Il presidente americano Donald Trump ha interrotto con effetto immediato ogni canale diplomatico con il governo guidato da Nicolás Maduro. L’inviato speciale USA, Richard Grenell, è stato richiamato da Caracas con un ordine diretto del presidente: qualsiasi negoziato in corso – esplorativo o avanzato – è stato congelato secondo fonti del New York Times. La decisione segna un cambio netto nel corso degli ultimi mesi, in cui Grenell aveva condotto interlocuzioni con il regime venezuelano per sondare accordi e percorsi di distensione. Trump ha motivato lo stop con accuse di “azioni ostili e minacce incombenti”, mentre Maduro ha reagito denunciando un piano per attentare all’ambasciata statunitense a Caracas, affermando che “un gruppo terroristico locale” era già al lavoro su ordigni esplosivi e che “l’amministrazione americana è già a conoscenza dei fatti”. Sullo sfondo, gli Stati Uniti mantengono una potente presenza militare nei Caraibi: almeno otto navi da guerra, un sommergibile d’attacco e una forza di oltre 4.500 soldati stazionano nella regione, ufficialmente per contrastare il narcotraffico. Maduro ha definito tali assetti “minacce chiare e provocazioni per un cambio di regime mascherato” e la rottura diplomatica lascia aperta la possibilità di ulteriori escalation.