Nuovi episodi di tensione tra NATO e Russia hanno monopolizzato le prime pagine dei giornali, con toni allarmistici che parlano di “incursioni” e “provocazioni” russe. Secondo quanto riferito dall’Alleanza Atlantica, alcuni caccia di Mosca sono stati intercettati nei cieli internazionali, prima in prossimità della Lettonia e poi tra l’Alaska e le isole Aleutine. Nel Baltico, due caccia Gripen ungheresi della Nato Baltic Air Policing sono decollati dalla base di Siauliai in Lituania in risposta a un Su-30, un Su-35 e tre MiG-31 russi che volavano in prossimità dello spazio aereo lettone, senza mai oltrepassarne i confini. Analogo copione in Nord America: caccia F-22 e F-16 statunitensi, supportati da aerei radar AWACS, hanno intercettato jet russi che si muovevano nello spazio aereo internazionale, senza che vi fosse alcuna violazione territoriale. Episodi che appartengono alla normale prassi di pattugliamento reciproco, ma che vengono sistematicamente descritti come segnali di un’aggressività crescente da parte di Mosca, mentre si tace sul fatto che la NATO compia regolarmente missioni analoghe ai margini dello spazio aereo russo. In parallelo, la stampa europea ha rilanciato la notizia della presenza di droni “non identificati” nei cieli danesi e norvegesi. In Danimarca, lo scalo di Aalborg, che è anche base aerea militare, è stato chiuso per diverse ore nella serata del 24 settembre. Il governo di Copenaghen ha dichiarato di aver avviato un’indagine, senza specificare quanti droni siano stati avvistati, né tantomeno le caratteristiche o il modello. Jesper Bojgaard Madsen, ispettore capo della polizia dello Jutland settentrionale, ha precisato che «Finora non abbiamo nulla da dire su chi li manovrasse».
In assenza di dettagli e di prove concrete che possano ricondurre l’avvistamento dei droni a un Paese ostile, alcuni media e fonti militari hanno sfruttato il pretesto per alimentare il clima di sospetto nei confronti del Cremlino, lasciando intendere che i mezzi fossero russi. È significativo che tali annunci vengano diffusi proprio mentre si intensificano le esercitazioni militari occidentali lungo i confini russi, nel Baltico e nell’Artico, a conferma di una strategia che mira a mantenere alta la tensione. A rendere più teso il contesto ci hanno pensato le discussioni interne all’Alleanza sulle regole di ingaggio: diversi quotidiani occidentali hanno riportato che, in caso di sconfinamento, i piloti NATO avrebbero la facoltà non solo di scortare, ma persino di colpire gli aerei russi. Intanto, sebbene non sia di sua competenza, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un’intervista alla CNN, ha dichiarato che l’opzione di abbattere un caccia che si intromette nello spazio aereo della NATO è «sul tavolo». «La mia opinione – ha spiegato von der Leyen – è che dobbiamo difendere ogni centimetro del territorio». Un linguaggio che testimonia l’innalzamento della soglia dello scontro e che appare come un monito politico più che come una reale necessità operativa, volto a convincere l’opinione pubblica di essere sempre più vicini alla guerra. Di fronte a questa nuova ondata di accuse, il Cremlino ha prontamente smentito qualsiasi violazione dello spazio aereo NATO o statunitense. Il portavoce Dmitrij Peskov ha liquidato le notizie diffuse dall’Alleanza come “isteria” e “provocazioni mediatiche”, sottolineando come i voli dei velivoli russi si siano svolti esclusivamente in aree internazionali, nel pieno rispetto del diritto internazionale. Mosca ribadisce che le proprie attività rientrano in routine consolidate e accusa l’Occidente di strumentalizzare ogni episodio per consolidare l’immagine della Russia come minaccia costante. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in un’intervista alla Tass, ha precisato: «Il presunto avvertimento dell’Europa a Mosca circa la sua disponibilità ad abbattere aerei militari russi è una fantasia alimentata dalla russofobia». L’ambasciatore russo in Francia, Alexey Meshkov, ha avvertito che se la NATO dovesse abbattere aerei russi che presumibilmente violano lo spazio aereo di Paesi membri dell’alleanza, «Ci sarebbe la guerra» e ha aggiunto che «Un bel po’ di aerei violano il nostro spazio aereo, accidentalmente e non accidentalmente. Nessuno li abbatte». Meshkov ha anche affermato che l’Europa non ha fornito «alcuna prova materiale» che dimostri il coinvolgimento della Russia negli incidenti con i droni segnalati in Europa.
Nonostante la smentita ufficiale del Cremlino, le cancellerie occidentali continuano a diffondere la narrazione dell’“aggressione russa”, trasformando normali operazioni di pattugliamento in pretesti per giustificare nuove spese militari e rafforzare il controllo politico sull’opinione pubblica, in un momento di graduale disimpegno USA nei confronti del conflitto russo-ucraino. In questo scenario, secondo alcune indiscrezioni, la Polonia starebbe pianificando di abbattere i droni russi in Ucraina senza il permesso della NATO o dell’UE: Varsavia starebbe discutendo emendamenti legislativi che consentirebbero all’esercito polacco di abbattere i droni russi in Ucraina senza la previa approvazione della NATO o dell’UE. Il disegno di legge dovrebbe essere esaminato con urgenza. È il segnale di un’Europa che, invece di cercare spiragli di dialogo, sembra preferire l’escalation, trascinando il continente in un clima di tensione permanente. L’allarme costante, funzionale a cementare la coesione interna dell’Alleanza, produce però un rischio concreto: più le regole di ingaggio vengono irrigidite e più la diplomazia viene sostituita dalla propaganda, maggiore diventa la possibilità che un errore di calcolo o una reazione sproporzionata trasformino un episodio marginale in la scintilla di un conflitto incontrollabile.
quante cazzate, se sto nel mio confine saranno c…i miei se faccio su e giù? poi non è che in celo ci sono delle linee se uno sfora che problema ce?
Quando un paese ha subito centinaia di migliaia di morti in guerra come la Russia e l’Ukraina Euro incatenata, non può più fermarsi di fronte al rischi guerra nucleare, perché per motivi statistici dovuti alla specializzazione delle famiglie militari, la maggioranza dei Generali del paese a capo delle forze strategiche, hanno perso famigliari o colleghi fraterni a causa del nemico.
Quale migliore scusa per giustificare i soldi per armarsi? Stuzzicare, stuzzicare, poi qualcuno ci crede e si convince