Mancano ormai solo poche settimane all’accensione del braciere dei XXV Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026. Mentre l’attenzione si concentra sulle gare e sugli atleti, un rapporto di monitoraggio promosso da Libera e altre organizzazioni civiche scatta una fotografia inquietante dello spaccato in atto. Nello specifico, si rileva come l’investimento per le opere ruoti attorno a 3,54 miliardi di euro, ma anche che, di questa cifra, solo una piccola frazione è direttamente legata allo svolgimento delle gare: appena il 13% della spesa complessiva finanzia infatti le opere essenziali per i Giochi. La parte preponderante, ben l’87%, è assorbita dalle infrastrutture di legacy, il lascito permanente per i territori. Un divario che si traduce in un rapporto emblematico: per ogni euro speso per le Olimpiadi, se ne destinano 6,6 alle opere di contorno.
Opere e costi
Come evidenziato dal rapporto, l’analisi degli aggiornamenti disponibili al 31 ottobre 2025 per le opere di competenza Simico S.p.A. restituisce questo quadro: «98 opere totali, per un investimento complessivo di 3.540.304.465 euro; 31 opere essenziali allo svolgimento dei Giochi; 67 opere legacy, ovvero infrastrutture permanenti destinate ai territori». In tale cornice, l’avanzamento dei lavori mostra importanti ritardi. Solo 42 opere su 98 vedranno infatti il termine dei cantieri prima del via dei Giochi. Il 57% degli interventi, infatti, sarà completato dopo la cerimonia di chiusura, con l’ultimo cantiere previsto addirittura nel 2033. Particolarmente critica è la situazione di 16 opere, tra cui 8 essenziali come il “Cortina Sliding Centre” e il villaggio olimpico di Cortina, classificate con la dicitura «fine ante-olimpiadi». L’assenza di metadati chiari, tuttavia, «non permette di sapere in quale stato reale si troveranno alla data di inaugurazione», si legge all’interno del report.
Analizzando le variazioni intervenute nei primi dieci mesi del 2025, si evidenzia un progressivo e sostanziale aumento dei costi. Il valore complessivo del Piano delle Opere è cresciuto di ben 157 milioni di euro, registrando un incremento del 4,6%. Le maggiori lievitazioni hanno interessato la Variante di Longarone (+43 milioni), la Circonvallazione di Perca (+31 milioni) e la Tangenziale sud di Sondrio (+13,3 milioni, +44,11%). Contestualmente, per il 73% delle opere la data di fine lavori è stata posticipata, con slittamenti che in alcuni casi arrivano a superare i tre anni. Resta però del tutto oscuro chi stia sostenendo questi oneri aggiuntivi, dal momento che il portale Open Milano Cortina «non riporta più le fonti di finanziamento».
I “non dati”
Oltre a ciò che i numeri rendono visibile, persiste un’ampia area di «non dati», informazioni cruciali rimaste inaccessibili. Tre sono i fronti di opacità. Il primo riguarda l’impatto ambientale, mancando completamente l’impronta di CO₂ per singola opera, fattore che impedisce una valutazione obiettiva della sostenibilità dell’evento. L’unica stima complessiva, fornita dalla Fondazione Milano Cortina, parla di circa 1.005.000 tonnellate di CO₂ equivalente per l’intero ciclo dei Giochi. Il secondo fronte opaco è rappresentato dalla trasparenza finanziaria, con l’assenza delle fonti di copertura degli aumenti di costo. Il terzo nodo su cui fa luce il rapporto concerne poi i subappalti. Infatti, sul portale ufficiale Open Milano Cortina sono visibili i nomi delle ditte (516 subappaltatrici e 101 aggiudicatarie), ma non i valori economici dei singoli affidamenti. «Mancano i CIG e gli importi, non è possibile incrociare i dati con la piattaforma ANAC né valutare la concentrazione del mercato», si spiega nel report.
