Undici Paesi europei hanno chiesto alla Commissione UE di rinviare e depotenziare la legge contro la deforestazione, che dovrebbe entrare in vigore alla fine del 2025. La richiesta è stata presentata da Austria e Lussemburgo, a cui si sono accodati altri nove Paesi, tra cui, come ormai è solita fare, anche l’Italia. La norma sul disboscamento imporrebbe agli operatori di garantire che soia, carne, olio di palma, cacao e caffè non provengano da aree disboscate, ma i ministri dell’Agricoltura degli undici Paesi membri sostengono che i criteri da seguire siano troppo gravosi. Quella proveniente da Austria e Lussemburgo è solo l’ultima delle richieste dei Paesi europei volte a demolire le norme ambientali pensate dalle istituzioni comunitarie. In queste iniziative, l’Italia figura sempre tra i principali Paesi coinvolti, guidando il fronte europeo che si batte contro le leggi sulla tutela dell’ambiente.
La lettera contro la legge sulla deforestazione è stata inviata alle istituzioni lo scorso 23 maggio su iniziativa di Austria e Lussemburgo ed è stata firmata da Italia, Bulgaria, Croazia, Finlandia, Lettonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania e Slovenia. In essa, i Paesi sostengono che, malgrado le diverse deroghe già concesse «gli obblighi imposti ad agricoltori e silvicoltori rimangono elevati, se non impossibili da attuare»; essi, si legge nel testo, «sono sproporzionati rispetto all’obiettivo del regolamento, che è quello di prevenire la deforestazione laddove effettivamente si verifica». Per tale motivo, i Paesi propongono «una riduzione più sostanziale degli oneri amministrativi associati al regolamento sulla deforestazione».
Di preciso, i firmatari vogliono che l’UE inserisca la legge sulla deforestazione nei piani di semplificazione già avanzati dalla Commissione. I Paesi chiedono inoltre di: introdurre Paesi o regioni con un rischio di deforestazione insignificante che siano esenti dai controlli imposti dalla legge; in queste stesse aree, introdurre un meccanismo di compensazione che permetta di disboscare se si ripiantano alberi in un’altra zona; imporre controlli sui prodotti in entrata; introdurre la possibilità di effettuare controlli basati su un’analisi del rischio priva di tassi minimi.
La richiesta di semplificare e ridurre le norme della legge sulla deforestazione, è solo l’ultima di una serie di iniziative volte a depotenziare o rinviare le leggi per la tutela dell’ambiente, primo fra tutti il Green Deal. In queste occasioni, l’Italia figura sempre tra le prime promotrici e guida il fronte UE contro l’ambientalismo. Il nostro Paese è stato in passato l’unico a votare contro i divieti sulla pesca a strascico, riuscendo, a fine 2024, a boicottare la norma. L’Italia si è poi mossa contro la norma sulla riduzione delle emissioni industriali, riuscendo a ridurre i limiti imposti agli allevamenti intensivi; ha votato contro la legge sul ripristino della natura, che tuttavia è stata approvata; ha contribuito alla riqualificazione al ribasso dello status di tutela del lupo; si è schierata contro la riduzione delle emissioni del settore auto, approvata a inizio maggio 2025. Sulla deforestazione, inoltre, l’Italia è stata tra le promotrici del rinvio della norma approvato a fine dicembre 2024.
L’Europa deve governare Bruxelles e niente altro, lo fa talmente male che è meglio che tutti si governino da soli.