Con una mossa che creerà un precedente rilevante, il fondo sovrano norvegese, il più grande al mondo – con un patrimonio stimato in oltre 2 trilioni di dollari – ha annunciato la dismissione di investimenti dall’azienda statunitense di macchinari edili Caterpillar, oltre che da altre sei aziende. Le motivazioni, spiega il fondo, riguardano la complicità diretta nelle violenze commesse da Israele contro i palestinesi, quali la distruzione delle case e la costruzione degli insediamenti israeliani, considerati illegali dalla comunità internazionale. La decisione segue di poche settimane il rapporto della relatrice speciale ONU Francesca Albanese, nel quale Caterpillar viene citata proprio come azienda complice del governo israeliano.
Norges Bank Investment Management (NBIM), che gestisce il fondo per conto della popolazione norvegese ed è valutato circa 2 trilioni di dollari, ha detto che c’è un «rischio inaccettabile che le società contribuissero a gravi violazioni dei diritti degli individui in situazioni di guerra e conflitto». La decisione si è basata sulle raccomandazioni del suo consiglio etico, ha detto. Oltre alla statunitense Caterpillar (nota anche come CAT), NBIM disinvestirà anche da First International Bank of Israel e il suo proprietario di maggioranza FIBI Holdings, Bank Leumi Le Israel BM, Mizrahi Tefahot Bank e Bank Hapoalim BM. Le aziende avevano fornito i servizi finanziari necessari per l’attività di costruzione negli insediamenti israeliani in Cisgiordania, che erano stati «stabiliti in violazione del diritto internazionale».
In merito alla società USA di macchine pesanti da lavoro, come riportato dal Financial Times, il Consiglio di NBIM ha dichiarato: «I bulldozer prodotti da Caterpillar vengono utilizzati dalle autorità israeliane nella diffusa distruzione illegale delle proprietà palestinesi. Non c’è dubbio che i prodotti Caterpillar vengano utilizzati per commettere violazioni estese e sistematiche del diritto umanitario internazionale. L’azienda inoltre non ha implementato alcuna misura per prevenire tale uso».
La decisione arriva neanche due mesi dopo che la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, ha pubblicato un report in cui compaiono tutti i nomi delle grandi aziende che contribuiscono all’economia israeliana, quella che ha chiamato “economia del genocidio”. In questa lista c’è proprio anche Caterpillar. NBIM aveva una partecipazione di 2,4 miliardi di dollari nella società alla fine del 2024, rappresentando circa l’1,2% della proprietà. Il disinvestimento non è un atto isolato da parte del fondo norvegese ma si inserisce nella rigorosa politica di investimento supervisionata da un Comitato Etico indipendente che formula raccomandazioni al Ministero delle Finanze norvegese.
La mossa è molto più di una semplice transazione finanziaria: è un forte segnale politico ed etico per la comunità internazionale. Essa fornisce una validazione istituzionale significativa al movimento globale che spinge per una maggiore responsabilità aziendale nelle aree di conflitto, in particolare in Palestina. L’azione del fondo norvegese indica che la pressione degli attivisti e delle organizzazioni per i diritti umani sta finalmente traducendosi in conseguenze finanziarie concrete. L’episodio pone un precedente rilevante e mette in guardia le multinazionali che operano in contesti sensibili: la reputazione e la responsabilità sociale non sono più semplici appendici del bilancio, ma fattori cruciali che influenzano direttamente la fiducia degli investitori e, di conseguenza, la loro stabilità finanziaria.
Mooolto bene. Avanti così!