“Il clima sulla Terra è sempre cambiato”, questa è l’osservazione preferita dai negazionisti che credono che il cambiamento climatico sia un falso problema o che comunque le attività umane non ne siano responsabili. E il fatto è che, effettivamente, l’osservazione è corretta. Il clima sulla Terra è sempre cambiato, ma non a questa velocità. Negli ultimi 650mila anni (lasso di tempo piuttosto breve nella storia del pianeta) si sono alternati almeno sette periodi glaciali, che hanno visto la terra ricoprirsi e poi spogliarsi di ghiaccio, il livello dei mari variare anche di centinaia di metri, interi continenti scomparire sottacqua e poi riemergere.
Il clima della Terra ondeggia da sempre tra due stadi: greenhouse e icehouse, ovvero periodi caldi e periodi glaciali. I periodi caldi sono caratterizzati da temperature ben più alte di quelle odierne, con i poli privi di ghiaccio e mari caldissimi (35°c. di media). Da 2,6 milioni di anni la Terra si trova però in un’era glaciale, caratterizzata da ghiacci ai poli e temperature più basse. Da circa 10mila anni ci troviamo in un periodo interglaciale, ovvero con un clima più mite rispetto all’era glaciale vera e propria. L’alternanza tra periodi glaciali e interglaciali è caratterizzata da variazioni di temperatura apparentemente minime (4-6°c.), ma gli effetti sono enormi: nei periodi glaciali il gelo ricopre la maggior parte del Nord America e dell’Europa e il livello dei mari molto più basso. Nella penisola italiana c’erano i mammut e il Regno Unito non era un’isola. Molte specie sono riuscite a superare questi cambiamenti climatici, abbastanza lenti da consentire all’evoluzione di fare il suo corso, rendendo gli animali adatti ai cambiamenti.
Insomma, il clima è sempre cambiato ed anche in modo sconvolgente. Il fatto, però, è che cambiamenti di pochi gradi avvenivano nell’arco di qualche centinaia di migliaia di anni. Cambiamenti più rapidi sono avvenuti in occasione di eventi eccezionali. 251 milioni di anni fa un grande meteorite centrò la Terra, provocando un’enorme attività vulcanica che aumentò esponenzialmente la quantità di Co2 nell’atmosfera e dei gas serra. Le temperature si alzarono e diminuì la quantità di ossigeno nell’aria e nei mari. Fu l’estinzione di massa del Permiano-Triassico: scomparirono il 90% delle specie marine e il 70% di quelle terrestri. Secondo gli scienziati i gas serra responsabili di tale disastro furono emesse nel corso di almeno duemila anni, un tempo insufficiente per rendere le specie capaci di adattarsi attraverso l’evoluzione.
Ora i cambiamenti climatici li stiamo misurando in decenni. La temperatura è già salita di oltre un grado in soli 150 anni e in assenza di azioni decisive entro fine secolo potrebbe aumentare di altri 3°c. Un cambiamento del genere ci porterà inevitabilmente a dover fronteggiare la sesta estinzione di massa nella storia del nostro Pianeta. L’uomo saprà adattarsi? Sarebbe certamente meglio non doverlo scoprire.