Il prossimo 15 agosto, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump incontrerà il presidente russo Vladimir Putin in Alaska per discutere la fine del conflitto russo-ucraino. L’annuncio è stato dato da Trump tramite il suo social media Truth Social, in cui ha parlato di un incontro «attesissimo». Le autorità russe hanno confermato la data e l’oggetto del meeting, sottolineando la logica della scelta dell’Alaska come sede, data la vicinanza geografica tra i due Paesi. Piccata la reazione ucraina, con il presidente Zelensky che ha dichiarato l’inutilità di ogni accordo senza la partecipazione di Kiev. Si tratta del primo incontro di vertice tra un presidente statunitense e Putin dal 24 febbraio 2022, giorno dello scoppio del conflitto.
Mettendo piede in Alaska, Putin fa ritorno negli Stati Uniti per la prima volta da 10 anni. L’ultimo suo viaggio in terra USA risale al 2015, quando era ancora presidente Barack Obama. All’agenzia Interfax, il consigliere di Putin Yuri Ushakov ha dichiarato che «Russia e Stati Uniti sono vicini di casa, Paesi confinanti, e sembra del tutto logico che la nostra delegazione attraversi lo Stretto di Bering e che un incontro così importante e atteso si tenga in Alaska, aggiungendo che «il Cremlino si aspetta che, dopo l’Alaska, il successivo incontro tra i presidenti russo e statunitense si svolga in territorio russo», facendo riferimento a un invito che è «già stato esteso». Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha messo in guardia contro qualunque «decisione presa senza la presenza dell’Ucraina», ribadendo che gli ucraini «non abbandoneranno la loro terra agli occupanti». «Qualsiasi decisione presa contro di noi, qualsiasi decisione presa senza l’Ucraina, sarebbe una decisione contro la pace» e «non potrebbe funzionare», ha avvertito sui propri account social. «Tutti abbiamo bisogno di una pace vera e autentica, una pace che la gente rispetti», ha concluso.
Oltre ad avere chiesto la sospensione degli aiuti occidentali all’Ucraina e la fine dei tentativi di Kiev di aderire alla NATO, Putin ha ripetutamente affermato che qualsiasi accordo dovrà contemplare la rinuncia da parte ucraina ad alcuni dei territori che la Russia ha conquistato dal 2014. Kiev e i suoi alleati europei si oppongono invece da tempo a qualsiasi accordo che preveda la cessione a Mosca di territori occupati, tra cui Crimea, Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhia. Nelle ultime ore si è appreso che funzionari americani, ucraini e di diversi Paesi europei si incontreranno questo fine settimana nel Regno Unito per cercare di raggiungere una posizione comune prima dell’incontro tra i presidenti americano e russo.
Fine della guerra e fine di Volodymyr. Unica in braghe di tela l’ EU. E pensare che si poteva terminare questa stupida guerra (come tutte d’altronde) nel maggio di tre anni fa con meno morti, distruzione ed oneri aggiuntivi a carico di tutti gli Europei. Gli stupidi alla fine pagano sempre. Mi auguro che qualcuno si ricordi ancora della fatidica frase di von der Layen: “questa guerra deve essere vinta”.