giovedì 30 Ottobre 2025

3I/ATLAS: cometa rara o astronave aliena?

Una cometa molto particolare sta attirando le attenzioni di scienziati, astronomi e curiosi più in generale. Soprannominata 3I/ATLAS e scoperta per la prima volta nel luglio del 2025 è una cometa interstellare, formatasi cioè al di là del nostro sistema solare, che ieri è passata nel punto più vicino alla Terra della sua traiettoria, a una distanza di 1,8 unità astronomiche. Per scienziati ed esperti non si tratta solo di un bello spettacolo, visto che il passaggio “ravvicinato” – parliamo di 167 milioni di miglia, quasi il doppio della distanza dalla terra dal sole – dovrebbe permettere un’osservazione e uno studio approfondito di quella che è considerata la terza cometa interstellare ad oggi scoperta. A differenza dei corpi celesti che orbitano intorno al sole con cicli più o meno regolari, la 3I/ATLAS, con la orbita iperbolica, passerà solo una volta nel nostro sistema solare per non tornare mai più. Ecco perché per scienziati ed osservatori l’occasione è di quelle da non farsi scappare.

Intanto però, la sua grandezza e la sua natura differente dalle comete che solitamente solcano i nostri cieli, stanno dando adito alle interpretazioni più disparate. Diverse testate italiane hanno diffuso la notizia che la NASA avrebbe attivato il protocollo di difesa planetaria, ma non c’è niente di vero. Molto più semplicemente è accaduto che l’International Asteroid Warning Network (IAWN), ente coordinato dalla NASA, ha organizzato una campagna di osservazione, descritta come l’ottava campagna osservativa dell’ente dal 2017. «Sebbene non rappresenti una minaccia, la cometa 3I/ATLAS rappresenta una grande opportunità per la comunità IAWN di effettuare un’esercitazione osservativa, grazie alla sua prolungata osservabilità dalla Terra e al suo elevato interesse per la comunità scientifica», scrivono infatti sul loro sito. E specificano che la campagna inizierà il 27 novembre 2025 per terminare il 27 gennaio 2026, invitando la “comunità osservativa” a partecipare e organizzando un workshop sulle tecniche per misurare correttamente l’astrometria cometaria. «Le comete presentano sfide uniche per misurazioni astrometriche accurate e previsioni orbitali», spiegano sottolineando che: «I corpi cometari sono dotati di caratteristiche morfologiche (chiome e code) che possono sistematicamente distogliere le misurazioni del centroide dal picco di luminosità centrale, il che rappresenta una sfida per la stima delle traiettorie delle comete».

Ma ci sono anche importanti scienziati che la pensano diversamente, arrivando a ipotizzare che non si tratti di una cometa, bensì di un’astronave aliena. Avi Loeb ha pubblicato un paper su arXiv.org, una piattaforma online di preprint, cioè di versioni preliminari o non ancora pubblicate ufficialmente di articoli scientifici creata nel 1991 dalla Cornell University, dal titolo inequivocabile: “L’oggetto interstellare 3I/ATLAS è una tecnologia aliena?”. Nell’articolo lo scienziato arriva a scrivere che «questo oggetto potrebbe essere tecnologico e potenzialmente ostile». La teoria viene presentata nel paper come «un esercizio pedagogico». Mentre in un articolo pubblicato su Medium scrive che lo studio: «Si basa su un’ipotesi notevole ma verificabile, secondo cui 3I/ATLAS è un artefatto tecnologico funzionante, a cui io e i miei due coautori non aderiamo necessariamente. Tuttavia, questa ipotesi merita un’analisi scientifica». Il fatto è che Avi Loeb non è uno scienziato qualsiasi, ma è il direttore dell’Institute for Theory and Computation all’interno dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, nonché il fondatore del progetto Galileo, un’iniziativa scientifica internazionale nata nel 2021 all’Università di Harvard con l’obiettivo di ricercare prove fisiche di tecnologia extraterrestre.

E anche Michiu Kaku, professore di fisica teorica al City College of New York e divulgatore scientifico, sembra propendere per questa ipotesi, come sottolineato in un’intervista rilasciata a Newsmax. «C’è una divisione nella comunità astronomica, con la maggioranza che dice che questo clamore non è giustificato, perché si tratta solo di una roccia che proviene dallo spazio profondo, e attraverserà il nostro sistema solare per la prima volta. Ma c’è anche chi dice che potrebbe trattarsi di un visitatore intelligente proveniente da un altro sistema solare».

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Mario Catania

Giornalista professionista freelance, specializzato in cannabis, ambiente e sostenibilità, alterna la scrittura a lunghe camminate nella natura.

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