domenica 17 Agosto 2025

Una sentenza negli USA dichiara la bandiera israeliana simbolo di ebraismo

Un giudice federale statunitense ha equiparato la bandiera israeliana a quella che ha definito «razza ebraica». La decisione arriva nell’ambito di una causa intentata da un’attivista pro-Israele, che ha accusato una persona di averla aggredita durante una manifestazione. Secondo la ricostruzione accolta dal tribunale, l’attivista portava al collo una bandiera israeliana, che la sua presunta assalitrice avrebbe tirato, strangolandola brevemente; la difesa, invece, sosteneva che tra le due ci sarebbe stato un breve scontro e che la kefiah dell’imputata si sarebbe impigliata nella bandiera. L’atto, in ogni caso, è antisemita, ritiene il tribunale di Washington DC, perché legato a un simbolo della religione ebraica: la stella di David disegnata sulla bandiera. La decisione del giudice stabilisce un nuovo standard legale che può essere utilizzato per equiparare antisionismo e discriminazione antiebraica. Con essa, insomma, viene portata avanti una diretta equiparazione tra antisionismo e antisemitismo, identificando lo Stato di Israele con la religione ebraica stessa.

La causa dell’attivista pro-Israele è stata presentata lo scorso luglio dal National Jewish Advocacy Center, un’organizzazione no-profit che ha rappresentato l’attivista. Le versioni fornite sulla vicenda sono due: l’attivista sostiene di essere stata strangolata per breve tempo dopo una colluttazione con l’imputata, che avrebbe tirato la bandiera attorno al suo collo; la difesa invece affermava che tra le due ci sarebbe stato uno scontro senza alcun contatto di natura dolosa, e che la kefiah – tipica sciarpa palestinese – dell’imputata si sarebbe impigliata nella bandiera dell’attivista pro-Israele. Comunque sia andata, a fermare la situazione è arrivato un agente delle forze dell’ordine, che ha arrestato l’imputata. L’agente ha fornito una testimonianza senza esporsi in tribunale, dove, sottolineano gli stessi giornali israeliani che riportano la vicenda, “l’aggressione deve essere provata oltre ogni ragionevole dubbio”.

L’ONG sosteneva che i diritti civili dell’attivista sarebbero stati violati perché aggredita su base etnica; nella causa, spiegano i giornali israeliani che hanno intervistato i rappresentanti dell’ONG, veniva argomentato che il sionismo costituirebbe un aspetto della fede ebraica, e non una posizione politica. I legali hanno utilizzato un’interpretazione del concetto di sionismo come forma di protezione degli ebrei filo-israeliani, individuando nell’antisionismo un’idea che mina i diritti civili statunitensi nell’ambito di religione, etnia e origine nazionale. Il tribunale ha stabilito che l’imputata «ha deliberatamente discriminato [l’attivista] su base razziale», portando come prova la testimonianza dell’agente che l’ha arrestata. La violenza, sostiene il giudice, non si sarebbe verificata se non ci fossero stati motivi di discriminazione razziale: «Tirare deliberatamente una bandiera israeliana legata al collo di una persona ebrea per strangolarla è una prova diretta di discriminazione razziale», si legge nelle argomentazioni del giudice. «La Stella di Davidimpressa sulla bandiera israelianasimboleggia la razza ebraica». Secondo il giudice, insomma, l’imputata avrebbe strangolato deliberatamente l’attivista pro-Israele, e il fatto che per portare avanti la propria aggressione abbia usato una bandiera israeliana costituirebbe una prova della natura antisemita del presunto attacco.

L’equazione utilizzata dal tribunale statunitense mette in parallelo la religione ebraica ai propri simboli – in questo caso la stella di David – e quegli stessi simboli a Israele, poiché la stella di David è presente sulla sua bandiera. Come ha spiegato Matthew Mainen, avvocato di NJAC, la sentenza del giudice «consolida la giurisprudenza che equipara gli attacchi alla Stella di David e alla bandiera israeliana all’antisemitismo». Nelle future cause, spiega l’avvocato, l’accusa potrà citare questa vicenda «come prova dell’esistenza di uno standard giuridico che equipara l’antisionismo alla discriminazione antiebraica». Insomma, chiosa l’avvocato, «l’antisionismo è ovviamente antisemitismo».

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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3 Commenti

  1. Sinceramente non me può fregar di meno del cercare il pelo nell’uovo, se l’uovo è marcio.
    I Romani tolsero gli Ebrei dal Medio Oriente perché lo rendevano instabile, i Sino Euro Americani celi rimisero convinti avrebbero portato sviluppo e pace.
    Chi aveva ragione è sotto gli occhi del Mondo e chi ha avuto torto pagherà caro, pagherà tutto, in sostanza è già in bancarotta.

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