Abdullah Öcalan, storico leader incarcerato del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), ha proclamato ufficialmente la fine della lotta armata del gruppo contro lo Stato turco, aprendo la strada a una «nuova fase» basata sulla politica e sul diritto democratico: «La fase della lotta armata è finita. Questa non è una sconfitta, ma un guadagno storico», ha dichiarato Öcalan, esortando il parlamento turco a istituire una commissione speciale che possa gestire il processo di disarmo e facilitare un dialogo politico inclusivo. Il disarmo comincerà con un primo gruppo di militanti che deporrà le armi nella città di Suleymaniyah, nel nord dell’Iraq. Il PKK, nato alla fine degli anni Settanta e considerato un’organizzazione terroristica da Turchia, Stati Uniti e Unione Europea, aveva già annunciato a maggio la decisione di sciogliersi, in risposta a un primo appello scritto di Öcalan risalente a febbraio.
L’annuncio di Öcalan è stato rilasciato ieri, mercoledì 9 luglio, con un video diffuso dall’agenzia di stampa Firat, vicina al PKK. Il processo di deposizione delle armi inizierà domani, e andrà avanti per giorni. Per portarlo avanti, ha detto Öcalan, verrà istituito un meccanismo che assicuri l’integrazione dei curdi nell’Assemblea nazionale turca, che coinvolgerà in maniera diretta il partito filo-curdo DEM, la terza forza del Paese. Una portavoce del partito, Aysegul Dogan, ha dichiarato che il processo di disarmo del PKK deve essere reso permanente attraverso una serie di garanzie legali e la creazione di meccanismi che garantiscano una transizione verso una politica democratica. Dogan ha aggiunto che i membri di DEM avrebbero partecipato alla cerimonia di disarmo a Sulaymaniyah insieme a un gruppo di combattenti del PKK. Al termine della fase di disarmo, Öcalan ha annunciato che pubblicherà il “Manifesto per una Società Democratica” che sostituirà il precedente manifesto “Strada per la Rivoluzione del Kurdistan”.
Dopo la pubblicazione del video di Öcalan, l’Unione delle Comunità del Kurdistan (KCK), organizzazione politica che tiene insieme il PKK, il Partito dell’Unione Democratica (PYD, siriano), il Partito per la Vita Libera in Kurdistan (PJAK, iraniano) e il Partito della Soluzione Democratica del Kurdistan (PÇDK, iracheno), ha rilasciato una dichiarazione in cui accoglie le richieste del leader curdo. Il KCK ha affermato di essere «determinato» a realizzare la “Società per la Pace e la Democrazia” di cui parla Öcalan, sottolineando che la chiamata «non riguarda solo noi, ma anche lo Stato, il Parlamento e tutti gli attori politici con una responsabilità», chiedendo dunque alla Turchia di andare incontro alle esigenze del popolo curdo. Il KCK ha anche ribadito la sua posizione per cui il processo di pacificazione debba passare dalla liberazione di Öcalan. Anche il presidente turco Erdoğan sembra avere accolto favorevolmente le parole di Öcalan, augurandosi che il processo di integrazione curda e smilitarizzazione del PKK proceda senza intoppi.
L’annuncio di Öcalan arriva al termine di un processo di riapertura dei dialoghi iniziato nella fine del 2024. Tutto è partito con un’apertura da parte di Devlet Bahçeli, leader del Partito del Movimento Nazionalista, il più grande alleato esterno del presidente turco. Bahçeli ha chiesto a Erdoğan di aprire un colloquio con Öcalan per porre fine al conflitto, che durava da oltre trent’anni, suggerendo la possibilità di liberare il fondatore del PKK in cambio di un suo eventuale ordine di deporre le armi. A dicembre, è stato ufficialmente rotto l’isolamento del leader del PKK, che ha ricevuto una visita di due deputati di DEM, il principale partito curdo del Paese. I colloqui si sono così fatti sempre più serrati, fino a quanto il 27 febbraio, dal carcere, Öcalan ha lanciato uno storico annuncio in cui ha chiesto a tutte le firme curde di abbandonare le armi e indire un congresso per deliberare uno scioglimento. Poco dopo, il PKK ha annunciato un cessate il fuoco temporaneo e organizzato il congresso richiesto da Öcalan. A maggio, il congresso si è riunito e ha approvato lo scioglimento del partito e la deposizione delle armi.
L’ EU si riarma, il PKK si disarma. Errare humanum est.