mercoledì 31 Dicembre 2025

Torino, continua la repressione dei movimenti per la Palestina: sei arresti

Hanno tra i 16 e i 17 anni, ma sono comunque finiti tutti ai domiciliari, indagati a vario titolo per resistenza aggravata e lesioni a pubblico ufficiale. Si tratta di sei studenti, la maggior parte dei quali del liceo Einstein di Torino, che negli ultimi mesi avrebbero preso parte a numerose iniziative contro il governo e per la Palestina. L’episodio è solamente l’ultimo di una lunga serie di atti repressivi avvenuti a Torino (e non solo) contro i movimenti che esprimono dissenso nei confronti del governo e per la Palestina, culminati lo scorso 18 dicembre nello sgombero dello storico centro sociale Askatasuna.

Tra le iniziative contestate dalla Questura vi è la protesta contro il volantinaggio di Gioventù Nazionale (organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia) dello scorso 27 ottobre. Una decina di studenti afferenti al Kollettivo Einstein avrebbero infatti cercato di impedire la propaganda politica del gruppo e la situazione si sarebbe scaldata al punto da far intevenire la Digos (che non spiega quali sarebbero state le circostanze per le quali è stato necessario il suo intervento). I poliziotti, che sarebbero stati accolti con calci e spinte, hanno fermato uno degli studenti dell’Einstein. Mentre veniva portato in Questura, i compagni avrebbero cercato di fermare gli agenti e, nei tafferugli che sarebbero seguiti, un paio di questi avrebbero riportato lievissime contusioni. Pochi giorni dopo, in una lettera inviata al manifesto, gli insegnanti del liceo avevano apertamente preso le parti degli studenti, denunciando un uso eccessivo della forza da parte della polizia. Nella lettera gli insegnanti denunciavano il tono razzista del volantinaggio di Gioventù Nazionale, che se la prendeva con i ragazzi immigrati (molti dei quali frequentano il liceo), e negano che si fossero mai creati disordini tali da richiedere l’intervento della polizia. Gli insegnanti hanno poi denunciato come gli agenti avessero immediatamente usato la forza su ragazzi privi di armi o oggetti contundenti di qualsiasi tipo. Dal canto loro, i genitori avevano denunciato il fatto che nessuno avesse provato a mediare la situazione, prima di passare alla forza.

Vi è poi quanto accaduto il successivo 14 novembre, nel corso di una manifestazione del No Meloni Day, durante il quale gli studenti italiani hanno riempito oltre cinquanta piazze per protestare contro tagli alla scuola, alternanza scuola-lavoro, precarietà dei ricercatori e genocidio in Palestina. A Torino, quando il corteo ha cercato di superare gli agenti del Reparto Mobile ed entrare nella sede della Città Metropolitana, gli studenti sono stati respinti a colpi di manganello: anche in questa occasione, riporta la Questura, nove agenti hanno riportato lievissime contusioni.

Il comunicato della Questura, poi, riferisce che gli studenti si sono resi protagonisti di ulterirori “episodi criminosi”, quali l’occupazione dei binari della stazione ferroviaria di Porta Nuova durante lo sciopero nazionale per la palestina (che ha visto coinvolte centinaia di migliaia di persone in tutto il Paese) del 22 settembre e di quelli di Porta Nuova il 24 settembre, oltre che della protesta presso la sede del quotidiano La Stampa – quando, nel corso dello sciopero per la Palestina e contro il riarmo, un gruppo di manifestanti si staccò dal corteo principale ed entrò nella redazione vuota del giornale, dopo aver lanciato letame all’ingresso. Per quell’azione, che ha scatenato la reazione della politica sino al Quirinale,  sono state denunciate 36 persone.

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Valeria Casolaro

Ha studiato giornalismo a Torino e Madrid. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, frequenta la magistrale in Antropologia. Prima di iniziare l’attività di giornalista ha lavorato nel campo delle migrazioni e della violenza di genere. Si occupa di diritti, migrazioni e movimenti sociali.

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