venerdì 19 Aprile 2024

Sfruttamento, frode e mazzette: l’azienda BRT nel mirino dei giudici

BRT (ex Bartolini) e Geodis, due aziende leader nelle spedizioni internazionali e nei servizi di logistica, sono finite nei guai. La procura di Milano, tramite un’inchiesta condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, ha disposto per entrambe l’amministrazione giudiziaria per un anno con l’accusa di caporalato e truffa fiscale realizzata attraverso l’impiego di manodopera priva di tutele fornita da cooperative in subappalto.

Dalle indagini risulta che le due società abbiano per anni risparmiato denaro a discapito dei lavoratori – per la maggior parte stranieri e in difficoltà economiche – e della loro salute, sottopagandoli e obbligandoli a turni infiniti e serrati. Tant’è che, come hanno scritto i Giudici dopo aver sentito alcuni dipendenti del colosso, «in caso di infortuni sul lavoro BRT evitava di chiamare l’ambulanza e l’infortunato veniva portato in ospedale da una persona di fiducia». Questo perché, si è scoperto, la società trafficava con circa 3mila cooperative per spostare a piacimento migliaia di autisti senza tutele assistenziali e previdenziali – permettendo a BRT di evadere il fisco. Significa niente tredicesima, nessun giorno di ferie pagato, niente corsi di formazione o diritti a visite mediche, e retribuzioni spesso a ‘cottimo’.

Tutti dettagli emersi da un’indagine partita in realtà per far luce su un’ipotetica frode fiscale «caratterizzata dall’utilizzo di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di contratti di appalto che simulavano una somministrazione di manodopera violando così la normativa di settore», ma che invece ha scoperchiato il vaso di pandora dello sfruttamento. Un sistema che, in totale, avrebbe portato nelle tasche di BRT circa 100 milioni di euro, «tutto a detrimento dei lavoratori e dell’Erario». Cifra comprensibilmente alta se si tiene conto che, secondo la testimonianza di un sindacalista, «ci sono corrieri che lavorano da più di vent’anni presso le filiali, seppure questa circostanza non sia mai stata certificata».

Motivi per cui, alla fine, il Tribunale di Milano «stante la gravità e il perdurare delle situazioni accertate, le imponenti dimensioni aziendali in termini di fatturato e lavoratori impiegati ha ritenuto necessario l’intervento dell’autorità giudiziaria – che per un anno affiancherà il consiglio di amministrazione – per consentire un controllo sugli organi gestori delle due multinazionali», sequestrando complessivamente 120 milioni di euro.

Per di più, secondo la procura, l’amministratore delegato Costantino Dalmazio Manti avrebbe anche ricevuto tangenti per un milione di euro in cambio degli appalti alle cooperative. Accordi che Dalmazio ha ammesso di aver sottoscritto tra il 2016 e il 2022.

Oltre a BRT, anche per Geodis – già colpita in passato da un sequestro di 37 milioni di euro – è prevista l’amministrazione giudiziaria, con il preciso scopo di evitare che l’azienda continui ad agevolare il reato di riciclaggio di cui è accusata una delle cooperative di riferimento per l’azienda.

[di Gloria Ferrari]

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1 commento

  1. Sono lieto di apprendere che finalmente fuoriesca una punta dell’iceberg dello sfruttamento dei corrieri dalla consegna delle pizze in bicicletta a tutte le ditte di corrieri rapidi.
    Chiunque aveva criticato la consegna Amazon è stato licenziato, dopo che Amazon ha imposto il numero di consegne minime quotidiane/settimanali (esempio seguito da tutte le altre società), i corrieri ai quali offrivo una mancia in passato ormai preferiscono rinunciare e lasciare il pacco nell’ascensore per fare più in fretta.
    Ecco a cosa porta la politica del lavoro dei governi europei (inesistente), coordinati dall’UE.
    Mi auguro che i giovani si sveglino e riguadagnino dignità, anche perché questa politica dello sfruttamento è destinato ad allargarsi ormai in tutti i settori con la recessione che si è aperta.

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