sabato 8 Novembre 2025

L’USB lancia lo sciopero generale per il 28 novembre, CGIL e CISL boicottano

È svanita l’idea di uno nuovo sciopero generale e generalizzato, capace di seguire le orme della mobilitazione del 3 ottobre scorso, quando oltre due milioni di persone hanno manifestato in tutta Italia contro il genocidio in Palestina, l’assalto israeliano alla Flotilla e le politiche del governo Meloni. A nulla sono infatti serviti gli appelli provenienti dal mondo sociale: allo sciopero generale convocato da USB e gli altri sindacati di base per il 28 novembre contro la manovra dell’esecutivo non parteciperà la CGIL, che ha preferito indire una mobilitazione analoga per il 12 dicembre. Il giorno dopo scenderà invece in strada la CISL, contro una legge di bilancio «sbagliata, ingiusta, che non aumenta i salari». Non è ancora chiara la posizione della UIL, anch’essa critica verso la manovra. Se dalla spaccatura del fronte sindacale ne escono indeboliti i lavoratori, perdendo l’occasione di una rappresentanza unitaria, l’esecutivo gongola e Giorgia Meloni ironizza: «Nuovo sciopero generale della CGIL contro il Governo annunciato dal segretario generale Landini. In quale giorno della settimana cadrà il 12 dicembre?», rispolverando la retorica che declassa lo sciopero da strumento di pressione a gita fuori porta.

«Aumento vertiginoso delle spese militari, il solito pacchetto di aiuti alle imprese, oboli in più in busta paga attraverso il versante fiscale per un ceto medio i cui salari sono stati letteralmente mangiati dall’inflazione e il nulla cosmico per i pensionati» e coloro che vivono in condizioni di povertà assoluta. Con queste parole i sindacati di base (CUB, USB, COBAS, ADL, CLAP, SIAL, SGB) hanno riassunto la nuova legge di Bilancio, convocando in risposta uno sciopero generale per il 28 novembre, accompagnato il giorno seguente da una giornata di mobilitazione a Roma, in solidarietà al popolo palestinese. La mediazione con la CGIL per uno sciopero generale e generalizzato come quello del 3 ottobre scorso è fallita tra accuse reciproche, nonostante gli appelli provenienti da più direzioni. Relativamente all’idea di indire un ulteriore sciopero per il 12 dicembre i lavoratori Ex-GKN hanno ad esempio avanzato una doppia critica, «perché non puoi seriamente pensare di cambiare la manovra del Governo il 12 dicembre» — dal momento che deve ricevere l’approvazione dal Parlamento entro la fine dell’anno — e «perché dimostri di non aver tratto alcun insegnamento dal passato», in riferimento all’elevata partecipazione agli appuntamenti congiunti, a partire dal 3 ottobre scorso.

Poche ore dopo l’annuncio della CGIL, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ironizzato sulla scelta della data (un venerdì), rispolverando una retorica che declassa lo sciopero da strumento di pressione a scusa per allungare il fine settimana, dimenticando che l’astensione dal lavoro comporta una riduzione dello stipendio, non proprio l’ideale in un Paese coi salari bloccati da 30 anni.

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Salvatore Toscano

Laureato in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali, per L’Indipendente si occupa di politica, diritti e movimenti. Si dedica al giornalismo dopo aver compreso l’importanza della penna come strumento di denuncia sociale. Ha vinto il concorso giovanile Marudo X: i buoni perché della politica.

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