mercoledì 19 Novembre 2025

Corruzione in Ucraina, l’opposizione blocca il Parlamento: «Zelensky sapeva»

In seguito al recente più grave scandalo di corruzione in tempo di guerra, il Parlamento ucraino si trova ad affrontare una profonda crisi politica, tanto che ieri, martedì 18 novembre, l’opposizione ha bloccato i lavori parlamentari. Il principale partito di minoranza, Solidarietà Europea, ha infatti impedito la votazione per fare dimettere due ministri del governo presumibilmente coinvolti in uno schema di corruzione del valore di cento milioni di dollari, dichiarando che il suo obiettivo è quello di fare dimettere l’intero governo. Il sospetto, infatti, è che lo stesso presidente Volodymyr Zelensky fosse a conoscenza del sistema di corruzione che ha coinvolto il settore energetico, considerati gli stretti legami che intrattiene con alcuni degli indagati. Lo scontro alla Verchovna Rada (il parlamento ucraino) riflette la rabbia crescente della popolazione, costretta a restare al buio a causa dei bombardamenti russi alle infrastrutture energetiche, mentre una presunta casta di politici corrotti distrae i fondi pubblici – ricevuti da donatori e dagli Stati occidentali – per arricchirsi.

Nello specifico, ieri il Parlamento avrebbe dovuto votare sulle dimissioni del ministro dell’Energia Svitlana Hrynchuk e del suo predecessore German Galushchenko, che ora ricopre la carica di ministro della Giustizia. Entrambi negano di essere coinvolti nella vicenda: tuttavia, Hrynchuk ha dato le dimissioni mentre Galushchenko è stato sospeso in attesa dell’esito dell’indagine. Intanto, cinque sospettati sono stati arrestati, tra cui l’ex vice primo ministro Oleksiy Chernyshov, mentre due sono latitanti: uno di questi è uno degli ex soci in affari del presidente Volodymyr Zelenskiy, Timur Mindich, fuggito dal Paese la scorsa settimana e considerato capo del sistema di corruzione. In questo contesto, ieri il partito di opposizione ha bloccato la Verchovna Rada esponendo cartelli con slogan come «Qual è il prezzo dell’oscurità?». Da parte loro, alcuni membri del partito di maggioranza (Servitore del popolo) hanno accusato gli avversari politici di impedire al Parlamento di intervenire: «Mentre alcuni ladri scappano e si nascondono, altri – i politici populisti – mettono in scena uno spettacolo», ha affermato Danylo Hetmantsev, un deputato del partito di Zelensky.

Secondo quanto emerso dall’indagine dell’Ufficio nazionale anticorruzione dell’Ucraina (la NABU), presentata lunedì e durata 15 mesi, circa 100 milioni di dollari destinati a proteggere le centrali elettriche dal sabotaggio russo sarebbero stati in realtà sottratti da alcuni funzionari a partire dal 2022. La NABU ha soprannominato l’inchiesta operazione “Midas” e ha raccolto prove secondo cui i funzionari corrotti chiedevano una tangente tra il 10 e il 15 per cento ai fornitori dell’Energoatom, l’azienda statale dell’energia nucleare, in cambio della possibilità di concludere affari senza subire blocchi interni. I nastri diffusi dalla NABU affermano che circa 1,2 milioni di dollari sono andati nelle tasche di un ex vice primo ministro (Oleksiy Chernyshov), che gli indagati chiamavano “Che Guevara”. Sebbene Zelensky abbia promesso di riorganizzare il settore energetico ucraino accogliendo con favore l’indagine dell’Agenzia anticorruzione e sostenendo le dimissioni dei ministri coinvolti, solo la scorsa estate il presidente ucraino aveva tentato di smantellare gli uffici anticorruzione della nazione (la NABU e la SAPO, la Procura speciale anticorruzione). Solo le veementi proteste popolari lo costrinsero, suo malgrado, a fare marcia indietro.

Si scopre ora che Zelensky ha stretti legami con alcuni degli indagati, benché il presidente non risulti direttamente coinvolto nella vicenda, soprannominata anche la truffa del “gabinetto dorato”. La mente dello schema corruttivo sarebbe, infatti, Timur Mindich, imprenditore e co-fondatore insieme a Zelensky della società di intrattenimento Kvartal 95, dove il capo ucraino ha fatto carriera come star di sitcom prima di ottenere la carica di presidente nel 2019. Il New York Post riporta che i due avevano persino degli appartamenti nello stesso edificio dove, secondo un ex funzionario del governo ucraino, Tymur aveva un appartamento con i bagni dorati. In base alle ultime informazioni, Mindich sarebbe fuggito la scorsa settimana in Israele. Anche l’ex vice primo ministro, Oleksiy Chernyshov, è stato uno stretto collaboratore del capo di Kiev, avendo ricoperto incarichi nel suo governo dal 2019. Lo stesso è stato anche accusato di abuso d’ufficio.

Lo scandalo che coinvolge i vertici del governo ucraino avviene in un momento delicato, in cui la popolazione è spesso senza corrente elettrica e in cui l’esercito sta subendo importanti sconfitte, ad esempio nei pressi di Pokrovsk. Il tutto ha generato sfiducia nei finanziatori di Kiev e potrebbe allontanare l’ingresso dell’Ucraina nell’UE. Nonostante ciò, l’UE e gli Stati membri continuano a finanziaria con fondi ingenti l’ex Stato sovietico, costretto a fare i conti con una profonda crisi politica, specchio a sua volta di un evidente collasso morale.

 

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Giorgia Audiello

Laureata in Economia e gestione dei beni culturali presso l'Università Cattolica di Milano. Si occupa principalmente di geopolitica ed economia con particolare attenzione alle dinamiche internazionali e alle relazioni di potere globali.

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