In seguito alla formazione di un vero e proprio asse USA-Russia per porre fine alla guerra in Ucraina, l’Europa – esclusa dalla stesura del piano di pace – prova a blindare Zelensky nel tentativo di strappare condizioni più favorevoli per l’ex Stato sovietico, in particolare per quanto attiene la questione della cessione dei territori. A tal fine, si è svolto ieri a Londra un incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il primo ministro britannico Keir Starmer, insieme al presidente francese Emmanuel Macron e al cancelliere tedesco Friedrich Merz. Dal vertice, in cui è stato rivisto il piano di pace USA, è emerso un rinnovato patto finalizzato a sostenere l’Ucraina in sede di trattative: in particolare, i capi europei hanno sottolineato la necessità di nette garanzie di sicurezza per Kiev e la contrarietà alla cessione di territori.
Il primo ministro inglese ha affermato che la spinta per la pace è in una «fase critica» e ha posto l’accento sulla necessità di «un cessate il fuoco giusto e duraturo». Il cancelliere tedesco, invece, si è detto «scettico» su alcuni dettagli contenuti nei documenti pubblicati dagli Stati Uniti. «Dobbiamo parlarne. Ecco perché siamo qui» ha affermato, aggiungendo che «I prossimi giorni potrebbero essere decisivi per tutti noi». Da parte sua, il capo dell’Eliseo, Macron, ha asserito che la riunione di ieri «ha permesso di proseguire il lavoro comune sul piano americano al fine di completarlo con i contributi europei, in stretta collaborazione con l’Ucraina».
In questo contesto, a emergere sono soprattutto le divergenze di posizione tra USA e UE, specialmente per quanto riguarda la cessione dei territori ucraini, che costituisce l’argomento più spinoso, ma anche quello decisivo, per le trattative e la fine del conflitto. Attualmente, Mosca controlla l’80% del territorio del Donbass, dopo che la controffensiva ucraina non è riuscita a riconquistare i territori occupati. Mentre i Paesi europei difendono il diritto di Kiev alla sua integrità territoriale, il presidente statunitense Donald Trump critica l’approccio del Vecchio continente che, secondo lui, «va nella direzione sbagliata». A conferma della distanza tra USA e UE, il capo della Casa Bianca ha pubblicato sul suo social Truth un articolo del New York Post dal titolo “Gli europei impotenti non possono che infuriarsi perché Trump li esclude giustamente dall’accordo con l’Ucraina”.
Trump si è detto anche scontento dell’atteggiamento di Zelensky in quanto il capo ucraino «non ha ancora letto la proposta», dopo che sabato i negoziatori statunitensi e ucraini hanno concluso tre giorni di colloqui volti a cercare di ridurre le divergenze. Da parte sua, il presidente ucraino ha ribadito l’impossibilità di cedere territori: «Secondo la legge, non ne abbiamo il diritto. Secondo la legge ucraina, la nostra costituzione, il diritto internazionale e, a dire il vero, non abbiamo nemmeno un diritto morale». Tuttavia, la difficile situazione sul campo e il ridotto numero di soldati ucraini a disposizione non garantiscono a Kiev forza sufficiente né sul piano militare né su quello diplomatico che, in questo caso, è strettamente legato al primo.
Il contrasto tra le due sponde dell’oceano riflette la nuova Strategia di Sicurezza nazionale USA, in cui Washington di fatto decreta una svolta epocale negli equilibri dell’ordine internazionale, prendendo le distanze dal Vecchio continente sul quale incomberebbe il rischio della «scomparsa della civiltà» e dichiarando che gli USA non intendono più limitare l’influenza di tutte le grandi e medie potenze del mondo. Per quanto riguarda il conflitto in Ucraina e l’approccio europeo, il documento sottolinea che la Casa Bianca “si trova in contrasto con i funzionari europei che nutrono aspettative irrealistiche sulla guerra, appoggiati da governi di minoranza instabili, molti dei quali calpestano i principi fondamentali della democrazia per reprimere l’opposizione”.
Oggi l’Ucraina dovrebbe condividere con gli Stati Uniti il piano di pace in 20 punti rivisto in seguito all’incontro di ieri a Londra con i capi europei. Lo stesso Zelensky ha fatto sapere che non c’è ancora un accordo sulla questione della cessione dei territori. Sempre oggi Zelensky ha incontrato Papa Leone XIV, mentre è previsto alle 15 un incontro tra il capo ucraino e Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. La premier italiana ha ribadito che il governo italiano è «fermamente» al fianco dell’Ucraina, ma tale posizione mal si concilia con la sua vicinanza all’amministrazione Trump. Le pressioni per fare accettare la pace a Kiev da parte dell’amministrazione statunitense arrivano in un momento estremamente critico per la nazione in guerra con la Russia: le truppe russe, infatti, stanno avanzando a est e le città ucraine subiscono ore di interruzioni di corrente a causa dei crescenti attacchi russi alla rete energetica e ad altre infrastrutture cruciali. Il tutto avviene mentre l’Ue non è più in grado di garantire un reale supporto finanziario e militare.





Vadano a fare un culo, la loro epoca è finita per sempre e non è rimpianta da nessuno, assassini in libertà.