Il cessate il fuoco è entrato in vigore da ormai dieci giorni, ma i bombardamenti e le aggressioni israeliane nella Striscia di Gaza non si sono mai fermati. Nella sola giornata di domenica sono state sganciate 153 tonnellate di bombe e uccisi «molti terroristi»: lo ha riferito lo stesso premier israeliano Benjamin Netanyahu, nel corso di una riunione della Knesset. Supera così il centinaio il numero di civili uccisi dallo scorso 10 ottobre nella Striscia di Gaza, in quelle che ormai sono sistematiche violazioni del cessate il fuoco da parte di Tel Aviv. Solamente nella mattinata di oggi, riportano i media palestinesi, l’esercito ha bombardato la zona est dell’enclave e aperto il fuoco su alcune persone che stavano facendo ritorno nelle proprie case. Anche gli aiuti umanitari sono tornati a diminuire, dopo che Israele ha interdetto il transito per alcune ore in alcuni dei valichi di accesso alla Striscia. Nel frattempo, il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance si trova in visita in Israele per discutere del cessate il fuoco, insieme all’inviato speciale per il Medioriente Steve Witkoff e a Jared Kushner, genero e consigliere di Trump.
«Grazie alle decisioni determinate e coraggiose che abbiamo preso, abbiamo consolidato la nostra posizione di potere. La campagna non è finita. Ieri Hamas ha violato palesemente il cessate il fuoco e ha sentito subito la potenza del nostro braccio, lo abbiamo attaccato con 153 tonnellate di bombe. Abbiamo attaccato decine di obiettivi in tutta la Striscia ed eliminato molti terroristi» ha riferito Netanyahu al Parlamento, dove alcuni dei membri della destra estrema non hanno accolto di buon grado l’accordo di cessate il fuoco. A scatenare gli attacchi israeliani sarebbe stata l’uccisione di due soldati dell’IDF, avvenuta nel sud della Striscia. L’esercito israeliano si sarebbe infatti impegnato a «smantellare le strutture terroristiche» nella zona di Rafah, quando le proprie truppe sono state raggiunte da spari e un missile anticarro. In tutta risposta, l’esercito ha «iniziato a colpire la zona per eliminare la minaccia e smantellare i tunnel e le strutture militari utilizzate per le attività terroristiche». A questo si aggiunge la denuncia di Philippe Lazzarini, commissario generale dell’UNRWA, che riporta come «quattro persone sono state uccise in seguito al bombardamento da parte delle forze israeliane di una scuola dell’UNRWA trasformata in rifugio nel campo profughi di Nuseirat» e chiede che venga mantenuto il «fragile cessate il fuoco».
Secondo alcuni testimoni, inoltre, militari dell’IDF avrebbero anche sparato contro alcuni civili che stavano facendo ritorno alle proprie case, azione che i militari hanno giustificato sostenendo si trattasse di «terroristi» che avevano superato la linea gialla di demarcazione oltre il quale l’esercito israeliano è tenuto a ritirarsi. La sua costruzione, mostra un video dell’IDF, è in pieno svolgimento: bulldozer israeliani stanno infatti spianando ampie zone della Striscia, dove sorgerà una nuova barriera con delimitazioni alte fino a 3,5 metri. L’ennesimo muro che stringe sempre più la zona nella quale i gazawi sono auorizzati a esistere.
Netanyahu insiste nel ripetere che tutti i corpi dei deceduti saranno riportati a casa e nega che Hamas abbia mai accettato le condizioni di cessate il fuoco: «sentiamo ripetere continuamente questa affermazione, ma è assolutamente falsa. In nessun momento Hamas ha accettato il piano che abbiamo raggiunto ora: la liberazione immediata di tutti gli ostaggi, il controllo da parte dell’IDF della maggior parte del territorio di Gaza e una decisione esplicita, con un ampio consenso internazionale, compresi gli Stati arabi, di smilitarizzare la Striscia di Gaza e disarmare Hamas. Siamo determinati a raggiungere tutti gli obiettivi di guerra». Eppure, proprio in queste ore l’IDF ha confermato la consegna, da parte del gruppo palestinese, del corpo di un tredicesimo ostaggio deceduto, quello del sergente maggiore Tal Haimi.
L’alto funzionario di Hamas Khalil al-Hayya ha dichiarato ai media che il gruppo è «pienamente impegnato» ad attuare l’accordo nella sua interezza e a rispettare quanto concordato, e ricordato che Trump e i mediatori avevano assicurato che la guerra in Gaza era finita. E proprio in queste ore, alti funzionari della Casa Bianca, tra i quali lo stesso vicepresidente Vance, sono in visita in Israele, per discutere degli sviluppi del cessate il fuoco.