sabato 6 Dicembre 2025

La comunità energetica di Corviale: quando la transizione parte dai quartieri popolari

Una comunità energetica solidale, creata per promuovere l’autoproduzione e lo sviluppo sostenibile del territorio, è nata a Corviale, quartiere popolare della periferia sud-ovest di Roma. Il progetto prende il nome di CorvialèCERS – dove l’acronimo sta per Comunità Energetica Rinnovabile Solidale – ed è frutto della collaborazione tra il progetto SUN4U e la cooperativa EUDECoop. È l’undicesima comunità di questo tipo che fa parte del progetto SUN4U, realtà attive che stanno sperimentando nuovi modelli partecipativi di produzione e condivisione dell’energia contribuendo attivamente alla costruzione di un futuro più sostenibile.

Una comunità energetica è un’alleanza tra cittadini, imprese, enti locali o associazioni che decidono di produrre, condividere e utilizzare energia rinnovabile in modo collettivo, trasformando l’energia da semplice servizio a bene comune. Alla base c’è un principio semplice ma rivoluzionario: l’energia non è solo qualcosa che si compra, ma qualcosa che si può creare insieme. I membri investono in impianti fotovoltaici o altre fonti pulite e, grazie a una gestione condivisa, producono elettricità che viene consumata in loco oppure immessa in rete e redistribuita agli aderenti. Il valore aggiunto non sta solo nel risparmio economico – comunque significativo – ma nella partecipazione attiva dei cittadini alla transizione ecologica che diventa un modo concreto per far crescere il senso di appartenenza e immaginare, insieme, un futuro. In Italia il fenomeno è in rapida crescita: anche se non ci sono cifre ufficiali le comunità di questo tipo dovrebbero essere tra le 400 e le 600, tra quelle formali, e quindi iscritte al Gestore dei Servizi Energetici, informali e in via di costituzione.

In Italia nel 2024 è stato approvato il decreto CACER (Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione dell’Energia Rinnovabile) per recepire le direttive europee e stabilire le modalità per accedere a tariffe con incentivi e contributi a fondo perduto per le comunità energetiche rinnovabili e altre configurazioni di autoconsumo diffuso. Di recente, però, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha ridotto i finanziamenti del Pnrr destinati alle Comunità energetiche rinnovabili da 2,2 miliardi a 795,5 milioni, con un taglio del 64%. Intanto anche il comune di Roma sta lavorando al progetto, e sono in corso di approvazione regolamenti e atti specifici per facilitare la costituzione e la partecipazione dei cittadini alle CER.

Il progetto di Corviale prevede l’installazione di impianti condivisi (il primo da circa 93 kWp allo stadio del rugby) e la partecipazione di circa 50 famiglie e 11 imprese del Municipio XI. Nell’idea degli organizzatori: «Lo stadio non è solo ideale dal punto di vista tecnico e centrale nel territorio ma anche perché riflette i valori delle comunità rugbistica ed energetica: responsabilità sociale, solidarietà ed inclusione». Inoltre spiegano che: «La realizzazione dell’impianto sarà anche occasione per un percorso di scuola cantiere nel settore delle rinnovabili per i giovani del quartiere».
«La Fondazione Banco dell’Energia, dedicata proprio alle rinnovabili, è pronta a finanziare l’impianto, siamo in attesa dei permessi definitivi per far partire i lavori», racconta a L’Indipendente il presiedente della comunità, Tommaso Capezzone. Mentre lo studio di fattibilità e la progettazione erano stati fatti grazie alla vittoria di un bando della Camera di commercio.

L’obiettivo è promuovere un consumo energetico consapevole, autoconsumo collettivo, sostenibilità ambientale e inclusione sociale, con una particolare attenzione al contrasto della povertà energetica. «Noi abbiamo scelto di lavorare su vari campi», aveva spiegato Capezzone all’inaugurazione del progetto, «uno dei quali è proprio l’energia, perché risponde a sociali e ambientali, e soprattutto all’idea dello stare insieme e quindi produrre energia sia in senso reale che in senso simbolico».

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Mario Catania

Giornalista professionista freelance, specializzato in cannabis, ambiente e sostenibilità, alterna la scrittura a lunghe camminate nella natura.

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1 commento

  1. Bene, forse siamo sulla strada buona, però mi chiedo, sono questi gli investimenti? 93 kWp diviso 50 famiglie fanno 1,86 kWp cadauno, sarebbe questo il grande investimento e il risparmio per le famiglie? C’è qualcosa che non mi convince. Inoltre sarei curioso di sapere il costo sostenuto da ogni nucleo e dal PNRR, è solo una curiosità per sapere quanto verrà a costare ogni kWp.

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