Il governo Meloni conferma il suo sostegno a Kiev nonostante le tensioni nella maggioranza, approvando il dodicesimo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina. La decisione, confermata al termine di una lunga riunione del Consiglio supremo di difesa presieduto dal Presidente della Repubblica, rilancia la partecipazione italiana alle iniziative di Unione Europea e NATO verso l’Ucraina e segna al contempo una spinta decisa al riarmo e all’adeguamento delle capacità europee alle nuove minacce. Secondo quanto programmato, il pacchetto verrà illustrato dal ministro della Difesa Guido Crosetto al Copasir il prossimo 2 dicembre. Sembrano dunque essere rientrati i malumori del capo della Lega Matteo Salvini, che nei giorni scorsi – in seguito allo scoppio dello scandalo sulla corruzione in Ucraina – si era detto scettico su nuovi invii di armi.
Nel comunicato finale si legge che il Consiglio «osserva con preoccupazione l’accanimento della Russia nel perseguire, ad ogni costo, i propri obiettivi di annessione territoriale». Viene sottolineato come «Kiev resta bersaglio di continui bombardamenti contro infrastrutture critiche e civili, con gravi interruzioni energetiche e numerose vittime» e che «il prezzo sostenuto dalla popolazione è sempre più pesante e iniquo». Da questa analisi discende la conferma del sostegno militare: «In questo senso si inquadra il dodicesimo decreto di aiuti militari. Fondamentale rimane la partecipazione alle iniziative dell’Unione Europea e della NATO di sostegno a Kiev e il lavoro per la futura ricostruzione del Paese». Il conflitto ha inoltre spinto il governo a riflettere sulla necessità di un adeguamento delle capacità difensive europee. «Il conflitto ha mostrato una trasformazione nella condotta delle azioni militari soprattutto per quanto riguarda l’impiego di droni, che la Russia utilizza anche violando lo spazio areo della NATO e dei Paesi dell’Unione Europea» si legge nel documento. «Se da un lato tali azioni hanno confermato la prontezza dell’Alleanza Atlantica, dall’altro evidenziano anche la necessità per l’Europa di adeguare le capacità ai nuovi scenari attraverso la definizione di progetti d’innovazione come quelli contenuti nel Libro bianco per la difesa 2030».
Guardando alla situazione sul campo, l’Ucraina sta affrontando una situazione sempre più critica sui fronti di Donetsk e Zaporizhzhia, dove l’intensificarsi degli attacchi russi ha costretto le truppe ucraine alla ritirata in diversi punti. Nell’oblast di Zaporizhzhia, l’esercito di Kiev si è ritirato da cinque insediamenti, mentre a Pokrovsk i russi sono riusciti a penetrare nella città approfittando della fitta nebbia, che ha favorito l’ingresso di circa trecento soldati. Il comandante in capo Oleksandr Syrskyi ha ammesso che le forze russe godono di una posizione «dominante», con la situazione notevolmente peggiorata specialmente nelle direzioni di Oleksandrivsky e Gulyaipol, dove il vantaggio numerico e di mezzi ha permesso a Mosca di conquistare tre villaggi. Combattimenti con pesanti perdite ucraine si sono verificati anche a Rivnopillia e Yablukove. A complicare ulteriormente la situazione politica interna di Kiev è esploso uno scandalo per corruzione che ha travolto il ministero dell’Energia: l’anticorruzione ha arrestato cinque persone — tra dirigenti e un imprenditore — accusate di aver intascato tangenti per circa 100 milioni di dollari, sottraendo fondi destinati a proteggere i civili dai blackout.
Al tavolo del Quirinale, convocato per tre ore, hanno partecipato i principali esponenti dell’esecutivo e i vertici militari: la premier, i ministri competenti e il Capo di Stato maggiore della difesa. La scelta italiana arriva in un clima politico non privo di tensioni: la Lega aveva espresso negli scorsi giorni pesanti riserve sui nuovi invii, sottolineando la portata di «fatti nuovi di assoluta gravità e grande rilevanza». Lo stesso Matteo Salvini aveva dichiarato: «Mi sembra che stiano emergendo gli scandali legati alla corruzione, poi coinvolgono il governo ucraino, quindi non vorrei che con quei soldi dei lavoratori, dei pensionati italiani si andasse ad alimentare ulteriore corruzione». Eppure, come attesta il via libera dell’esecutivo, la linea ufficiale resta il pieno supporto a Kiev.




