giovedì 2 Maggio 2024

Caro affitti, prosegue la protesta a Milano: studenti in presidio davanti al Comune

Non si ferma la protesta delle “Tende in piazza”, nonostante l’immobilità delle istituzioni che, in questi mesi, non sono riuscite a trovare una soluzione al grave problema del caro affitti per gli studenti di Milano, ma hanno invece optato per dare una risposta repressiva. Martedì mattina, infatti, le forze dell’ordine hanno sgomberato senza preavviso e con «modalità eccessivamente aggressive» (secondo i presenti) gli studenti che occupavano la sede dell’ex cinema Splendor, identificando 11 di loro e denunciandoli per occupazione. In tutta risposta, i giovani si sono accampati con le tende davanti a Palazzo Marino, dove ha sede il Comune di Milano. L’obiettivo è quello di “inchiodare le istituzioni alle loro gravi responsabilità sulla mancanza di risposte di fronte all’emergenza abitativa e al caro affitti che affligge il mondo studentesco”.

La protesta rinominata delle “Tende in piazza” va avanti dallo scorso maggio, con il preciso obiettivo di denunciare quello che sta ormai diventando un ostacolo al diritto allo studio: i costi proibitivi degli affitti per gli studenti a Milano. L’iniziativa si è rapidamente allargata ad altre città, tra le quali Roma, Torino e Firenze. Le istituzioni, dal canto loro, sono state del tutto incapaci di dare una risposta adeguata al problema. Il costo degli affitti nel capoluogo lombardo, infatti, è in costante aumento e non accenna a rallentare (ad agosto 2023, il costo medio al metro quadro per gli affitti era di 22,2 euro), confermandone a settembre 2023 il primato come città più cara d’Italia per quanto riguarda gli affitti. Di conseguenza, la stragrande maggioranza degli studenti fuori sede fatica a trovare una sistemazione per potersi dedicare agli studi.

“La falsa narrazione della metropoli sfavillante ricca di opportunità ha lasciato spazio alla triste concretezza di una città schiacciata dal precariato e dalla povertà, in cui vivere dignitosamente è sempre più difficile” scrivono gli studenti in una nota, dopo l’assemblea nazionale che si è svolta il 16 e il 17 settembre nella sede dell’ex cinema Splendor di Milano, abbandonato dal 2007 ed occupato proprio in quei giorni dagli studenti. “In questi mesi il Governo (nazionale e regionale) e il Comune di Milano non hanno mostrato alcun interesse concreto per i nostri bisogni, ci hanno bombardato solo di falsi e roboanti annunci sui giornali o di iniziative di facciata. Come il tavolo fallimentare sul ‘Canone Concordato’ a cui l’assessore alla casa Maran teneva tanto presenziassimo, ma che ha portato risultati ben lontani dalle nostre richieste, oppure il rinvio governativo alla terza rata del PNRR dei fondi per gli studentati pubblici”.

Un’iniziativa concreta il Comune di Milano la presa: martedì scorso, alle prime ore del mattino, all’ex Splendor si è presentata la Digos in assetto da sgombero. Gli studenti presenti all’interno dello spazio sono stati identificati e fatti uscire dall’edificio. “Quest’ennesima repressione non ci fermerà, continueremo la nostra lotta e la nostra mobilitazione contro il caroaffitti e per un’alternativa a questo modello di città” hanno riferito i giovani, organizzando in tutta risposta un presidio davanti a Palazzo Marino, dove ha sede il Comune. Qui riprende, da oggi, la protesta, al fine di “inchiodare le istituzioni alle loro gravi responsabilità sulla mancanza di risposte”.

[di Valeria Casolaro]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

1 commento

  1. I futuri RDC protestano per avere la comodità degli alloggi sotto l’università. Di certo non diventeranno mai come i milioni di pendolari che si svegliano alle 5 e si fanno una/due ore di auto/treno/bus solo per arrivare a lavoro e iniziare la giornata lavorativa.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria

Grazie per aver già letto

10 dei nostri articoli questo mese.

Chiudendo questo pop up potrai continuare la lettura.
Sappi però che abbiamo bisogno di te,
per continuare a fare un giornalismo libero e imparziale.

Clicca qui e  scopri i nostri piani di abbonamento e supporta
Un’informazione – finalmente – senza padroni.

ABBONATI / SOSTIENI