mercoledì 29 Ottobre 2025

Le mosse future della Cina, svelate dal nuovo piano quinquennale

La Cina si appresta al consolidamento di una nuova fase economica e le parole d’ordine sono qualità e sicurezza. Giovedì 23 ottobre si è chiusa la quarta sessione plenaria del XX Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, la riunione a porte chiuse durante la quale il comitato ha definito le linee guida del prossimo piano quinquennale. Mentre il mondo europeo, infatti, continua ad annaspare attraverso continue correzioni di marcia cercando di tenere insieme le visioni politiche discordanti, le necessità economiche e quelle ambientali; in Cina si continua a lavorare attraverso una visione di lungo periodo, dove si fanno piani dei risultati che si vogliono raggiungere in cinque anni e dei passi da compiere per raggiungerli. Per il lustro dal 2026 al 2030 le parole d’ordine delle politiche cinesi sono state stabilite: qualità tecnologica, autonomia strategica e consumo interno.

Adesso manca l’approvazione definitiva del documento, che avverrà il prossimo marzo durante il consueto appuntamento delle “due sessioni”, ma la decisione sul futuro della Cina è stata fondamentalmente già presa. La gestione economica del lustro 2021-2025 ha messo in moto la definizione del processo di transizione energetica e digitale e ha portato la Cina a divenire uno dei principali centri di produzione di energia rinnovabile oltre che raggiungere una capillarità digitale senza precedenti. A questo si è aggiunta una stabilizzazione del PIL, che, dopo il calo del tasso di crescita registrato nel 2022 (3,0%) negli anni successivi si è aggirato intorno al 5%. Per questo quinquennio, con il fine di racimolare gli strumenti necessari per il piano di modernizzazione, la cui conclusione è prevista per il 2035, il Comitato riconosce l’importanza di questa fase storica e la necessità di mantenere salda la guida da parte del partito e la centralità del benessere della popolazione.

Intelligenza artificiale, robotica e semiconduttori saranno alcuni dei pilastri della tecnologia cinese, e avranno come obiettivo il raggiungimento di un’autonomia tale da far fronte all’imprevedibilità del contesto economico globale. Con la messa a punto di una filiera che includa tutti i processi produttivi di circuiti, la Cina prova ad escludere ogni necessità di importazione ed evitare minacce doganali che potrebbero inficiare sull’equilibrio tecnologico del paese.

Mentre il mondo occidentale sembra voler abbandonare l’impegno verso una transizione energetica reale, la Cina fa della salvaguardia ambientale uno dei pilastri essenziali del lustro 2026-2030. Con il fine di rafforzare l’economia a “zero emissioni”, il Comitato mette a punto investimenti per la costituzione di un’innovazione tecnologica a matrice verde. Lo sviluppo non può che andare di pari passo con l’attenzione verso la crisi climatica e i risultati già ottenuti nel corso degli ultimi anni confermano l’efficacia di un modello che ha reso la Cina leader nel settore della mobilità elettrica e della produzione di energie rinnovabili.

Nonostante il tasso di crescita economica stabile al 5%, resta da sciogliere il nodo dei consumi interni. In questo caso il Comitato definisce una strategia di investimento nel miglioramento delle condizioni di vita e osserva il bisogno di coordinare la domanda con l’offerta, attraverso la ricerca di equilibrio tra spinta agli investimenti dei privati e consumi. L’obiettivo è quindi quello di investire sul capitale umano, tramite sussidi e misure di welfare, da accostare alle spese finalizzate alla miglioria delle infrastrutture.
Sebbene non sia definito un abbandono della produzione di merce d’esportazione, appare evidente che l’attenzione cinese nel futuro prossimo sia tutta orientata verso l’innovazione tecnologica di alta gamma, con un punto di vista indirizzato all’equilibrio interno. Per quanto l’interesse di apertura verso l’esterno siano un elemento integrante delle relazioni internazionali del paese, il piano quinquennale stilato dal Comitato sembra volersi fondare su un obiettivo prettamente interno.

Tra le linee guida presentate dal Comitato viene affrontato con precisione il tema militare e anche in questo caso la tecnologia assume il ruolo di protagonista assoluta. Proprio attraverso le nuove innovazioni il partito punta a migliorare la propria efficienza militare; mediante i nuovi investimenti in ambito informatico il Comitato ambisce ad una modernizzazione dell’Esercito Popolare di Liberazione e delle forze di difesa, con il fine di aumentare la sicurezza nazionale. Proprio alla vigilia del plenum hanno avuto grande riscontro mediatico le “purghe” messe in atto dal presidente cinese nei confronti di vari ufficiali dell’esercito, ragion per cui la partecipazione alla sessione ha visto una diminuzione della presenza dei membri. Tra le nuove nomine spicca la figura Zhang Shengmin, già segretario della Commissione Centrale per l’Ispezione della Disciplina e generale delle forze missilistiche; la sua elezione mette in evidenza la centralità nella lotta alla corruzione e l’interesse da parte del presidente di tenere sotto controllo il partito in una fase cruciale nell’equilibrio delle forze internazionali.

La quarta sessione plenaria del Comitato Centrale ha messo a punto il programma di misure che caratterizzeranno la Cina nei prossimi cinque anni. Appare evidente che dinanzi alle turbolenze esterne, rappresentate al momento dall’apparente volubilità del presidente degli Stati Uniti, la Cina abbia scelto di definire un piano finalizzato al consolidamento della propria autosufficienza tecnologica. Giovedì 30 ottobre i presidenti delle due principali potenze economiche mondiali si incontreranno a Seoul, se le relazioni tra i due stati al momento navigano in un mare d’incertezza, dal punto di vista interno Xi Jinping sembra avere molto chiara la strategia per il futuro del suo paese.

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Armando Negro

Laureato in Lingue e Letterature straniere, specializzato in didattiche innovative e contesti indipendentisti. Corrispondente da Barcellona, per L’Indipendente si occupa di politica spagnola, lotte sociali e questioni indipendentiste.

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