La cabinovia Apollonio-Socrepes in programma per le prossime Olimpiadi non ha ancora superato le verifiche sulla sicurezza. A sottolinearlo è l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Infrastrutture (ANSFISA), in una nota stampa in cui si smarca dai ritardi nella consegna dell’opera. L’Agenzia ha precisato che il rilascio del nulla osta definitivo sull’impianto è subordinato ad analisi e letture che non è ancora stata nella posizione di effettuare: i progetti le sono stati consegnati solo il 12 novembre, ma presentavano «significative carenze», e «refusi» corretti solo in parte; inoltre, «risultano tuttora mancanti le certificazioni previste dalla normativa europea sui componenti di sicurezza degli impianti», e l’impresa di costruzione deve ancora acquisire il parere di compatibilità rispetto a frane e valanghe, che potrebbe rallentare ulteriormente i lavori. Cittadini ed enti locali denunciano infatti da tempo che l’area in cui è in costruzione la cabinovia risulta a rischio frane, e presenta pericolosità geologica compresa tra i valori medi ed elevati.
La nota stampa di ANSFISA è stata rilasciata ieri, giovedì 27 novembre. L’Agenzia intende «sottolineare che i tempi finora registrati nell’iter autorizzativo non sono riconducibili» a proprie «inerzie», bensì «alla progressiva e non ancora completata definizione del progetto»; progetto che, in teoria, dovrebbe venire in parte consegnato prima dell’inizio delle Olimpiadi, fra poco più di due mesi. Società Infrastrutture Milano Cortina (SIMICO), l’azienda che si occupa della costruzione delle opere per l’evento sportivo, ha infatti consegnato la dovuta documentazione solo due settimane fa, nonostante l’Agenzia ne abbia in diverse occasioni «sollecitato la trasmissione». Gli elaborati progettuali che le sono pervenuti, inoltre, presentavano diverse lacune, che, dopo una richiesta di integrazione, sono state colmate «solo in parte». I lavori di accertamento di ANSFISA non sono ancora terminati, ma è certo che non potranno portare ad alcun nulla osta definitivo, perché mancano certificazioni europee e analisi della Regione Veneto sui rischi ambientali.
La cabinovia Apollonio-Socrepes era finita in mezzo ai riflettori lo scorso settembre, quando i lavori del cantiere per la sua costruzione avevano causato un cedimento del terreno, aprendo una voragine di 15 metri di lunghezza. L’opera sarebbe composta da tre stazioni, e dovrebbe collegare il centro di Cortina con le piste delle Tofane; se anche dovesse venire consegnata in tempo per l’inizio dell’evento, è certo che sarà ultimata solo a partire da luglio 2026. Prima dell’incidente, nel 2024, l’opera era stata bloccata dal Comitato Tecnico Regionale, che ne aveva sospeso l’approvazione proprio per via delle criticità ambientali. Il progetto presentava agli occhi degli esperti «discordanze e carenza di indagini», motivo per cui era stato chiesto che fossero fatte tutta una serie di integrazioni. La zona risulta infatti di pericolosità compresa tra il livello P2 (pericolosità geologica media) e P3 (periocolosità geologica elevata).
L’impianto a fune non è la prima opera olimpionica a registrare problemi di sicurezza e mancanza di documentazione. Come evidenziato da Open Olympics 2026, un gruppo composto da diverse associazioni ambientaliste che da mesi porta avanti una campagna di monitoraggio civico sulle Olimpiadi, per il 60% delle opere non c’è stata alcuna verifica di impatto ambientale, ritenuta non necessaria o non applicabile secondo le normative vigenti; lo scorso settembre, tre atlete di altissimo livello si sono infortunate nell’arco di 48 ore durante i test sui nuovi trampolini della Val di Fiemme, facendo temere per la sicurezza degli impianti e causando una polemica internazionale; quest’estate ci sono stati numerosi smottamenti proprio nella zona di Cortina e della Strada Statale “Alemagna”, dove sono in cantiere diversi svincoli e varianti, inquadrati come opere collaterali alle Olimpiadi.




