In Valsusa, una delle case sottoposte a decreto di esproprio per permettere l’ampliamento dei cantieri dell’Alta Velocità diventerà un presidio permanente del Movimento No TAV. Si tratta della casa di Ines Zuccotti, 88 anni, sfrattata lo scorso 19 novembre dalla propria abitazione, che TELT (l’azienda incaricata di portare a termine i lavori dell’Alta Velocità Torino-Lione) ora vorrebbe radere al suolo. Per impedire che questo accada, l’immobile è stato occupato dagli attivisti, in segno di resistenza contro «l’ennesima violenza su un territorio che da decenni porta sulle spalle il peso di decisioni imposte». «Il presidio non è solo una risposta all’emergenza: è un modo per riprenderci spazio e dignità», scrive il Movimento in un comunicato. L’annuncio arriva a pochi giorni dalla marcia annuale che si svolgerà l’8 dicembre, che quest’anno vedrà celebrare i vent’anni dalla riconquista del presidio di Venaus e che partirà proprio da lì, per poi terminare a San Giuliano.
Il decreto di esproprio era stato emesso nel 2023, mentre nel 2024 erano iniziate le convocazioni dei residenti e proprietari dei terreni di San Giuliano. Lo scorso 19 novembre, infine, sono stati eseguiti gli sfratti e dodici persone hanno dovuto abbandonare per sempre le loro case. Sono tre, in particolare, le abitazioni che rientrano nell’area di espansione dei cantieri della TAV, che TELT destinerà a lavori di «valorizzazione dei materiali del tunnel di base» e, successivamente, alla costruzione della stazione internazionale di interscambio tra l’alta velcità verso Parigi, le linee ferroviarie regionali e la mobilità verso l’alta Val di Susa e le stazioni sciistiche. Una di queste abitazioni appartiene a Ines Zuccotti: le immagini della donna appoggiata in lacrime al muro della propria casa, costretta ad abbandonare dopo 50 anni, sono state riprese da tutte le principali testate giornalistiche.
La risposta del Movimento No TAV non si è fatta attendere e, due settimane dopo che sono terminate le operazioni di sfratto, la casa di Ines è diventata la sede del nuovo presidio permanente di San Giuliano: alle finestre dell’abitazione è stata appesa una bandiera No TAV, mentre l’interno gli attivisti stanno lavorando per porre rimedio alla «distruzione» lasciata dai dipendenti di TELT. «Negli ultimi giorni abbiamo visto la rabbia e la disperazione di chi ha perso la propria abitazione, ma abbiamo visto anche la forza collettiva di chi non è disposto a farsi spazzare via. Da qui nasce la scelta di costruire insieme un presidio permanente alle case di San Giuliano: un luogo vivo, aperto, attraversabile, in cui difendere le case e vegliare sulla nostra terra, ma anche rafforzare legami, informare e organizzare resistenza», scrive il Movimento.




