Un consorzio di dieci banche europee ha annunciato la nascita della prima stablecoin in euro che si chiamerà Qivalis (acronimo di “la chiave per il valore”) e sarà lanciata a metà 2026. Tra le banche che hanno dato il via all’iniziativa ci sono anche le italiane Unicredit e Banca Sella. Gli altri istituti sono l’olandese Ing, la belga Kbc, la danese Danske Bank, la tedesca DeKa Bank, la svedese Seb, la spagnola Caixa e l’austriaca Raffeisen Bank International. Oltre a questo nucleo originario si è già aggiunta la francese Bnp Paribas ed i promotori dell’iniziativa hanno aperto l’ingresso a ulteriori banche. La creazione della prima stablecoin in euro si inserisce in un contesto internazionale in cui i cosiddetti token digitali stanno acquisendo sempre più centralità promettendo di trasformare il sistema monetario e di pagamenti mondiale. Il mondo finanziario statunitense, così come quello cinese, già da tempo possiede le sue stablecoin, tra cui la più famosa è Tether, e Trump ha lanciato una sfida in quest’ambito attraverso l’emanazione del cosiddetto Genius Act, il cui obiettivo è mantenere il dominio USA nei sistemi di pagamento. Ancora una volta, dunque, l’Europa si ritrova a inseguire gli Stati Uniti in quella che si prospetta essere una svolta cruciale nel sistema finanziario internazionale. Non a caso i promotori della prima stablecoin ancorata all’euro hanno sottolineato che «L’iniziativa fornirà una vera alternativa europea al mercato delle stablecoin dominato dagli Stati Uniti, contribuendo all’autonomia strategica dell’Europa nei pagamenti».
Dal punto di vista legale-organizzativo, le dieci banche hanno costituito una nuova società con sede nei Paesi Bassi al fine di ottenere la licenza di moneta elettronica, sotto la supervisione della banca centrale olandese. Per quanto riguarda la governance, l’amministratore delegato sarà il manager tedesco Jean-Oliver Sell che di recente ha ricoperto il ruolo di consigliere delegato in Coinbase Germany. Mentre il direttore finanziario sarà Floris Lugt, che guidava il settore dei servizi bancari di risorse digitali del gruppo olandese Ing. A capo del consiglio di vigilanza, invece, è stato chiamato sir Howard Davies, già presidente della britannica Financial Services Authority. I vertici di Qivalis hanno spiegato che l’obiettivo di questo strumento di pagamento digitale, che sfrutta la tecnologia blockchain, è «diventare uno standard europeo di pagamento affidabile nell’ecosistema digitale». Per definizione, infatti, la stablecoin è una valuta pensata per mantenere stabile il suo valore nel tempo, grazie al possesso di riserve equivalenti in asset sicuri come dollari, euro, titoli di stato a breve termine o oro (ad esempio 1 stablecoin = 1 USD). Questa è la differenza principale con altre criptovalute come Bitcoin, con cui le stablecoin condividono solo l’uso della tecnologia blockchain. I loro prezzi sono dunque più stabili rispetto a altri tipi di criptovalute e ciò le rende più adatte a essere usate come strumento di pagamento.
Il problema dell’iniziativa si pone nel suo rapporto con l’euro digitale, evidenziando anche alcune differenze significative con l’impostazione statunitense di regolamentazione delle stablecoin: mentre, infatti, il Genius Act, firmato dal presidente Donald Trump nel 2025 per normare l’emissione e l’utilizzo delle stablecoin, punta all’autonomia del mercato favorendo le stablecoin emesse da privati ancorate al dollaro, l’Ue privilegia un controllo centralizzato per mitigare i rischi sistemici. Con l’adozione del Regolamento MiCA, Bruxelles ha adottato un quadro normativo molto stringente e armonizzato per le criptovalute e, in particolare per le stablecoin, mentre parallelamente la BCE ha sviluppato l’euro digitale, una valuta digitale di banca centrale (CBDC) pensata per mantenere la sovranità monetaria dell’euro e che potrebbe competere direttamente con le stablecoin private, ridefinendo l’impalcatura monetaria dell’eurozona. Al contrario, negli Stati Uniti, Donald Trump ha emanato un ordine esecutivo con cui, all’articolo 5, si vieta l’emissione di una valuta digitale della banca centrale. L’idea è di istituire un sistema di valute e pagamenti non in mano a istituzioni pubbliche, con l’obiettivo di erodere l’illimitato potere monetario della Federal Reserve, avversario numero uno di una parte consistente del partito repubblicano statunitense.
Nell’UE, invece, proprio la volontà di limitare – attraverso la CBDC e una stringente regolamentazione – le stablecoin ha portato a un contrasto con l’euro digitale, per cui i promotori di Qivalis hanno dovuto spiegare che «la stablecoin non sarà concorrente dell’euro digitale promosso dalla Bce poiché quest’ultimo è un’alternativa al contante e dunque è destinato soprattutto al retail». Hanno quindi sottolineato che questo strumento «Permetterà l’accesso 24 ore su 24, 7 giorni su 7, a pagamenti internazionali efficienti, a pagamenti programmabili e a miglioramenti nella gestione della supply chain […]».
L’istituzione della prima stablecoin ancorata all’euro, come anticipato, va nella direzione di colmare il divario in questo ambito con Stati Uniti, Cina e altri Paesi all’avanguardia. Tuttavia, proprio la pretesa di Bruxelles di una regolamentazione eccessiva alle stablecoin potrebbe essere un ostacolo all’obiettivo di fare di Qivalis una vera alternativa europea non solo al mercato delle stablecoin dominato dagli Stati Uniti, ma anche dalla Cina. Questo potrebbe lasciare l’Ue indietro in quella che si configura come una progressiva trasformazione dei sistemi finanziari e di pagamento in grado di ridefinire la sovranità e il potere monetario delle nazioni, anche in una prospettiva dei rapporti di forza geopolitici.




