venerdì 4 Luglio 2025

Frane e ingiustizie a Cortina: a pagare sono i cittadini che denunciano i pericoli

A San Vito di Cadore cresce la rabbia per le continue frane che, nelle ultime settimane, hanno interessato i monti Sorapis e Antelao e per l’inerzia delle istituzioni. Dal 2018, i cittadini avevano denunciato la fragilità idrogeologica dell’area, opponendosi alla variante stradale Anas legata ai Mondiali di sci 2021. Le loro preoccupazioni si sono rivelate fondate, eppure, invece di ricevere ascolto, si sono visti chiedere risarcimenti per 127 mila euro e dichiarare ineleggibili tre consiglieri comunali critici verso l’opera. Ora i cantieri sono ancora aperti in vista delle Olimpiadi 2026, mentre i cittadini continuano a pagare il prezzo di scelte ritenute inutili e dannose.

La notte di martedì 1° luglio, l’ennesima colata di fango e sassi dalla Croda Marcora ha invaso la statale 51, chiudendo la strada in entrambe le direzioni. Una frana con un fronte di lunghezza di 100 metri e alta 4 metri. Vigili del fuoco di Belluno e Verona, insieme alle squadre di Cortina e di San Vito, sono intervenuti con pale gommate, escavatore e camion per liberare la carreggiata. Si tratta della terza chiusura della statale in meno di quindici giorni, in seguito ad altre due colate di detriti che avevano già colpito il territorio di Borca di Cadore. Il commerciante Antonio Menegus, storica voce del “Comitato no variante Anas”, non nasconde rabbia e frustrazione: «Ma si rendono conto di quello che sta accadendo sulle nostre montagne e di ciò noi stiamo denunciando da anni, senza che nessuno prenda provvedimenti? Anzi, hanno chiesto ai cittadini che hanno alzato la voce risarcimenti per spese legali pari a 127 mila euro e hanno impedito l’elezione di tre consiglieri comunali, per una causa civile finita nel nulla». Menegus ha aggiornato il bilancio delle sue battaglie, le quali, oltre alla richiesta di risarcimento per le spese legali, vede quattro cause davanti al Tribunale delle Acque Pubbliche.

Nel febbraio 2018, Menegus e altri abitanti inviarono un esposto al Ministero dell’Ambiente, alla Procura di Belluno, al sindaco di San Vito, all’Anas e alla Soprintendenza, denunciando che «la progettazione Anas depositata al Ministero dell’ambiente e di tutela del territorio non prende in giusta considerazione la fragilità idrogeologica di tutto il versante che va da Borca a Cortina in sinistra Boite». Il documento avvertiva dei drammatici precedenti: due vittime a Borca nel 2009 e tre a San Vito nel 2015, e segnalava nel tratto di Acquabona «continue interruzioni (media tre all’anno) in diversi punti» della statale 51. Proposero persino «soluzioni di viabilità alternativa all’intera tratta, probabilmente in destra Boite, che pongano definitivamente in sicurezza il transito nell’Alta valle del Boite».

Il progetto rientrava nei lavori per i campionati mondiali di sci alpino di Cortina 2021, che avrebbero dovuto essere consegnati entro il 31 dicembre 2019. Gli attivisti ricordano come i cantieri, contrariamente alle promesse, avessero preso «durata indefinita» e oggi si trascinino ancora in vista delle Olimpiadi 2026. Lo scorso dicembre, il Comitato fece i conti con parcelle legali «abnormi»: otto fatture da 65mila euro ciascuna, per un totale di 523mila euro, con maggiorazioni del 150% decise dai legali di Anas e Comune di Cortina. Nel dettaglio, una singola parcella toccò 45mila euro per l’incremento percentuale di venticinque parti, a cui si aggiungevano spese previdenziali e forfettarie. Le cause, intentate davanti al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, erano mirate a ottenere la sospensiva dei lavori mai concessa, ma costarono un’estorsione giudiziaria di fatto punitiva.

A giugno 2024 tre consiglieri – Anna Rosa Martinelli, Paolo Brovedani e Silvia D’Arsiè de Sandre – eletti proprio in quota Comitato, furono dichiarati ineleggibili: il commissario straordinario Antonino Russo aveva avviato contro di loro una causa da 144.526 euro per «danni patrimoniali e d’immagine», imputando un «eccesso di ricorsi». Il Tribunale di Belluno li ha poi reintegrati, ma il mandato era nel frattempo decaduto. Il neo sindaco Franco de Bon ha rinunciato all’appello e il Comune è stato condannato a pagare 40mila euro di spese legali.

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Stefano Baudino

Laureato in Mass Media e Politica, autore di dieci saggi su criminalità mafiosa e terrorismo. Interviene come esperto esterno in scuole e università con un modulo didattico sulla storia di Cosa nostra. Per L’Indipendente scrive di attualità, politica e mafia.

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