sabato 27 Aprile 2024

Un nuovo studio ha ribaltato la teoria sull’origine di Stonhenge

Il sito neolitico Stonehenge che si erge in Inghilterra da circa 5.000 anni non ha ancora smesso di sorprenderci. Un nuovo studio ha trovato prove che dimostrano che uno dei monoliti più importanti, chiamato Pietra dell’Altare, proviene probabilmente da una regione della Gran Bretagna completamente differente da quella proposta 100 anni fa. Il tutto grazie a sofisticate tecniche di analisi che hanno rivelato una composizione diversa dalle altre e una concentrazione molto più elevata di bario. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Archeological Science, rivista mensile di articoli sottoposti a revisione paritaria che tratta lo sviluppo e l’applicazione di tecniche scientifiche a tutte le aree dell’archeologia. Gli autori hanno scritto che «è tempo di ampliare i nostri orizzonti, sia geograficamente che stratigraficamente», dichiarando così ufficialmente aperta una “caccia al tesoro” tra geologi per scoprire il luogo esatto da cui proviene la Pietra.

La pietra dell’altare di Stonehenge, vista in primo piano a sinistra

La Pietra dell’Altare, nota anche come Pietra 80, è lunga quasi cinque metri e giace in posizione reclinata sul terreno, facendola così sembrare un altare. È la più grande delle “pietre blu”, ovvero le rocce ignee più piccole di tonalità grigio-bluastra utilizzate per creare la forma interna a ferro di cavallo e l’anello esterno del monumento. È da circa 100 anni che i ricercatori ipotizzano che la Pietra dell’Altare provenga dal bacino dell’Old Red Sandstone nel Galles occidentale, la stessa fonte delle altre pietre blu di Stonehenge che si è formata 400 milioni di anni fa quando le attuali Europa e Nord America si sono scontrate. Il geologo Herbert Henry Thomas, suggerì infatti nel 1923 che le pietre fossero state trasportate fino al sito di Stonehenge dall’area di Mynydd Preseli, che si trova in Galles a 140 miglia di distanza. Tuttavia, questa teoria risulta probabilmente infondata per la Pietra dell’Altare: un nuovo studio realizzato da un team di scienziati guidato da Richard Bevins – geologo dell’Università di Aberystwyth in Galles – ha infatti recentemente messo in dubbio la provenienza di tale pietra.

I ricercatori, utilizzando sofisticate tecniche analitiche – quali la microscopia elettronica a scansione automatizzata, la determinazione dell’età dello zircone U-Pb, la radiografia portatile preliminare e l’analisi di fluorescenza – hanno mostrato che la Pietra dell’Altare ha una composizione differente rispetto alle altre pietre blu e si distingue per una concentrazione molto più elevata di bario. Secondo i ricercatori, l’origine potrebbe essere da ricercare nell’antica arenaria rossa della Midland Valley o nei bacini delle Orcadi in Scozia, oppure da depositi nel nord dell’Inghilterra che risalgono a circa 250 milioni di anni fa. Bevins ha dichiarato: «Potrebbe darsi che la Pietra dell’Altare sia arrivata più tardi e, in tal caso, potrebbe essere stata portata da un’altra zona rispetto al Galles e forse anche da persone diverse. Questo pensiero è stato una sorta di punto di svolta e ci ha portato a “separare” la Pietra dell’Altare dalle pietre blu del Galles e ha portato al nostro approccio di ampliamento degli orizzonti. I siti di interesse sono descritti nel documento, principalmente l’Inghilterra settentrionale e la Scozia, ma dobbiamo sviluppare il nostro programma di ricerca sul campo in quelle aree. Ci concentreremo su quelle aree con attività neolitica nota, guidati dai nostri colleghi archeologi». È iniziata così una vera e propria caccia al tesoro geologica e, se Bevins e i suoi colleghi dovessero avere ragione, potrebbero essere rivelate nuove informazioni sulla vita delle persone che costruirono una delle strutture più famose al mondo. «Potrebbe avere implicazioni significative per il movimento e le interazioni delle persone nel Neolitico», ha concluso Bevins.

[di Roberto Demaio]

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