giovedì 10 Ottobre 2024

La corsa delle multinazionali ai nuovi OGM: 139 brevetti presentati in Europa

Mentre la Commissione Ue è in procinto di presentare una proposta di deregolamentazione dei nuovi Ogm, le principali multinazionali del settore sono nel pieno della battaglia per guadagnare posizioni in quello che si annuncia un potenziale settore di profitto di grande rilevanza. Le principali del settore – ovvero Monsanto-Bayer, Basf, Syngenta e Corteva – hanno già presentato addirittura 139 richieste di brevetto. È ciò che emerge dal nuovo report del Centro Internazionale Crocevia, ONG che da più di trent’anni supporta i movimenti contadini in tutto il mondo. Il dossier svela il numero e i beneficiari dei brevetti industriali depositati in Ue sulle New Genomic Techniques (NGT). Tra questi, appunto, le quattro più grandi imprese agrochimiche e sementiere del mondo hanno richiesto i brevetti su applicazioni delle nuove biotecnologie per l’editing genomico sulle piante, per acquisire la proprietà esclusiva di varietà vegetali geneticamente modificate per vent’anni e rivenderle agli agricoltori.

Le quattro più grandi imprese agrochimiche e sementiere del mondo, Corteva, Bayer-Monsanto, BASF e Syngenta, sono pronte a sfruttare l’imminente deregolazione europea dei nuovi OGM. Mentre è attesa per la proposta della Commissione Ue di esentare le nuove biotecnologie (NGT) dalle regole su etichettatura, tracciabilità e valutazione del rischio previste dalla direttiva sugli OGM, le quattro multinazionali hanno già richiesto 139 brevetti su applicazioni delle nuove biotecnologie per l’editing genomico sulle piante. L’obiettivo è acquisire la proprietà esclusiva di varietà vegetali geneticamente modificate per vent’anni e rivenderle agli agricoltori. Bayer-Monsanto, Corteva, BASF e Syngenta controllano già il 62% del mercato globale delle sementi e il 51% di quello dei pesticidi. Ma tramite i brevetti sulle NGT questa quota potrebbe crescere ancora. La ONG Centro Internazionale Crocevia nel rapporto “Vita Privata – Come i brevetti sui nuovi Ogm minacciano la biodiversità e i diritti degli agricoltori” ha denunciato che la manovra renderebbe gli agricoltori sempre più dipendenti da un piccolo gruppo di aziende.

Ad allertare gli ambientalisti e una parte del mondo dell’agricoltura è il fatto che la Commissione Europea intende proporre una regolamentazione separata per i prodotti delle NGT. Gli obblighi di valutazione del rischio, tracciabilità ed etichettatura che oggi sono sottoposti per legge non sarebbero quindi inclusi. Stefano Mori, coordinatore del Centro Internazionale Crocevia, ha dichiarato: «Imboccare questa strada rappresenta un pericolo per gli agricoltori e le sementi contadine, oltre che per l’ambiente e i consumatori. Coperte da brevetto industriale, le NGT e i prodotti che ne derivano potrebbero accelerare la già preoccupante concentrazione del mercato sementiero e contaminare campi non coltivati con varietà biotech, realizzando una vera e propria appropriazione indebita della biodiversità contadina e minando alla base la sopravvivenza dell’agricoltura biologica». Sdoganare le NGT innescherebbe inoltre una transizione verso il modello americano, basato sul brevetto industriale e ancora più restrittivo perché accessibile solo con il consenso dell’inventore. In totale sono 970 le domande depositate all’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) sulle NGT, di cui 510 già approvate e 460 in attesa di approvazione. Basf ha già richiesto 18 brevetti all’EPO, Bayer-Monsanto 34, Corteva 81 e Syngenta 6.

Per organizzare la distribuzione europea di piante, sementi e tratti NGT brevettati, i 4 colossi hanno creato nel marzo 2023 l’Agricultural Crop Licensing Platform (ACLP), una piattaforma di licenza che permetterà di gestire l’offerta di processi e prodotti NGT in regime di oligopolio. In base a questo sistema, l’accesso di terzi ai tratti protetti da brevetto e alle tecnologie di creazione varietale può essere definito dai membri della piattaforma in base al diritto privato. In pratica, sarebbe nato uno “sportello unico” parallelo a quello pubblico e non trasparente. Agricoltori e selezionatori dovranno pagare una quota per accedere alle varietà e ai tratti posseduti dai membri della piattaforma.

Nel frattempo, mentre in Italia era consentita solo la sperimentazione in vitro, a giugno le commissioni congiunte Agricoltura e Ambiente del Senato hanno approvato un emendamento al decreto legge Siccità che autorizza anche la sperimentazione in campo. Secondo la Coalizione Italia libera da OGM, l’emendamento sarebbe stato autorizzato “ignorando la sentenza con cui, nel 2018, la Corte di giustizia Ue ha stabilito che gli NGT sono organismi geneticamente modificati e devono essere regolamentati come tali”. Per Crocevia è fondamentale prendere misure immediate finché siamo in tempo. “Questo comporta, a livello italiano, bloccare la deregolamentazione della sperimentazione in pieno campo, mentre a livello europeo significa mantenere per le NGT l’obbligo di valutazione del rischio, tracciabilità ed etichettatura”.

[di Roberto Demaio]

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