Nuovo capitolo nella crisi diplomatica tra Francia e Algeria. Nell’arco di quarantotto ore, Parigi e Algeri hanno proceduto a espulsioni reciproche di trenta dei loro agenti diplomatici e consolari, 15 francesi e 12 algerini. I rapporti tra i due Paesi, storicamente segnati da tensioni legate al passato coloniale, si sono ulteriormente deteriorati a partire dallo scorso anno, quando il presidente Emmanuel Macron ha espresso pubblicamente il sostegno alla posizione del Marocco sulla questione del Sahara occidentale, irritando profondamente Algeri – alleata degli indipendentisti saharawi. Mai dal 1962, anno dell’indipendenza algerina dal padrone coloniale francese, il legame diplomatico franco-algerino si era trovato ad un punto così basso, segno di una profonda divisione tra i due Paesi.
Lo scorso martedì 13 maggio, il ministero degli Esteri francese ha convocato l’incaricato d’affari algerino per notificargli l’espulsione di 12 cittadini algerini titolari di passaporti diplomatici, entrati in Francia senza visto. La decisione segue quella algerina di domenica scorsa, con cui sono stati espulsi dal Paese 15 funzionari francesi in servizio ad Algeri ritenendo la loro presenza irregolare. «La Francia si riserva il diritto di adottare ulteriori misure a seconda dell’evoluzione della situazione», ha dichiarato il ministero degli esteri in un comunicato diffuso dopo il colloquio con il funzionario algerino. Il Ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, durante un intervento sull’emittente televisiva BFMTV, ha annunciato l’espulsione di diplomatici algerini, definendo la decisione dell’Algeria come «ingiustificata e ingiustificabile». Secondo Jean-Noël Barrot, l’espulsione dei funzionari francesi è stata presa sulla base di una «decisione unilaterale delle autorità algerine di stabilire nuove condizioni di accesso al territorio algerino per i funzionari pubblici francesi titolari di un passaporto ufficiale, diplomatico o di servizio, in violazione dell’accordo bilaterale del 2013».
Le frizioni diplomatiche segnano un nuovo picco. Una simile situazione era avvenuta nel marzo scorso, quando il Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri algerino, Lounès Magramane, aveva ricevuto l’incaricato d’affari dell’Ambasciata francese in Algeria per denunciare atti unilaterali di espulsione intrapresi dalla Francia. Poi la questione si era ripetuta alla metà di aprile, nonostante pochi giorni prima il Ministro degli Esteri francese si fosse recato ad Algeri su invito del Presidente della Repubblica democratica popolare d’Algeria, Abdelmadjid Tebboune, per discutere dei legami tra i due Paesi. Proprio alla metà del mese scorso, quando ci fu un altro scambio reciproco di espulsioni diplomatiche, la Francia si era allineata alla politica della “sedia vuota” adottata lo scorso anno dall’Algeria, richiamando il proprio ambasciatore dal Paese del Màghreb. L’Algeria aveva infatti già richiamato il proprio ambasciatore da Parigi il 30 luglio dello scorso anno, in seguito al capovolgimento francese pro-marocchino sulla questione del Sahara occidentale. Proprio da quel momento è iniziato il vigoroso precipitare dei legami diplomatici tra Francia e Algeria.
In occasione del riconoscimento francese delle istanze marocchine sul Sahara occidentale, l’Algeria espresse «grande rammarico e forte denuncia» ritenendo il governo francese come responsabile del probabile deterioramento delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Un altro strappo tra Francia e Algeria si consumò poi tra le fine di ottobre e l’inizio di novembre. Il 29 ottobre Macron si recò in visita in Marocco, dove incontrò il re Mohammed VI, per ristabilire le relazioni diplomatiche tra i rispettivi Paesi e stringere accordi commerciali. Come risposta, l’8 novembre, l’Algeria annunciò la sospensione del commercio con la Francia come misura di ritorsione per la decisione francese di voltare le spalle ad Algeri sulla questione del Sahara occidentale, dove da sempre l’Algeria è schierata a fianco del popolo Sahrawi, ospitando decine di migliaia di rifugiati nei campi profughi costruiti sul proprio territorio.
E così si arriva ad oggi, con una situazione diplomatica tra Francia e Algeria che segna un punto minimo mai visto dall’indipendenza algerina. E potrebbe non essere finita qui.
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Macron sta finendo la pacchia?