Il portale di Simico S.p.A., tuttavia, è solo una parte di un mosaico molto più ampio e frammentato. La maggior parte dei «non dati» si annida infatti nelle responsabilità di altri soggetti chiave. In primis, nell’analisi ci si chiede quante siano realmente tutte le opere e quale sia il loro costo totale. Il portale ne elenca 98, ma ne esclude molte altre. Ad esempio, la sola Regione Lombardia, sulla sua piattaforma «Oltre i Giochi 2026», censisce ben 78 interventi per 5,17 miliardi di euro, di cui 44 opere per 3,82 miliardi non compaiono nel portale nazionale. Un’altra domanda aperta riguarda il reale costo di organizzazione e gestione dei Giochi, includendo anche sicurezza e sanità. Il «Budget Lifetime» dichiarato dalla Fondazione Milano Cortina ammonta a 1,7 miliardi di euro, ma il documento non è pubblico. Sul fronte sicurezza, una parte dei fondi (43 milioni) è stata sottratta al “Fondo per le vittime di mafia e usura”. Per la sanità, invece, non esiste un piano unitario e trasparente: «ogni Regione procede autonomamente», fa notare il report, senza una stima complessiva e pubblica delle risorse impiegate.
La terza grande incognita concerne il ruolo e la spesa del Commissario straordinario alle Paralimpiadi. Un decreto legge gli ha assegnato una cifra di 328 milioni di euro da spendere tra settembre e dicembre 2025. Confrontando tale quota con la stima iniziale dei costi paralimpici (71,5 milioni), si segnala un incremento del 359%. I poteri del Commissario sono ampi e interfacciano sia Simico S.p.A. che la Fondazione; eppure, i contorni del suo operato e la rendicontazione dettagliata delle spese non sono ancora di dominio pubblico.
Promesse tradite
Come abbiamo già raccontato su L’Indipendente, giova ricordare che, secondo Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, quelle di Milano Cortina sarebbero dovute essere le prime Olimpiadi «risparmiose e sostenibili economicamente e per l’ambiente»; per Giancarlo Giorgetti, all’epoca sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il governo avrebbe garantito un sostegno morale ma non economico. Anche secondo il dossier di candidatura queste sarebbero state delle “Olimpiadi a costo zero”, ma, evidentemente, qualcosa è andato storto dato che a oggi il costo della manifestazione è lievitato. Inizialmente per la sola gestione dell’evento la Fondazione Milano Cortina – incaricata dell’organizzazione – aveva previsto circa 1 miliardo 350 milioni di dollari, che non arrivavano dalle tasche dello Stato, ma dal CIO, dal CONI, dagli enti pubblici territoriali e, infine, da sponsor, merchandising e biglietti. Oggi questa cifra è sensibilmente aumentata, arrivando a 2 miliardi di euro di cui circa 330 milioni stanziati attraverso il Decreto Sport, che ha visto l’istituzione del nuovo commissario per le Paralimpiadi. A questo occorre aggiungere uno stanziamento pubblico complessivo di 4 miliardi che vede coinvolti gli enti territoriali e il governo per la realizzazione o l’adeguamento degli impianti sportivi, delle infrastrutture stradali e ferroviarie.
Un lungo monitoraggio
Il rapporto di Libera, insieme alle tante inchieste che si stanno focalizzando sui punti di non ritorno delle Olimpiadi, sottolinea insomma a chiare lettere come, mentre si avvicina a lunghi passi il via ufficiale ai Giochi, il diritto di sapere dei cittadini si scontra con un muro di informazioni parziali e asimmetriche. Le organizzazioni che hanno redatto e promosso il dossier avvertono che il monitoraggio della società civile non si fermerà con le ultime medaglie: con il 57% delle opere da completare dopo la chiusura della manifestazione, infatti, l’attività vedrà un proseguimento fino alla chiusura dell’ultimo cantiere.




