giovedì 30 Ottobre 2025

Il governo italiano si è schierato con Israele per diffamare Francesca Albanese all’ONU

«Il rapporto presentato oggi dalla Relatrice Specialle Albanese è del tutto privo di credibilità e imparzialità. Come Italia, non siamo sorpresi». Sono queste le parole con cui il rappresentante permanente per l’Italia all’ONU, Maurizio Massari, ha iniziato il suo discorso al Palazzo di Vetro di New York, in occasione della presentazione dell’ultimo rapporto della Relatrice Speciale per la Palestina Francesca Albanese. Il rapporto, dal titolo “Il genocidio a Gaza: un crimine collettivo”, denuncia la complicità degli Stati nel genocidio perpetrato da Israele sul popolo palestinese; in prima fila nella lista dei Paesi complici dei crimini israeliani, c’è proprio l’Italia. Massari ha criticato aspramente Albanese facendo eco all’intervento dell’omologo israeliano Danny Danon che ha definito la Relatrice una «strega fallita e malvagia». Le autorità italiane, insomma, confermano la loro linea nei confronti della Relatrice, già oggetto di sanzioni da parte degli Stati Uniti per le quali il governo ha preferito non esprimersi.

L’intervento di Maurizio Massari è arrivato in occasione della presentazione del rapporto di Francesca Albanese presso la sede delle Nazioni Unite di New York. Massari ha criticato Albanese giudicando il suo documento «parziale e poco credibile». Il motivo per cui – secondo Massari – mancherebbe di imparzialità non è dato saperlo, come ha affermato egli stesso: «Di fronte a un documento poco credibile, soprattutto sul piano dell’imparzialità, abbiamo scelto di non commentare la relazione. Non lo faremo nemmeno oggi». Nel suo intervento, Massari ha fatto allusione alle varie teorie sulla Relatrice che circolano online, senza menzionarne nessuna in maniera diretta; Albanese, secondo queste teorie, sarebbe finanziata da Hamas, tesi che non è mai stata supportata da nessuna prova. Il rappresentante italiano, inoltre, ha citato un recente caso di cronaca, in cui la Relatrice Speciale «sembrava addirittura mettere in dubbio la dichiarazione del sindaco locale che chiedeva il rilascio degli ostaggi israeliani».

In questo ultimo passaggio, Massari si riferiva alla cerimonia tenutasi a Reggio Emilia lo scorso 1° ottobre, in cui il sindaco della città ha consegnato alla Relatrice il primo tricolore, massima onorificenza cittadina. Durante il suo discorso, il primo cittadino si è augurato che «la fine del genocidio e la liberazione degli ostaggi siano condizioni necessarie per avviare un processo di pace», scatenando l’indignazione dei presenti. Albanese è intervenuta poco dopo, affermando che non dovrebbero esistere “condizioni necessarie” per avviare il processo di pace, e «perdonando» il sindaco per le sue parole; si è successivamente scusata per i modi con cui ha espresso la propria posizione, reiterando comunque il concetto. Albanese, insomma, non ha messo in discussione il rilascio degli ostaggi israeliani, ma affermato che Israele avrebbe dovuto smettere di massacrare i palestinesi a prescindere dalla questione degli ostaggi e che a rientrare a casa dovrebbero essere tutti gli ostaggi, israeliani e palestinesi.

Il discorso di Massari è seguito a quello di Danon, ben più piccato nei toni: l’ambasciatore israeliano ha accusato Albanese di provare a «maledire» Israele con «falsità e libelli», fallendo in ogni suo tentativo. Ha poi proseguito con l’analogia della stregoneria: «Signora Albanese, Lei è una strega; e questo rapporto è un’altra pagina del suo grimorio. Ha provato a maledire Israele con menzogne e odio, ma il Suo veleno ha fallito: ogni pagina di questo rapporto è una vuota magia; ogni accusa è una stregoneria inefficace, perché Lei è una strega fallita». Danon ha affermato che quelli che egli identifica con tentativi di affossare Israele da parte di Albanese sarebbero tutti finiti per ritorcerlesi contro: «Il 3 luglio ha chiesto sanzioni contro aziende di tutto il mondo, alcune tra le quali grandi imprese statunitensi; sei giorni dopo è stata sanzionata Lei».

Su quest’ultimo punto, Danon non ha tutti i torti: gli Stati – specialmente quelli del cosiddetto “blocco Occidentale” – hanno provato in ogni modo a divincolarsi dalle richieste di Albanese e a evitare di prendere contromisure nei confronti di Israele; la Relatrice, di contro, è stata sanzionata dagli Stati Uniti, che hanno preso una serie di misure che – come ha spiegato ella stessa – stanno avendo pesanti ripercussioni sul suo lavoro come esperta delle Nazioni Unite. In questo, la posizione espressa da Massari non si discosta dalla linea che il governo italiano ha assunto nei confronti della Relatrice: dopo l’emanazione delle sanzioni da parte degli USA, ha infatti sorvolato l’argomento, affermando – come sostiene il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani – che l’Italia non potrebbe fare niente, perché le sanzioni «non sono contro una cittadina italiana in quanto cittadina italiana» e sono unilaterali. Per assurdo, le stesse ragioni per cui Tajani sostiene che l’Italia non può fare nulla contro le sanzioni sono quelle per cui dovrebbe muoversi: le sanzioni ad Albanese violano infatti l’immunità funzionale della giurista garantita dall’incarico che ricopre.

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Dario Lucisano

Laureato con lode in Scienze Filosofiche presso l’Università di Milano, collabora come redattore per L’Indipendente dal 2024.

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