I 15 Paesi – incluse Italia e Francia – che avevano sottoscritto a settembre una lettera a favore di un tetto al prezzo del gas, hanno avuto una breve riunione prima del Consiglio Affari Energia previsto oggi e hanno concordato una posizione unitaria: quella di non aderire alla proposta della Commissione. Quest’ultima prevedrebbe un price cap «di ultima istanza» attivabile solo di fronte a prezzi del gas «straordinariamente elevati» eccedenti i 275 euro per due settimane consecutive. Proposta che il ministro dell’Ambiente polacco, Anna Moskwa, ha definito “uno scherzo” prima di entrare alla riunione. Ma le riserve giungono anche dai cosiddetti Paesi scettici sul tetto, che tornano ad evidenziare la loro preoccupazione per la sicurezza delle forniture. Più soddisfatta, invece, la Germania che si dice pronta a trattare. Alla riunione non era atteso nessun accordo sul piano ma l‘intesa appare più in salita del previsto ed è escluso che si trovi un accordo nella giornata di oggi.
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