Carabinieri, Polizia locale e di Stato hanno realizzato una vasta operazione di sgombero a Cala Grande, nota come Valle della Luna, nel nord della Sardegna. Qui risiedeva stabilmente, nelle grotte caratteristiche del luogo o nelle tende, una comunità hippy insediatasi a metà anni Sessanta. Ben presto la sua presenza ha generato divisioni nella popolazione locale, dividendola in sostenitori e avversori, i quali si sono resi protagonisti negli anni di diverse spedizioni punitive nei confronti del gruppo hippy, che al momento dello sgombero contava circa trenta membri. L’obiettivo dichiarato dell’operazione era il contrasto dei reati in materia di sostanze stupefacenti nonché in ambito ambientale, come la costruzione di manufatti abusivi che hanno modificato le condizioni originarie del luogo, su cui pende il divieto di campeggio: motivazioni che hanno il sapore del pretesto per lo sgombero, che va a colpire un’area sulla quale vi sono da tempo appetiti economici e speculativi. Secondo le prime indiscrezioni, l’area dovrebbe essere gestita per i prossimi cinque anni da una cooperativa locale.
Il blitz delle forze dell’ordine, avvenuto senza particolari resistenze, ha dato attuazione all’ordinanza di sgombero firmata dalla sindaca di Santa Teresa di Gallura, Nadia Matta, che ha contestualmente disposto “i lavori di ripristino dell’area“. Nell’atto si legge che la presenza della comunità hippy nell’area naturalistica Cala Grande “ferisce il paesaggio”, citando il contrasto tra le grotte naturali e i manufatti abusivi, come capanne in legno e lamiera. Ai residenti è stata poi attribuita la colpa dei rifiuti sia localizzati che disseminati all’interno della vegetazione. «Non è stata una decisione a cuor leggero – ha dichiarato la prima cittadina all’Ansa – e ho pensato a lungo a chi dimorava a Cala Grande per scelta o perché la vita non ha donato altro, ma ho dovuto far prevalere il senso di responsabilità e la fermezza per garantire il rispetto dell’ambiente e della sicurezza». Una decisione forse influenzata dalla notorietà che ha assunto l’esperienza comunitaria di Valle della Luna negli ultimi mesi. Esperienza difesa da diversi cittadini che sui social hanno smentito il quadro delineato dalla sindaca Nadia Matta.
Secondo indiscrezioni rilanciate da alcuni giornali locali, lo sgombero sarebbe volto anche a creare le condizioni per la gestione dell’area da parte di operatori economici. La Valle della Luna rientra nei territori privati sottoposti a tutela (zona SIC) compresi all’interno dell’area marina protetta di Capo Testa-Punta Falcone. A gestire la zona dopo lo sgombero dovrebbe essere una cooperativa locale, fornendo per i prossimi cinque anni non meglio specificati “servizi di fruizione dell’area”, per la quale verrà istituito un biglietto di ingresso.
[di Salvatore Toscano]
Staremo a vedere. Dubito però che una trentina di hippies, immagino attempati, riescano a deturpare il meraviglioso paesaggio costiero sardo tanto quanto non possa fare la giunta Solinas con l’attacco alla legge Soru sulla tutela dei litorali.
Lo so io dove farei una bella operazione di sgombero, altro che in Valle della Luna. Affaristi di ‘sto melo