Mentre il Parlamento discute il Disegno di Legge di Bilancio 2025-27 del Governo Meloni, la società civile risponde presentando la propria legge di bilancio alternativa. Si tratta, nello specifico, del Rapporto 2025 della campagna Sbilanciamoci!, la “contro-finanziaria” che ogni anno viene pubblicata dalla rete di organizzazioni che vi partecipano e sottoposta all’attenzione del Parlamento. Quest’anno, il documento – presentato nella sala stampa di Camera e Senato – racchiude 102 proposte concrete per una manovra da «oltre 54 miliardi di euro, a saldo zero». Un piano che rovescia le priorità, ponendo al centro la giustizia sociale, la transizione ecologica e i servizi pubblici, finanziati attraverso una radicale revisione della spesa e del prelievo fiscale.
Cuore della proposta è un nuovo indirizzo per un fisco equo. Il rapporto chiede una netta sterzata verso la progressività, a partire da «un’imposta progressiva sulle grandi ricchezze per chi detiene patrimoni superiori al milione di euro», misura che varrebbe 24 miliardi. A questa si affiancano l’aumento della tassazione delle rendite finanziarie, una riduzione della franchigia sulla tassa di successione e «una vera tassa sulle transazioni finanziarie applicabile a tutte le azioni e a tutti i derivati». Sul fronte Irpef, si propongono tre nuovi scaglioni per i redditi più alti (45%, 50% e 55%) per un gettito aggiuntivo di 2,8 miliardi. Parte di queste risorse, 4 miliardi, andrebbero ai Comuni per «lo sblocco dei vincoli ad assunzioni e investimenti».
La sezione più simbolica per la fase storica che si sta vivendo è sicuramente quella su pace e disarmo. Di fronte a una spesa militare record, Sbilanciamoci! propone «una netta diminuzione delle spese militari, con un risparmio di 7,5 miliardi», ottenuto tagliando programmi d’arma, riducendo gli effettivi e tassando gli extraprofitti del settore. Queste risorse finanzierebbero la cooperazione internazionale, le attività coinvolte nella risoluzione dei conflitti armati e la «riconversione a fini civili dell’industria a produzione militare». Istruzione e cultura riceverebbero un investimento di oltre 10 miliardi, con interventi che vanno dalla sicurezza degli edifici scolastici all’aumento dei fondi ordinari per università e scuola. Specifiche risorse sono destinate al diritto allo studio: più borse, più posti letto negli studentati, abbonamenti agevolati ai trasporti e «l’abbattimento del numero chiuso nelle facoltà». Per la cultura, si propone l’istituzione di un «Sistema Culturale Nazionale» e il potenziamento degli organici del Ministero.
Il capitolo lavoro e industria denuncia l’assenza da trent’anni di una politica industriale orientata alla sostenibilità. La ricetta prevede l’istituzione di «un’Agenzia nazionale per le politiche industriali e il lavoro» (6 miliardi) per guidare la riconversione ecologica, insieme a fondi per le nuove competenze e missioni industriali green. Si chiede il «superamento del Jobs Act», la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore a parità di salario e una misura strutturale di «sostegno al reddito ispirata a un principio di universalità» da 5,6 miliardi. Per la mobilità, si invoca il ripristino del Fondo automotive e un aumento da 1,7 miliardi del Fondo per il trasporto pubblico locale.
La svolta ambientale, secondo Sbilanciamoci!, non è più rinviabile. La proposta chiave è la «cancellazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi destinati alle fonti fossili» (7 miliardi risparmiati) e l’istituzione di fondi dedicati alla riconversione energetica, al ripristino della natura e all’adattamento climatico. Viene chiesta anche la cancellazione del «progetto del Ponte sullo Stretto di Messina» (oltre 1 miliardo risparmiato). Il welfare viene trattato come investimento: si chiedono 9 miliardi in più per la sanità pubblica e oltre 1,5 miliardi per fondi sociali a sostegno di disabilità, non autosufficienza e diritto alla casa. Sul fronte migrazioni, si propone l’abolizione dei CPR e del protocollo Italia-Albania, e l’avvio di una «missione pubblica di ricerca e soccorso in mare». Sul fronte della gestione dell’universo penitenziario, si destinano inoltre 1,5 miliardi per misure alternative al carcere. Completano il quadro proposte per sostenere le economie trasformative nei territori, con fondi per comunità energetiche, cooperative di riconversione ecologica gestite dai lavoratori e biodistretti.
«Il Disegno di Legge per il Bilancio dello Stato 2025-27 del Governo Meloni attualmente in discussione alle Camere è una manovra economico-finanziaria modesta, di galleggiamento, iniqua socialmente e, dal punto di vista fiscale e ambientale, regressiva», scrivono nel documento illustrativo della “contro-finanziaria” i membri di Sbilanciamoci!, che affermano come la legge di Bilancio concepita dall’esecutivo sia «sostanzialmente dedicata al rifinanziamento delle misure dello scorso anno – a partire dal taglio del cuneo fiscale –, centrata sulle priorità della Difesa e dell’industria militare, collocata all’interno dei vincoli ristretti delle compatibilità finanziarie e del nuovo Patto di Stabilità». Secondo l’organizzazione, essa «non offre prospettive di sviluppo – il suo effetto sulla crescita è dello “zero virgola” – e non affronta i grandi problemi del Paese: le crescenti disuguaglianze e povertà, gli effetti del cambiamento climatico, la deindustrializzazione, il progressivo indebolimento del welfare e dei servizi pubblici». Tutti nodi che, invece, costituiscono il cuore della contro-proposta di Sbilanciamoci!.




