In Tanzania la presidente Samia Suluhu Hassan, al potere dal 2021, ha vinto le elezioni con il 98% dei voti. Il processo che ha portato al suo secondo mandato è stato accompagnato da accuse di brogli e repressione, con un bilancio di vittime ancora incerto, complice il blocco di internet che si è abbattuto sul Paese africano. Le opposizioni — i cui leader sono stati esclusi dalla corsa elettorale — denunciano almeno 700 morti causati dall’esercito, chiamato a sedare i disordini scoppiati in Tanzania contro la presidente Samia Suluhu Hassan. La stima è confermata anche da altri fonti, mentre il governo minimizza e parla di «poche sacche isolate di incidenti» gestite dalle forze di sicurezza.
Mercoledì era giorno di elezioni in Tanzania. Alle urne si presentava Samia Suluhu Hassan — presidente e leader del Chama Cha Mapinduzi (CCM), il partito che guida il Paese dal 1977 — affrontata da una serie di avversari minori, dal momento che gli sfidanti principali (Tundu Lissu e Luhaga Mpina) erano stati esclusi dalla corsa elettorale. In diverse città, inclusa la capitale Dodoma, gruppi di manifestanti hanno protestato contro la presidente, denunciando brogli e repressione. Cortei, autobus incendiati, seggi assaltati: la mobilitazione guidata dai giovani è stata soffocata dalle forze di sicurezza. Alla protesta si è unita anche la comunità Maasai (non nuova alle manifestazioni antigovernative), schieratasi contro i piani del governo consistenti nella svendita delle loro terre ancestrali a investitori privati.
Una prima stima dell’ONU parlava di almeno una decina di vittime, ma il passare delle ore e il moltiplicarsi delle fonti — nonostante il blocco di internet e il coprifuoco imposti dal governo — lascia presagire un bilancio più sanguinoso, di centinaia di morti. «Le autorità hanno la responsabilità costituzionale di rispettare i diritti umani di tutti, prima, durante e dopo le elezioni», ha dichiarato Tigere Chagutah, direttore regionale di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale. Chagutah ha poi esortato la Tanzania a «condurre un’indagine approfondita e indipendente sull’uso illegale della forza contro i manifestanti». Gli ha fatto ecco il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, invitando tutte le parti alla calma per evitare una nuova ondata di violenza.





Dire che l’Occidente continua a derubarli di ogni risorsa di valore e che la Demoniocrazia di natura razzista USA, dove comandano i voti comperati ed il popolo è genocidato dai pochi che si sono venduti, mai?