Il Parlamento italiano ha votato ancora una volta contro il riconoscimento della Palestina e l’impegno a prendere azioni pratiche per fermare il genocidio a Gaza. La maggioranza che regge il governo guidato da Giorgia Meloni ha infatti respinto alla Camera dei Deputati la mozione unitaria di PD, M5S e AvS che, tra le altre cose, proponeva il riconoscimento di uno Stato palestinese e l’impegno di chiedere la sospensione dell’accordo di associazione Unione europea-Israele. Bocciata in toto anche la mozione di Azione, che al punto 1 avrebbe introdotto sanzioni a Israele nel caso in cui lo Stato ebraico avesse continuato le proprie azioni militari a Gaza. Approvate, invece, la mozione della maggioranza e la quasi totalità della mozione di Italia Viva, che reiterano i soliti contenuti fumosi e privi di riferimenti concreti.
Nello specifico, la mozione unitaria presentata da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra chiedeva il riconoscimento dello Stato di Palestina, lo stop all’export di armi verso Israele e sanzioni nei confronti del governo Netanyahu per le gravi violazioni del diritto internazionale a Gaza. Il documento chiedeva un cessate il fuoco immediato, la liberazione degli ostaggi israeliani, la protezione dei civili a Gaza, la ripresa degli aiuti umanitari e la condanna del piano israeliano denominato “Carri di Gedeone”, definito come «un annientamento sistematico della popolazione civile». Un testo forte, che indicava chiaramente una linea di rottura con l’attuale posizione dell’esecutivo italiano e che puntava a riallineare l’Italia con le recenti decisioni prese da altri Paesi europei come Spagna, Irlanda e Norvegia. La maggioranza di centrodestra ha però chiuso ogni spiraglio di discussione, cassando il testo delle tre forze di opposizione e mettendo al contrario il timbro su una mozione molto più vaga, che si limita a esprimere «preoccupazione» per la crisi umanitaria in corso e a ribadire il sostegno a un processo negoziale basato sulla coesistenza di due Stati «con confini mutualmente riconosciuti», senza menzionare Israele né i crimini di guerra. Il testo esprime infatti solo generica solidarietà alle vittime, invitando alla fine delle ostilità e al rilancio dei colloqui di pace.
La maggioranza ha bocciato anche la mozione presentata da Azione, finalizzata alla «adozione di un piano di sanzioni nei confronti di Israele, se il Governo Netanyahu dovesse proseguire, come negli ultimi mesi, le operazioni militari nella Striscia di Gaza in violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario» e a contrastare il «piano del Presidente Trump per la Striscia di Gaza, compresa l’ipotesi di deportazione della popolazione», nonché al «ripristino, nell’immediato, di una prospettiva negoziale per l’obiettivo dei ‘due popoli, due Stati». A completare il quadro, la mozione di Italia Viva – molto più moderata – è stata approvata parzialmente. La maggioranza ha infatti bocciato il passaggio in cui si condannava esplicitamente il piano di occupazione militare della Striscia di Gaza promosso da Netanyahu, dicendo sì ai punti in cui si menziona il rafforzamento dell’Autorità Palestinese moderata e il contrasto all’antisemitismo.
Non è la prima volta che il centro-destra si mette di traverso rispetto a mozioni calibrate su questo tema. Lo scorso luglio, alla Camera dei Deputati si erano già votate diverse proposte: passò solo la mozione della maggioranza, spalleggiata da Azione e Italia Viva – che si videro approvare alcune parti delle loro proposte – in cui si chiedeva all’esecutivo di sostenere a livello internazionale iniziative finalizzate al riconoscimento dello Stato di Palestina nel contesto di una «soluzione negoziata», dunque con Israele a ricoprire una posizione di forza. Il governo ha così nuovamente sposato in maniera acritica la linea di Washington, che da sempre parla di una soluzione “a due Stati” da raggiungere attraverso i negoziati, nella consapevolezza che lo Stato Ebraico – come più volte dichiarato da illustri membri del suo governo – non ha alcuna intenzione di arrivarci. Ancora, lo scorso gennaio il Senato ha respinto una mozione presentata dal Movimento 5 Stelle che promuoveva il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Italia.
Le iniziative politiche più coraggiose sono arrivate da circuiti esterni al Parlamento. In particolare, il 28 giugno 2024 sono state ufficialmente consegnate al Senato della Repubblica le quasi 80mila firme raccolte dall’Associazione Schierarsi, di cui è vicepresidente l’ex deputato Alessandro Di Battista, a supporto della proposta di legge di iniziativa popolare per il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte del nostro Paese. Nel testo della proposta si legge che «L’Italia riconosce lo Stato di Palestina con capitale Gerusalemme est come Stato sovrano e indipendente, conformemente alle risoluzioni delle Nazioni Unite e al diritto internazionale». La proposta giace ancora nei cassetti del Parlamento.
Ennesima conferma che i politici italiani non rappresentano assolutamente il popolo Italiano
Gentile Presidente del Consiglio, qualcuno Le spieghi la contraddizione. Se lei non riconosce la Palestina come Stato non può dire che gli attacchi israeliani fanno parte di una guerra. Capito?
Non mi pare che l’ Italia, politicamente, s’è desta. E’ un agglomerato di teste più o meno furbe ma poco intelligenti che si accodano sempre a quello che sulla carta pare il vincitore. Ed è per questo che a livello internazionale facciamo immancabilmente la figura della pezza da piedi.
Visto che l’Italia nel Mondo conta solo all’incontrario, probabilmente porterà bene.
Italia, un paese di cui vergognarsi, almeno politicamente.
Vergogna, tremenda vergogna si abbatterà su di loro un bel giorno!