L’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato una risoluzione in cui chiede a Israele di smantellare le proprie colonie in Cisgiordania e di ritirarsi da tutti i territori palestinesi, compresa Gerusalemme Est. La risoluzione è stata votata il 2 novembre, e ha ottenuto 151 voti favorevoli, 11 astenuti, e 11 contrari tra cui USA, Argentina e Israele; contrariamente a quanto fatto in occasione delle ultime risoluzioni sul tema, anche l’Italia ha votato a favore. La mozione chiede esplicitamente a Israele, in quanto potenza occupante, di porre fine alla propria presenza in Palestina, cessare la costruzione di nuovi insediamenti, ed evacuare i coloni dai territori palestinesi; con essa, inoltre, l’Assemblea chiede a Israele di abrogare le leggi «discriminatorie» nei confronti dei palestinesi. È stata approvata assieme a un’altra risoluzione che chiede a Israele di ritirarsi anche dalle alture del Golan, in Siria.
Con la risoluzione A/RES/80/72, l’Assemblea Generale dell’ONU chiede a Israele di rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale, ponendo «fine alla sua presenza illegale nel Territorio Palestinese Occupato il più rapidamente possibile», cessando «immediatamente tutte le nuove attività di insediamento», ed evacuando «tutti i coloni dal Territorio Palestinese Occupato»; sempre a tal proposito, essa chiede a Israele di cessare tutte le attività relative agli insediamenti, quali la confisca dei terreni e la demolizione delle abitazioni, e di rilasciare le persone arrestate nell’ambito del proprio piano coloniale. La risoluzione, inoltre, «chiede di abrogare tutte le leggi e le misure che creano o mantengono una situazione illegale, tra cui quelle che discriminano il popolo palestinese, così come tutte le misure volte a modificare la composizione demografica di qualsiasi parte del Territorio Palestinese Occupato, compresa Gerusalemme Est».
La risoluzione parla anche della situazione a Gaza, respingendo «qualsiasi tentativo di cambiamento demografico o territoriale nella Striscia di Gaza, comprese qualsiasi azioni che riducano il territorio di Gaza». Essa si rivolge anche agli Stati membri dell’ONU, a cui chiede di non riconoscere modifiche ai confini precedenti al 1967 anche per quanto riguarda Gerusalemme, e di distinguere nei propri rapporti «tra il territorio dello Stato di Israele e i territori occupati dal 1967», evitando di fornire assistenza alle attività di insediamento coloniali, che vengono giudicate «illegali». Parallelamente, è stata approvata anche la risoluzione A/RES/80/74, relativa alle alture siriane del Golan. Questa è stata adottata con 123 voti favorevoli, 7 contrari (Stati Federati di Micronesia, Israele, Palau, Papua Nuova Guinea, Paraguay, Tonga, Stati Uniti), e 41 astenuti; anche in questo caso, l’Italia ha votato a favore. La risoluzione dichiara nulla la legge israeliana del 1981 con cui Israele riconobbe il proprio diritto di imporre le proprie leggi, giurisdizione e amministrazione sul Golan siriano occupato, chiedendone la rescissione; l’Assemblea ha inoltre chiesto a Israele di ritirarsi dall’area.
Entrambe le questioni state oggetto di numerose altre risoluzioni. L’ultima sulla questione palestinese risale allo scorso anno, ma la richiesta di ritirarsi dai territori palestinesi occupati e di ristabilire i confini pre-1967 va avanti sin da quello stesso anno, a partire dalla risoluzione 242. Essa, emanata dal Consiglio di Sicurezza dopo la Guerra dei sei giorni, chiedeva il ritiro delle truppe israeliane dai territori occupati durante il conflitto, e il riconoscimento della sovranità di entrambi gli Stati.





e, visto che i criminali israeliani continuano ad uccidere e se ne fregano delle risoluzioni, il prossimo passo dell’ONU quale sarà? Usare la forza, o almeno sanzioni?