martedì 9 Dicembre 2025

Israele stanzia 720 milioni di euro per espandere le colonie illegali in Cisgiordania

Il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha annunciato un piano governativo che prevede lo stanziamento di 2,7 miliardi di shekel – circa 720 milioni di euro – per la creazione di 17 nuove colonie in Cisgiordania nei prossimi cinque anni e lo sviluppo di infrastrutture coloniali in diverse aree dei territori occupati, continuando a violare il diritto internazionale. Pochi giorni fa, l’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato (l’ennesima) risoluzione in cui chiede a Israele di smantellare le proprie colonie in Cisgiordania e di ritirarsi da tutti i territori palestinesi, compresa Gerusalemme Est. Ieri, l’annuncio del nuovo piano economico che mira a espandere e solidificare le colonie illegali israeliane, rafforzare il controllo di Tel Aviv oltre i confini del 1948 e proseguire nell’annessione de facto della Cisgiordania.

Secondo il piano di Smotrich, 1,1 miliardi di shekel saranno destinati al rafforzamento delle colonie esistenti e alla creazione di nuove colonie. Di questi, 660 milioni di shekel andranno alle 17 colonie recentemente approvate dal governo e 338 milioni di shekel saranno utilizzati per sviluppare 36 colonie e avamposti attualmente in fase di progettazione. Questi lavori comprendono la costruzione di reti idriche, fognarie ed elettriche, oltre a edifici pubblici quali centri religiosi, scuole e strutture comunitarie.
Il governo stanzierà inoltre 300 milioni di shekel per le nuove colonie, di cui 160 milioni come sovvenzione per la creazione e 140 milioni per la pianificazione. Il piano prevede inoltre la costruzione di “magazzini di assorbimento” contenenti circa 20 roulotte per le famiglie, una misura intesa ad accelerare il radicamento demografico dei coloni e ad aprire la strada a future espansioni.

Oltre alle nuove costruzioni, il governo intende stanziare 434 milioni di shekel per il ripristino delle infrastrutture nelle colonie esistenti, 300 milioni di shekel per sostenere i consigli coloniali in Cisgiordania, 140 milioni di shekel per l’installazione di posti di blocco e 150 milioni di shekel per finanziare misure di protezione degli autobus nei prossimi tre anni. Il ministro della Difesa israeliano Yisrael Katz dovrebbe stanziare ulteriori fondi per rafforzare la sicurezza nelle nuove colonie, tra cui recinzioni intelligenti, telecamere di sorveglianza e depositi di attrezzature militari.

Il piano delinea una strategia volte a rafforzare il controllo israeliano oltre i confini del 1948 attraverso lo sviluppo di colonie, la costruzione di strade, il trasferimento di basi militari e l’istituzione di un controllo amministrativo e militare sulle aree interessate, il che equivale a una annessione de facto della Cisgiordania. Nell’ambito della riforma amministrativa, saranno stanziati 225 milioni di shekel per istituire un’unità speciale di “catasto” per la Cisgiordania, trasferendo la registrazione dei terreni dall’“Amministrazione civile” a tale unità. Ciò interesserà circa mezzo milione di coloni, e intede regolamentare circa 60.000 dunam (6mila ettari) di terreno entro il 2030. Il quotidiano Yediot Aharonot ha riferito inoltre che il piano prevede il trasferimento di tre basi militari nel nord della Cisgiordania, in particolare il trasferimento del quartier generale della brigata “Menashe” nell’area dell’ex colonia “Shanur”, una mossa descritta come drammatica e volta a rafforzare il controllo militare e coloniale sulla regione.

Parallelamente, sempre nella giornata di ieri, la polizia israeliana ha fatto irruzione nel complesso dell’UNRWA a Gerusalemme e ha sostituito la bandiera dell’ONU con quella d’Israele, oltre ad aver sequestrato arredi, apparecchiature informatiche e altri beni, calpestando ulteriormente le istituzioni e il diritto internazionale. Intanto, soprattutto nei territori intorno a Gerusalemme, nella Valle del Giordano e nella provincia di Masafer Yatta, le autorità israeliane hanno intensificato una campagna sistematica su più fronti che comprende demolizioni, restrizioni alla libertà di movimento e appropriazione di terreni. Sono almeno 60 gli avvisi e gli ordini di demolizione emessi dalle autorità israeliane verso strutture residenziali e agricole su tutto il territorio da inizio novembre a oggi, e almeno 27 le operazioni di demolizione e abbattimento solo nel mese di novembre. Contemporaneamente, le violenze dei coloni – spesso in complicità con le IDF – continuano a martoriare comunità e villaggi palestinesi, con lo stesso obbiettivo di forzare la popolazione locale a lasciare le proprie terre.

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Moira Amargi

Moira Amargi esiste ed è una persona specifica, ma il nome è uno pseudonimo, usato quando pubblica report sulla Palestina o dall'interno di cortei e momenti di conflitto sociale a rischio repressione. È corrispondente per L'Indipendente dal Medio Oriente e dai Territori Palestinesi occupati.

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