giovedì 11 Settembre 2025

Gaza: dopo due anni di genocidio il parlamento UE prende posizione, senza dire quasi nulla

«Il Parlamento chiede aiuti per Gaza, il rilascio degli ostaggi e giustizia»; è questo il titolo del comunicato con cui l’Eurocamera ha annunciato una delle sue prime mozioni sulla Palestina. Il contenuto della risoluzione aggiunge poco più di quanto anticipato dal titolo: i deputati «esprimono seria preoccupazione» per la situazione a Gaza, condannano il blocco degli aiuti da parte di Israele e chiedono agli Stati membri di «valutare» il riconoscimento della Palestina. La mozione arriva il giorno dopo la prima proposta di contromisure verso Israele da parte della Commissione, che chiederebbe l’imposizione di sanzioni verso estremisti israeliani, e la sospensione parziale del commercio con Israele. Se la proposta di von der Leyen è «troppo poco», come commentato dalla Relatrice Speciale ONU la Palestina, Francesca Albanese, quella dell’Eurocamera è sulla stessa linea. La mozione è una delle prime a essere approvata dagli eurodeputati e arriva dopo due anni di massacri, crimini di guerra e violazioni del diritto internazionale, la cui responsabilità viene in ultima istanza ancora attribuita ad Hamas.

La mozione per Gaza è stata votata oggi, giovedì 11 settembre. Il testo della risoluzione è stato approvato con 305 voti favorevoli, 151 contrari e 122 astensioni. In sede di votazione, il governo italiano si è spaccato: Forza Italia è andata contro quanto è solita professare in patria, approvando la mozione; Fratelli d’Italia si è astenuta e la Lega ha votato contro. Anche i partiti di opposizione hanno votato disgiuntamente: il PD ha votato a favore, i Cinque Stelle e i Verdi hanno votato contro e Ilaria Salis, esponente di Sinistra italiana, si è astenuta. Nonostante il testo della mozione non sia ancora disponibile integralmente, il comunicato stampa del Parlamento ne illustra dettagliatamente il contenuto. La chiave di lettura con la quale l’Eurocamera inquadra la situazione a Gaza è evidente sin dal primo paragrafo della risoluzione. “Diritto di Israele all’autodifesa”; dopo 68mila uccisioni dirette e centinaia di migliaia di possibili morti indirette, insomma, la priorità è la condanna ad Hamas: gli ostaggi, si legge nella mozione, devono essere rilasciati «incondizionatamente» e il gruppo va sanzionato.

Dopo avere parlato dei «crimini barbari» di Hamas, la mozione accoglie le proposte della presidente della Commissione von der Leyen, mostrandosi aperta a muovere sanzioni contro coloni e ministri estremisti israeliani (in particolare contro il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir e il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich) e a sospendere «parzialmente» l’accordo UE-Israele in materia commerciale. L’annuncio di von der Leyen era stato duramente criticato dalla Relatrice Speciale ONU per i Territori Palestinesi Occupati, Francesca Albanese: «Troppo poco, troppo tardi, intollerabilmente insufficiente secondo il diritto internazionale», ha commentato la relatrice. «Gli Stati dell’UE devono imporre un embargo totale sulle armi, sospendere il commercio (incluso HorizonEU), perseguire i presunti criminali e inviare una flotta per rompere l’assedio. Niente di meno». Nessuno di questi temi è davvero affrontato nella mozione parlamentare, così come non è stata fatta menzione del mandato d’arresto contro il primo ministro Netanyahu, che è stato ignorato dall’Ungheria, e che molti altri Stati hanno annunciato che non avrebbero rispettato.

La mozione del Parlamento, infine, impegna l’UE a muoversi per implementare la cosiddetta soluzione dei due Stati, e invita i Paesi membri a valutare un eventuale riconoscimento dello Stato di Palestina. Anche in questo caso, le parole usate da Albanese per commentare la proposta von der Leyen sembrano puntuali: lo Stato che l’Eurocamera invita a riconoscere, infatti, è una Palestina «completamente smilitarizzata», e governata dall’Autorità Nazionale Palestinese. Essa, insomma, non sembra differire in alcun modo da quella Palestina che il presidente francese Macron ha annunciato che avrebbe riconosciuto in occasione dell’apertura del prossimo ciclo dell’Assemblea Generale dell’ONU: uno Stato, come suggerito dallo stesso presidente dell’ANP, Mahmoud Abbas, disarmato e soggetto a riforme orientate dall’esterno e alla supervisione politica e militare di terzi. Il Parlamento UE, insomma, ha invitato a riconoscere la Palestina senza fare nulla per farla esistere; eppure, la sua posizione risulta ben più impegnata di quella dell’Italia, che dopo due anni di genocidio non ha ancora fatto menzione di possibili sanzioni, di un eventuale riconoscimento della Palestina, o della possibilità di interrompere i rapporti commerciali con Israele, preferendo continuare a fare affari con lo Stato ebraico.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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