Una comunità energetica solidale, creata per promuovere l’autoproduzione e lo sviluppo sostenibile del territorio, è nata a Corviale, quartiere popolare della periferia sud-ovest di Roma. Il progetto prende il nome di CorvialèCERS – dove l’acronimo sta per Comunità Energetica Rinnovabile Solidale – ed è frutto della collaborazione tra il progetto SUN4U e la cooperativa EUDECoop. È l’undicesima comunità di questo tipo che fa parte del progetto SUN4U, realtà attive che stanno sperimentando nuovi modelli partecipativi di produzione e condivisione dell’energia contribuendo attivamente alla costruzione di un futuro più sostenibile.
Una comunità energetica è un’alleanza tra cittadini, imprese, enti locali o associazioni che decidono di produrre, condividere e utilizzare energia rinnovabile in modo collettivo, trasformando l’energia da semplice servizio a bene comune. Alla base c’è un principio semplice ma rivoluzionario: l’energia non è solo qualcosa che si compra, ma qualcosa che si può creare insieme. I membri investono in impianti fotovoltaici o altre fonti pulite e, grazie a una gestione condivisa, producono elettricità che viene consumata in loco oppure immessa in rete e redistribuita agli aderenti. Il valore aggiunto non sta solo nel risparmio economico – comunque significativo – ma nella partecipazione attiva dei cittadini alla transizione ecologica che diventa un modo concreto per far crescere il senso di appartenenza e immaginare, insieme, un futuro. In Italia il fenomeno è in rapida crescita: anche se non ci sono cifre ufficiali le comunità di questo tipo dovrebbero essere tra le 400 e le 600, tra quelle formali, e quindi iscritte al Gestore dei Servizi Energetici, informali e in via di costituzione.
In Italia nel 2024 è stato approvato il decreto CACER (Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione dell’Energia Rinnovabile) per recepire le direttive europee e stabilire le modalità per accedere a tariffe con incentivi e contributi a fondo perduto per le comunità energetiche rinnovabili e altre configurazioni di autoconsumo diffuso. Di recente, però, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha ridotto i finanziamenti del Pnrr destinati alle Comunità energetiche rinnovabili da 2,2 miliardi a 795,5 milioni, con un taglio del 64%. Intanto anche il comune di Roma sta lavorando al progetto, e sono in corso di approvazione regolamenti e atti specifici per facilitare la costituzione e la partecipazione dei cittadini alle CER.
Il progetto di Corviale prevede l’installazione di impianti condivisi (il primo da circa 93 kWp allo stadio del rugby) e la partecipazione di circa 50 famiglie e 11 imprese del Municipio XI. Nell’idea degli organizzatori: «Lo stadio non è solo ideale dal punto di vista tecnico e centrale nel territorio ma anche perché riflette i valori delle comunità rugbistica ed energetica: responsabilità sociale, solidarietà ed inclusione». Inoltre spiegano che: «La realizzazione dell’impianto sarà anche occasione per un percorso di scuola cantiere nel settore delle rinnovabili per i giovani del quartiere».
«La Fondazione Banco dell’Energia, dedicata proprio alle rinnovabili, è pronta a finanziare l’impianto, siamo in attesa dei permessi definitivi per far partire i lavori», racconta a L’Indipendente il presiedente della comunità, Tommaso Capezzone. Mentre lo studio di fattibilità e la progettazione erano stati fatti grazie alla vittoria di un bando della Camera di commercio.
L’obiettivo è promuovere un consumo energetico consapevole, autoconsumo collettivo, sostenibilità ambientale e inclusione sociale, con una particolare attenzione al contrasto della povertà energetica. «Noi abbiamo scelto di lavorare su vari campi», aveva spiegato Capezzone all’inaugurazione del progetto, «uno dei quali è proprio l’energia, perché risponde a sociali e ambientali, e soprattutto all’idea dello stare insieme e quindi produrre energia sia in senso reale che in senso simbolico».





Bene, forse siamo sulla strada buona, però mi chiedo, sono questi gli investimenti? 93 kWp diviso 50 famiglie fanno 1,86 kWp cadauno, sarebbe questo il grande investimento e il risparmio per le famiglie? C’è qualcosa che non mi convince. Inoltre sarei curioso di sapere il costo sostenuto da ogni nucleo e dal PNRR, è solo una curiosità per sapere quanto verrà a costare ogni kWp.