mercoledì 3 Dicembre 2025

Cannabis light: sul divieto del decreto Sicurezza deciderà la Corte Costituzionale

Sarà la Corte Costituzionale a decidere se il divieto del fiore di canapa industriale, previsto dal decreto Sicurezza, sia conforme alla Costituzione oppure no. Il giudice per le indagini preliminari i Brindisi, in un processo iniziato lo scorso giugno, ha infatti deciso di sollevare la questione della legittimità costituzionale nei confronti dell’articolo 18 del testo di legge, e in particolare dell’emendamento sulla canapa, che prevede il divieto di «importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione, consegna vendita al pubblico e consumo» delle infiorescenze di canapa industriale.

Nell’ultimo periodo la repressione del governo nei confronti delle infiorescenze di canapa industriale ha fatto un salto di qualità: dopo mesi e mesi di sequestri e processi, che nella stragrande maggioranza dei casi si risolvono in favore di agricoltori e commercianti di settore, negli ultimi mesi abbiamo visto diversi coltivatori che sono stati addirittura arrestati, per poi essere prontamente scarcerati. L’ultimo caso ha riguardato un imprenditore di Imperia, arrestato a inizio novembre con l’accusa di detenzione si fini di spaccio per 350 kg di canapa sequestrata, che poi si è rivelata legale e con THC sotto i limiti di legge, ed è stato rimesso in libertà. Nelle motivazioni delle scarcerazioni diversi giudici hanno messo nero su bianco che, senza le analisi scientifiche che attestino un reato, non è possibile procedere.

Il processo celebrato a Brindisi riguardava invece l’importazione, da parte di un’azienda italiana, di piante di canapa provenienti dalla Bulgaria, bloccate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. «Grazie a questo procedimento», sottolinea l’avvocato Lorenzo Simonetti, che con la sua memoria ha convinto il gip a sollevare la questione di legittimità, «potremo essere in grado di bloccare le iniziative arbitrarie riguardo alla canapa industriale, perché, finché la Consulta non si esprimerà, c’è il dubbio di costituzionalità». Può essere una questione dirimente per molti motivi, anche perché il provvedimento è direttamente collegato al nuovo Codice della strada, in questi giorni al vaglio proprio della Corte costituzionale, che prevede che basti la positività agli stupefacenti per vedersi sospesa la patente. Nel preambolo dell’emendamento canapa al decreto Sicurezza si legge infatti che il consumo delle infiorescenze di canapa industriale, determina la guida sotto effetto di stupefacenti.

Insomma, per la canapa italiana sta per arrivare il momento della verità. Il Parlamento europeo ha approvato il nuovo regolamento che riconosce la pianta di canapa come legale in ogni sua parte – fiori compresi – con THC fino allo 0,5%: ora si apre la fase della negoziazione con la Commissione europea e gli Stati membri e, se tutto andasse liscio, potrebbe essere approvato già nel 2026, facendo decadere la repressione italiana. L’altro fronte aperto è quello derivato dalla volontà del governo di inserire la canapa tra le piante officinali, limitando però l’uso a fibra e semi, con un decreto nel 2022. Dopo il ricorso delle associazioni di settore il decreto viene annullato, ma il governo Meloni ha impugnato la sentenza, e si è arrivati alla decisione del massimo organo amministrativo italiano, che ha demandato la decisione alla Corte di Giustizia dell’Unione europea.

Mentre i divieti governativi cominciano a scricchiolare, il governo però è già corso ai ripari. È infatti spuntato un emendamento alla legge di Bilancio, che va approvata entro la fine dell’anno, firmato da un senatore di Fratelli d’Italia, che introduce il monopolio di Stato per le infiorescenze di canapa, con un’accisa al 40% e il divieto di vendita online. Si tratta di una legge simile a un’altra proposta dalla maggioranza nel 2023, mai discussa, che – nel caso in cui i divieti del governo cadessero – sarebbe già pronta a iper-tassare lo stesso mercato che fino a ieri l’esecutivo voleva vietare a ogni costo

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Mario Catania

Giornalista professionista freelance, specializzato in cannabis, ambiente e sostenibilità, alterna la scrittura a lunghe camminate nella natura.

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