ordine Mondiale con la creazione di un Governo unipolare. Prescrizioni che i poteri occulti USA hanno eseguito alla lettera per popoli, località, formazioni politiche e società etniche coinvolte.
    Peccato che i megalomani occidentali non abbiano pensato ad una possibile creazione del fronte dei BRICs…

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