Bologna si è svegliata sotto una cappa di tensione mai vista per un evento sportivo. La sfida di Eurolega tra Virtus Segafredo e la società israeliana Maccabi Tel Aviv non è più solo una partita di basket: è diventata il centro di uno scontro politico e istituzionale che ha spaccato la città. Un intero quadrante del capoluogo emiliano è blindato, con circa 500 membri delle forze dell’ordine schierati, una zona rossa a doppio filtro istituita attorno al PalaDozza e scuole chiuse in anticipo. Questo imponente dispiegamento di sicurezza mira a contenere migliaia di manifestanti attesi per la protesta “Show Israel the red card”, che definiscono l’incontro «la partita della vergogna». Sullo sfondo, lo scontro tra il sindaco di Bologna Matteo Lepore e il Viminale, che non ha ceduto alla richiesta del primo cittadino di spostare l’evento lontano dal centro.
Il dispositivo di sicurezza è senza precedenti per una partita di basket a Bologna. Dalle 13 sono scattate le prime limitazioni e dalle 16 l’intera area intorno al PalaDozza sarà completamente cinturata. È in vigore il divieto di sosta con rimozione forzata per autovetture, motoveicoli e persino biciclette in un’ampia zona che include piazza Azzarita, via Graziano, via Calori e piazza della Resistenza. Tre scuole dell’Istituto Comprensivo 17 – la Teresina Guidi e la media Gandino – concluderanno le lezioni entro le 15.45, con i plessi chiusi e svuotati per le 16. Tutti i cantieri nell’area sono stati messi in sicurezza e liberati dal materiale edile.
La protesta contro la partita tra Virtus Segafredo e Maccabi Tel Aviv non riguarda semplicemente la location dell’evento. Secondo i manifestanti, il vero problema consiste nel fatto stesso che l’evento venga disputato. Le sigle che animano la piazza – Potere al Popolo, Cambiare Rotta, Usb e Giovani Palestinesi – intendono dare battaglia. Federico Serra di Usb ha lanciato un messaggio chiaro: «Rispediamo al mittente la volontà di creare tensione e criminalizzare le realtà che hanno costruito mobilitazioni a sostegno della Palestina per fermare i rapporti politici, economici e sportivi con lo Stato genocida di Israele». Anche Pap alza i toni e accusa apertamente: «Il Maccabi Tel Aviv è un club impegnato nella propaganda pro-Israele. Sui social pubblicano i soldati sulle rovine con la sciarpa del team. Non siamo barbari che invadono e devastano la città: questo è un allarme falso. Qui la questione è solo politica».
L’organizzazione della partita ha provocato anche uno scontro acceso tra Comune e Governo. Il sindaco Matteo Lepore ha più volte espresso il suo disappunto. «Avevo chiesto la soluzione alla Milano: giocare lontano dal centro, come l’Olimpia fa al Forum per le partite a rischio», ha dichiarato, riferendosi alle proposte alternative dell’Unipol Arena o della Fiera. Tuttavia, ha poi aggiunto: «Il ministro Piantedosi ha decretato che la partita si giochi al PalaDozza. La città quindi si organizza», in una sorta di accettazione formale che stempera le sue precedenti critiche. Lepore, da sempre appassionato di basket e tifoso della Virtus, ha infine annunciato: «Domani non vado — ha concluso — perché lavoro».
In questo quadro, Il ministro dell’Interno Piantedosi ha replicato soltanto: «Provvederanno le autorità locali», evitando così di rispondere direttamente alle critiche mosse dal Comune. Michele de Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna, ha sottolineato come l’ipotesi di spostare la partita, come aveva proposto il sindaco Lepore, fosse «assolutamente sensata». Sul fronte opposto, Massimiliano Fedriga, presidente leghista del Friuli-Venezia Giulia: «Indecenti e indecorose le proteste per una partita che dovrebbe unire. Vedo un antisemitismo dilagante, mascherato da antisionismo», ha dichiarato. Anche i commercianti bolognesi si trovano nel mezzo della tempesta. Ogni esercente valuterà infatti in autonomia se restare aperto o chiudere in anticipo.
Uno scenario analogo si era creato lo scorso ottobre a Udine in vista della partita delle qualificazioni ai campionati mondiali di calcio tra la nazionale italiana e quella israeliana. Per l’occasione, era stata infatti modificata la viabilità cittadina, con segnali stradali temporanei, divieti di sosta e la chiusura di diverse strade che portano allo Stadio Friuli, teatro del match, e quelle adiacenti all’Hotel Friuli, in cui hanno soggiornato i calciatori israeliani. Comitati e quotidiani locali hanno denunciato una città militarizzata, con elicotteri che la sorvolano in continuazione, droni e cecchini sui tetti. Una foto del quotidiano locale Udine Today ha mostrato proprio quello che sembrava essere un tiratore scelto sul tetto dell’Hotel Friuli. L’anno precedente, in corrispondenza del medesimo evento, il Comune friulano aveva imposto il divieto assoluto di avvicinarsi allo stadio e istituito una zona rossa militarizzata attorno all’impianto. Poi, nel marzo del 2024, pesanti restrizioni per i tifosi e un ingente dispiegamento di forze dell’ordine avevano segnato il contesto della partita calcistica di Europa League tra la Fiorentina e gli israeliani del Maccabi Haifa a Firenze. Anche in questo caso, giocata in uno stadio e una città blindati.




