domenica 8 Giugno 2025

In Guatemala è stato scoperto un complesso Maya di tremila anni fa

Include santuari, piramidi e persino un inedito sistema di canali idraulici distribuiti tra tre siti finora poco conosciuti: è l’antico complesso Maya risalente a circa tremila anni fa, riportato alla luce in Guatemala da un team di ricercatori locali e archeologi slovacchi e dettagliato nel corso di una conferenza stampa tenuta recentemente dal Ministero della Cultura del Guatemala, secondo cui si tratterebbe di un ritrovamento potenzialmente capace di riscrivere alcuni capitoli della storia della civiltà precolombiana, in particolare dei suoi insediamenti più antichi. La scoperta, avvenuta grazie alle tecnologie moderne di scansione come LIDAR, presenta inoltre elementi architettonici e simbolici di rilievo che, uniti alla peculiarità delle strutture idrauliche rinvenute, suggeriscono che questi luoghi costituissero un centro rituale strategico e articolato, rimasto finora sconosciuto. «Qui si trova uno dei centri rituali più importanti della regione, con notevoli santuari, che aiutano a rivalutare la nostra comprensione della storia Maya», ha commentato il Ministero della Cultura.

La civiltà Maya nacque intorno al 2000 a.C. e si sviluppò soprattutto negli attuali territori di Guatemala e Messico meridionale, raggiungendo il suo apice tra il 400 e il 900 d.C. È nota per le sue imponenti costruzioni architettoniche, per un sofisticato sistema di scrittura e per le avanzate conoscenze in campo astronomico e matematico. Uaxactún, situato nella regione guatemalteca del Petén, è considerato uno dei siti archeologici chiave per la comprensione di questa civiltà. L’area in questione, invece, si trova a breve distanza da quest’ultimo sito, ma i tre insediamenti scoperti – Los Abuelos, Petnal e Cambrayal – risultavano finora sconosciuti e non segnalati nemmeno dalle precedenti esplorazioni. Per effettuare la scoperta, spiegano i ricercatori, è risultato fondamentale il lavoro del Progetto archeologico regionale di Uaxactún (PARU), condotto da un’équipe internazionale di archeologi guatemaltechi e slovacchi, con il supporto dell’Università Comenius di Bratislava. Il tutto grazie al supporto delle tecnologie avanzate – come la mappatura laser – che hanno permesso di identificare nuovi siti nascosti nella fitta giungla, migliorando in modo sostanziale la capacità di esplorazione e documentazione.

Per quanto riguarda l’insediamento di Los Abuelos, il nome deriva da due figure rocciose di aspetto umanoide che, secondo gli archeologi, rappresenterebbero una coppia di antenati. «Qui si trova uno dei centri rituali più importanti della regione», ha dichiarato il viceministro della cultura e dello sport del Guatemala, Luis Rodrigo Carrillo, aggiungendo che in zona si trovano santuari sacri e strutture cerimoniali che indicano l’importanza rituale dell’area e che il ritrovamento impone una rivalutazione della storia religiosa e politica della zona. A est di Los Abuelos, invece, gli archeologi hanno identificato Petnal – dove si erge una piramide alta 33 metri e che presenta sulla sommità due stanze ben conservate affrescate con simbolismi ancora in fase di studio – mentre più a nord, a Cambrayal, è stato infine rinvenuto un palazzo dotato di un sistema di canali d’acqua considerato “unico” dal ministero, che lo ritiene un indizio prezioso per comprendere le tecnologie idrauliche e la gestione delle risorse da parte dei Maya. Tutti e tre i siti, spiegano i funzionari, formano un “triangolo urbano” mai documentato prima, che testimonia l’esistenza di un assetto urbanistico articolato, probabilmente connesso al centro maggiore di Uaxactún. «Queste nuove scoperte archeologiche costituiscono una testimonianza della grandezza della cultura Maya, che oggi stiamo facendo conoscere al mondo intero», ha concluso il Ministero.

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Roberto Demaio

Laureato alla facoltà di Matematica pura ed applicata dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Autore del libro-inchiesta Covid. Diamo i numeri?. Per L’Indipendente si occupa principalmente di scienza, ambiente e tecnologia.

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2 Commenti

  1. Sono poco interessato alle Civiltà perdute, preferisco quelle come l’Egitto o Roma che davvero hanno cambiato il Mondo in modo stabile.
    Capisco che gli studiosi devono studiarle tutte, ma nel mio piccolo mi concentro solo sulle maggiori e cerco di approfondire queste.

    • Aggiungo anche l’antica Cina, in sostanza a me interessano le antiche Civiltà che erano veramente tali, nel senso che nemmeno l’inesorabile passaggio dei Millenni ha potuto cancellare la loro stabile impronta sulla storia del Mondo.

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