E’ rimasta bassa l’affluenza alle urne per le (s)elezioni del Consiglio legislativo di Hong Kong, dove mezz’ora prima della chiusura dei seggi, aveva espresso il proprio parere solo il 29,3% degli aventi diritto. Le votazioni sono iniziate oggi e per la prima volta, l’ex colonia britannica ha votato in un modo diverso da quelli precedenti: soltanto i 153 candidati che hanno dato prova di essere dei “veri patrioti” si sono potuti presentare.
È la prima consultazione dopo la nuova legge elettorale approvata da Pechino a marzo. Il Comitato elettorale, ampliato da 1200 a 1500 membri e sempre più fedele a Pechino, ha nominato 40 deputati. Altri 30 spettano a figure vicine al governo centrale cinese e soltanto 20 sono ad elezione diretta.
Nei giorni scorsi, la governatrice Carrie Lam aveva già messo le mani avanti: “Se pochi andranno alle urne sarà un segno che sono soddisfatti dello status quo”. Ora tuttavia, incitare a non andare a votare è illegale.