Una sentenza storica del Tar Piemonte ha sancito il diritto dei cittadini di conoscere i dati completi sulle emissioni inquinanti dello stabilimento Syensqo (ex Solvay) di Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria. Il tribunale amministrativo ha dato ragione al Circolo Legambiente Ovadese Valli Stura e Orba, condannando la provincia di Alessandria e la società a rendere pubblici entro 20 giorni tutti i documenti finora secretati con la giustificazione del segreto industriale. La sentenza rappresenta una svolta nella lunga battaglia per la trasparenza ambientale nell’area, dove persiste una delle più gravi emergenze ambientali italiane legata alla presenza di Pfas e altre sostanze pericolose.
Il ricorso era stato presentato dopo che il 20 giugno scorso la direzione ambiente della provincia piemontese aveva respinto la richiesta di accesso agli atti formulata dal Circolo Legambiente. Sul sito della provincia la documentazione relativa all’autorizzazione integrata ambientale – il cui rinnovo era stato chiesto dalla società Solvay Specialty Polymers Italy – era stata pubblicata con importanti omissis riferiti ai dati sulle emissioni. Gli avvocati dell’azienda avevano sostenuto che a giustificazione del riserbo ci sarebbero «ragioni di riservatezza industriale, commerciale e di tutela della proprietà intellettuale», posizione condivisa dalla provincia.
La seconda sezione del Tar del Piemonte ha invece completamente ribaltato questa impostazione, applicando i principi della direttiva europea del 2003 in materia ambientale che sancisce «il principio di massima conoscibilità e trasparenza di tutte le informazioni relative alla materia ambientale». I giudici hanno stabilito che «né la tutela della riservatezza delle informazioni commerciali o industriali, né quella accordata ai dati personali o riguardanti una persona fisica, né la protezione garantita alla proprietà intellettuale possono paralizzare la richiesta di accesso alle informazioni relative alle emissioni nell’ambiente dello stabilimento». Michela Sericano, presidente del Comitato che ha vinto il ricorso, commenta: «Si tratta di un passo importante per contrastare l’atteggiamento colonialista di Solvay-Syensqo nei confronti dei cittadini che da anni si battono per impedire la prosecuzione dagli inquinamenti di ogni tipo (Pfas, ma non solo) generati da questo polo chimico».
Il polo chimico di Spinetta Marengo è da anni al centro di emergenze ambientali riconducibili a PFAS, cromo esavalente e altri contaminanti. Le analisi pubbliche e indipendenti hanno rilevato Pfas nelle falde, nei terreni e in prodotti locali, e studi hanno identificato tracce nei sangue di residenti e lavoratori. Sta proseguendo inoltre il processo penale per disastro ambientale che vede coinvolta l’azienda e due ex direttori dello stabilimento, con la prossima udienza fissata al 12 marzo 2026. L’inchiesta ha accelerato significativamente nel febbraio 2021, quando il NOE condusse una vasta operazione di perquisizione presso lo stabilimento. Azioni che, nell’agosto 2023, portano le autorità giudiziarie a disporre il sequestro preventivo di due discariche di gessi appartenenti al gruppo Solvay. Secondo gli inquirenti, queste strutture — che avrebbero dovuto essere dismesse — erano state illegalmente rimesse in funzione. Poi, nel 2024, la Provincia di Alessandria ha emesso due diffide ufficiali nei confronti di Solvay, imponendo all’azienda di rispettare rigorosamente i limiti per gli scarichi di PFAS e ordinando la sospensione delle attività produttive per 30 giorni.
Nel frattempo, la Regione Piemonte ha avviato un biomonitoraggio su 414 volontari residenti entro i 3 chilometri dal polo chimico alessandrino, e dalla ricerca è emerso che circa l’87,2% delle persone riporta nel sangue concentrazioni di Pfas tra 2 e 20 ng/ml, superiori quindi al limite di 2 ng/ml; circa l’8,9% presenta una concentrazione di Pfas maggiori di 20 ng/ml, 10 volte la soglia di 2 ng/ml. Insomma, oltre il 96% della popolazione sottoposta al monitoraggio registra nel sangue valori di inquinanti Pfas potenzialmente dannosi per la salute.





