mercoledì 29 Ottobre 2025

GrokPedia: la Wikipedia “anti-woke” fondata da Elon Musk è tutt’altro che neutrale

Elon Musk ha decretato che l’universo necessita con urgenza di un garante della verità assoluta, libero da pregiudizi e condizionamenti ideologici. Fatalmente, ha ritenuto che tale ruolo spettasse a lui. Da questa premessa nasce GrokPedia, la nuova creatura di xAI — l’azienda di intelligenza artificiale da lui fondata. Si tratta di un’enciclopedia digitale lanciata ieri, martedì 28 ottobre che è mossa dall’ambizione dichiarata di spodestare Wikipedia, offrendo una visione del mondo più “neutrale”. Nella pratica, però, GrokPedia non fa che ricalcare la struttura della sua nemesi, apportando ritocchi minimi sufficienti a simulare una vaga impressione di originalità. Il risultato? Un progetto claudicante che rivendica imparzialità, ma che lascia trasparire una netta inclinazione politica verso i repubblicani.

Sulla carta, l’intuizione di Musk è chiara: sostituire l’ampia comunità di volontari che aggiorna Wikipedia con Grok, il chatbot di xAI. “Wikipedia si affida a redattori volontari i cui pregiudizi – spesso di sinistra – possono distorcere le voci su argomenti controversi”, spiega lo stesso Grok su X. “GrokPedia riduce al minimo la soggettività umana, concentrandosi su fatti verificabili e ragionamenti logici per offrire un riferimento più affidabile. La versione 0.1 supera già Wikipedia in termini di neutralità, con rapidi miglioramenti in vista”.

Musk critica da tempo l’enciclopedia libera, accusandola di essere troppo “woke”. Così, per ristabilire l’equilibrio dell’universo digitale, il magnate ha deciso di intervenire personalmente, affidandosi a quella che dovrebbe essere un’ipotetica oggettività della macchina. Peccato che la realtà suggerisca che il presupposto sia del tutto errato: uno studio della Columbia University evidenzia infatti come i modelli di IA riflettano inevitabilmente i valori culturali delle lingue e delle fonti su cui vengono addestrati. Quasi tutti i modelli sono stati sviluppati rastrellando indiscriminatamente la Rete e, pertanto, concedono ampio spazio alla prospettiva Occidentale, la quale ha avuto maggiori occasioni di dominare il web rispetto a quella di culture altre come quelle africane o asiatiche. In parole povere, un’IA “oggettiva” non esiste e quella di Musk non fa eccezione.

Sorvolando sulle implicazioni imperialiste di chi si arroga il diritto di universalizzare i propri valori culturali e ignorando per un momento il fatto che le intelligenze artificiali soffrano di frequenti “allucinazioni” che generano dal nulla informazioni del tutto infondate, resta un dato ineludibile, ovvero che Grok non può essere politicamente neutrale per una ragione tanto ovvia quanto strutturale: è controllato da Elon Musk. Nato come reazione al cosiddetto “virus mentale woke”, il chatbot si è però rivelato fin da subito allineato alle IA delle grandi aziende concorrenti, adottando una posizione moderata e conforme al politicamente corretto. Proprio per questo, Grok ha commesso il peccato cardinale per eccellenza: contraddire apertamente le convinzioni di Musk e le posizioni del Partito Repubblicano.

La cosa, prevedibilmente, non è piaciuta al suo creatore, il quale ha fatto notare su X che “sfortunatamente, Internet (su cui [Grok] è addestrato) è invaso da sciocchezze woke. Grok migliorerà”. La sedicente oggettività della statistica, insomma, andava corretta. xAI non ha mai offerto troppa trasparenza sulle modifiche apportate al sistema, tuttavia diversi indizi portano a credere che negli anni si siano registrati molteplici rimaneggiamenti, spesso effettuati in maniera maldestra e frettolosa: è accaduto, a esempio, quando Grok ha suggerito che sia Musk che il Presidente USA Donald Trump meritassero la pena di morte; o quando ha promosso senza ritegno la teoria del genocidio bianco in Sudafrica; o ancora quando ha iniziato a riportare testi scritti in prima persona per negare qualsiasi legame tra Musk e il trafficante di minori Jeffrey Epstein. Il punto di rottura è arrivato lo scorso luglio, quando il modello, nel tentativo di compensare il perbenismo iniziale, ha virato bruscamente verso la dottrina nazista, arrivando a presentarsi come “Mechahitler” — un episodio che ha messo a nudo i limiti strutturali del rimaneggiamento ideologico.

Con simili premesse, GrokPedia nasce su una base concettuale estremamente fragile, tuttavia riesce comunque a superarsi fino a raggiungere una dimensione tragicomica: una parte considerevole dei suoi articoli è copiata da Wikipedia — quella stessa enciclopedia che Musk accusa di faziosità. Grok attinge dalle pagine open source della nota enciclopedia online, quindi le riformula quel tanto che basta per imporre loro una narrativa più in linea con le idee Repubblicane.

grokpedia

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Walter Ferri

Giornalista milanese, per L’Indipendente si occupa della stesura di articoli di analisi nel campo della tecnologia, dei diritti informatici, della privacy e dei nuovi media, indagando le implicazioni sociali ed etiche delle nuove tecnologie. È coautore e curatore del libro Sopravvivere nell'era dell'Intelligenza Artificiale.

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