L’iniziativa di rigenerazione urbana delle periferie del Comune di Trieste, condivisa e partecipata, è stata premiata perché il progetto “Scintille” è tra le migliori buone pratiche italiane di sviluppo sostenibile. L’obiettivo non è solo la riqualificazione fisica (spazi pubblici, aree verdi, connessioni, infrastrutture), ma anche – e soprattutto – una rigenerazione sociale e comunitaria: qualità della vita, partecipazione attiva dei cittadini e valorizzazione dell’identità di quartiere.
E così a fine ottobre il comune di Trieste è stato insignito dall’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) di un “Attestato di buona pratica territoriale per un’Italia più sostenibile” dopo aver vagliato ben 224 azioni di buone pratiche messe in moto in tutta Italia. La motivazione del premio riguarda “l’approccio metodologico” del progetto, in particolare la capacità di valorizzare le peculiarità dei territori e delle comunità coinvolte, in coerenza con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
A novembre si è tenuta una conferenza stampa in cui il comune ha illustrato lo stato dell’avanzamento, spiegando che è terminata la fase di ascolto con cittadini e associazioni locali. Ora si passa alla definizione delle priorità e a un “piano integrato degli interventi” da portare in Giunta, presumibilmente entro febbraio 2026. Grazie a un bando regionale nell’ambito della legge del Friuli Venezia Giulia per rigenerazione urbana, la città ha ottenuto oltre 2 milioni di euro come primo passo verso la realizzazione, mentre la progettazione preliminare è già stata affidata a due studi di architettura.
La visione è quella di non limitarsi ad un intervento edilizio isolato, per provare invece a ricostruire l’identità e la dimensione sociale dei quartieri, incentivando partecipazione, appartenenza, coesione, servizi, spazi condivisi, in un approccio integrato che è spesso indicato dagli esperti come modello avanzato di rigenerazione urbana. Il percorso di ascolto realizzato negli ultimi mesi, che ha coinvolto residenti, associazioni e istituzioni locali, ha permesso di individuare con precisione le criticità del territorio e di raccogliere bisogni e richieste da includere nel quadro degli interventi. A partire da questo lavoro sono stati definiti gli obiettivi strategici e identificate le “Aree Bersaglio”, ovvero le zone che saranno oggetto delle future proposte e iniziative di rigenerazione urbana, a partire dalle zone periferiche di San Giacomo, Valmaura e Giarizzole.
Sono in programma la riqualificazione di piazze, aree verdi e percorsi pedonali, la creazione di nuovi spazi pubblici per giovani, famiglie e attività culturali, oltre al potenziamento dell’illuminazione, dell’arredo urbano e della mobilità dolce. Il progetto include anche interventi per la sicurezza, l’accessibilità e la resilienza climatica, insieme all’attivazione di programmi socio-educativi e culturali che rafforzino la coesione comunitaria. L’obiettivo finale è quello di dar vita a quartieri più vivibili e connessi, valorizzando il ruolo dei cittadini in tutto il processo.




