In questi ultimi due anni di genocidio, mentre Israele bombardava a tappeto la Striscia di Gaza, le violazioni del diritto internazionale in Cisgiordania da parte dello Stato ebraico non si sono mai arrestate; secondo un ultimo rapporto della Commissione per la Colonizzazione e la Resistenza (CWRC), dal 7 ottobre 2023, Israele ha condotto 38.359 attacchi e aggressioni nei confronti della popolazione palestinese cisgiordana; questi non contano le centinaia di incendi e migliaia di strutture demolite che hanno portato allo sfollamento di intere comunità. Le aggressioni si collocano all’interno di un progetto coloniale che, «approfittando delle circostanze belliche», punta a «rimodellare sistematicamente la geografia palestinese». In soli due anni Israele ha eretto 243 nuove barriere militari, legalizzato un totale di 46 entità coloniali, istituito 114 avamposti, creato 25 zone cuscinetto, e sequestrato 5.500 ettari ai palestinesi, con l’obiettivo di «trasformare la presenza militare dell’occupazione in una presenza civile permanente».
Il rapporto della CRWC è uscito lo scorso 5 ottobre e non tiene conto delle ultime violazioni dei coloni e dell’esercito israeliano in Cisgiordania; va a tal proposito rimarcato che a ottobre è iniziata la tradizionale raccolta delle olive, su cui il CRWC ha redatto un ulteriore documento: dall’inizio della stagione di raccolta, nella prima settimana di ottobre, Israele ha condotto 259 attacchi contro la popolazione palestinese. Dal 7 ottobre 2023 al 5 ottobre 2025, invece, le aggressioni sono state 38.359: il Governatorato in cui sono stati condotti più attacchi è Hebron, con 6.451 violazioni; seguono Ramallah con 5.684 e Gerusalemme con 4.915. Delle quasi 40.000 aggressioni, 7.154 sono state effettuate da coloni: in cima a questa lista figurano Nablus con 1.688 violazioni ed Hebron con 1.504. Agli attacchi si devono aggiungere anche gli incendi: dal 7 ottobre, Israele e i coloni hanno appiccato 767 incendi, di cui 221 su proprietà dei cittadini e 546 su campi e terreni agricoli; la maggior parte dei roghi – 244 – sono stati appiccati a Ramallah. Gli incendi hanno causato lo sfollamento di 33 comunità beduine, composte da 455 famiglie e un totale di 3.853 persone; hanno inoltre distrutto o danneggiato 48.728 alberi, di cui 37.237 ulivi.
Secondo il CRWC le violazioni e aggressioni israeliane vanno inquadrate alla luce del progetto coloniale di Tel Aviv. «Il governo israeliano sta sfruttando la guerra e il genocidio in corso contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza e in tutti i territori palestinesi per imporre nuove realtà sul territorio e frammentare la geografia palestinese», si legge nel rapporto. L’obiettivo è «annettere il territorio, cancellare l’identità palestinese e privare il popolo palestinese dei suoi diritti fondamentali». A tal proposito, il rapporto si sofferma proprio su tutte quelle iniziative del governo israeliano volte – da una parte – a limitare la presenza palestinese in Cisgiordania e – dall’altra – a consolidare quella israeliana. Sul primo versante, negli ultimi due anni, Israele ha portato avanti 1.014 operazioni di demolizione che hanno coinvolto un totale di 3.679 strutture, la maggior parte delle quali a Gerusalemme(880), a Hebron (529) e a Tulkarem (464).
Parallelamente, lo Stato ebraico ha eretto 243 nuove barriere e posti di blocco militari nella regione, portando il totale delle strutture di tale genere a 916. Tel Aviv ha sequestrato 5.500 ettari di terra ai palestinesi, e ha avanzato 355 piani regolatori per costruire 37.415 edifici e unità coloniali che interessano altri 3.800 ettari palestinesi; la maggior parte dei piani (148) ha interessato il Governatorato di Gerusalemme, che si trova inoltre al centro del piano di insediamento E1, progetto con l’obiettivo dichiarato di spaccare in due la Cisgiordania. Israele ha inoltre creato 25 nuove zone cuscinetto, legalizzato 11 colonie già esistenti e 13 quartieri coloniali, ha autorizzato la costruzione di altre 22 colonie e ha istituito 114 nuovi avamposti, di cui 30 a Ramallah, 25 a Hebron e 18 a Nablus. Ha anche potenziato gli insediamenti già esistenti, approvando la costruzione di infrastrutture per 68 colonie. Visti in termini generali, i dati forniti dal CRWC mostrano come negli ultimi due anni, Israele ha aumentato le iniziative volte a confiscare e distruggere proprietà ai palestinesi, costruire avamposti coloniali e militarizzare la Cisgiordania, accelerando al contempo il processo di approvazione formale per tali operazioni.

    


    
Smette di parlare di Israele parlate di Netanyahu, Trump, Meloni, sono questi i criminali.