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Dopo la pandemia è crollata la fiducia nei vaccini per bambini

La fiducia nei vaccini per i bambini è calata negli ultimi anni: è quanto sottolineato [1] dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) in virtù di un suo recente rapporto [2] sulle vaccinazioni nei più piccoli, da cui è emerso che tale tendenza si è verificata precisamente durante la pandemia da Covid-19. Tra i Paesi esaminati, a mettere in dubbio in maniera maggiore la vaccinazione dei bambini sono stati il Senegal, il Giappone, il Ghana, la Corea del Sud e la Papua Nuova Guinea, dove “la percezione dell’importanza dei vaccini per i bambini è diminuita di oltre un terzo” dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Casi degni di nota che inevitabilmente catturano l’attenzione, ma che in fin dei conti rappresentano solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che interessa la maggior parte dei 55 Paesi analizzati. Solo in Cina, India e Messico, infatti, i dati indicano una percezione “rimasta inalterata o addirittura migliorata”, mentre in tutti i restanti 52 Paesi la fiducia nei vaccini per i bambini è calata. Tra questi troviamo la Croazia ed il Sudafrica, dove la fiducia è diminuita di oltre il 29%, ma anche l’Italia, dove si è verificato un calo del 6,8%.

Insomma, l’inizio della pandemia è in generale coinciso con una diminuzione della fiducia nei vaccini per i più piccoli, ed il fenomeno è risultato presente soprattutto negli under35 e nelle donne, rispettivamente più sfiduciati rispetto agli ultra sessantenni ed agli uomini. Dati senza dubbio rilevanti, soprattutto se si considera che – a detta dell’UNICEF – sono sinonimo di un “allarmante declino nella fiducia” che “arriva in un momento in cui assistiamo al più grande arretramento prolungato della vaccinazione dei bambini da trent’anni a questa parte”. Ad alimentarlo? Sempre la pandemia, che “ha interrotto le vaccinazioni dei bambini quasi ovunque, soprattutto a causa delle pressioni sui sistemi sanitari, del dirottamento delle risorse per le vaccinazioni verso quelle anti-Covid, della carenza di operatori sanitari e delle misure relative alla permanenza a casa”. Il rapporto, nello specifico, rivela che “tra il 2019 e il 2021 un totale di 67 milioni di bambini non hanno ricevuto le vaccinazioni, con livelli di copertura vaccinale in calo in 112 Paesi”. Un dettaglio notevole, andandosi ad aggiungere a quello delle disuguaglianze “acuite” dalla pandemia. “Per fin troppi bambini, soprattutto nelle comunità più ai margini, la vaccinazione non è ancora disponibile o accessibile” – ricorda infatti l’UNICEF – facendo luce su un aspetto utile a comprendere le conseguenze della pandemia, o meglio del modo in cui essa è stata gestita.

Proprio su quest’ultimo punto, inoltre, non si può non porre la lente di ingrandimento, cosa che l’UNICEF sembra fare solo in parte. Tra le possibili cause della crescente sfiducia, infatti, l’UNICEF annovera “l’incertezza sulla risposta alla pandemia” ed il “crescente accesso a informazioni fuorvianti”, senza però specificare da dove esse siano arrivate. A differenza di quanto comunemente si è portati a pensare, infatti, a diffondere informazioni fuorvianti se non false sono spesso state le stesse istituzioni, che potrebbero così aver contribuito in maniera importante all’esitazione nei confronti dei vaccini. Durante la pandemia, ad esempio, gli esponenti istituzionali italiani [3] hanno sostanzialmente inculcato nei cittadini un presunto dovere civico a vaccinarsi per non far ammalare le altre persone nonostante – come successivamente ammesso [4] dalla stessa Pfizer – i vaccini non fossero stati testati sulla trasmissione prima di immetterli sul mercato. Trattasi, però, solo di un piccolo esempio del modo in cui le istituzioni potrebbero aver incrementato un clima di incertezza nei confronti dei vaccini e della scienza, essendo numerose le presunte verità [5] della narrazione pandemica rivelatesi false col passare del tempo. Se a ciò infatti si aggiunge una controversa campagna vaccinale anti-Covid, che in Italia ha portato la Procura di Genova ad interrogare [6] alcuni membri del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) in merito agli open day vaccinali, non si può non ipotizzare che il calo di fiducia nei vaccini per i bambini potrebbe essere anche una conseguenza dell’atteggiamento dei governanti nonché degli enti sanitari, che non di rado si sono resi protagonisti di vicende [7] alquanto bizzarre.

Il problema della sfiducia, dunque, potrebbe avere molteplici cause, tra cui anche l’atteggiamento istituzionale. Certo, come precisato dall’UNICEF “nonostante la flessione, il sostegno complessivo ai vaccini rimane relativamente forte” e saranno necessari ulteriori dati ed analisi per “determinare se i risultati sono indicativi di una tendenza a lungo termine”. Tuttavia, al momento l’incremento della sfiducia sembra rappresentare un dato di fatto, e per risolverlo potrebbe essere necessario non solo un “rafforzamento dell’assistenza sanitaria di base” – come sottolineato dall’UNICEF – ma anche un cambio di paradigma nel modus operandi istituzionale, rivelatosi pieno di punti critici durante l’emergenza sanitaria.

[di Raffaele De Luca]