In Giappone è stata eseguita oggi la condanna a morte di Takahiro Shiraishi, noto come il “killer di Twitter”, per l’omicidio di nove persone tra agosto e ottobre 2017. È la prima dal 2022 nel Paese. Shiraishi adescava vittime con pensieri suicidi tramite social, promettendo di aiutarle a morire, per poi drogarle, violentarle, strangolarle e smembrarle. Arrestato nel 2017, è stato condannato alla pena capitale nel 2020. Il caso suscitò grande attenzione mediatica, spingendo Twitter (oggi X) a vietare contenuti che promuovano il suicidio. Ha anche riacceso il dibattito sulla salute mentale in Giappone, Paese dove il suicidio è un grave problema sociale.