Poche dinastie hanno modellato il panorama economico, politico e sociale mondiale con la stessa forza e discrezione della famiglia Rockefeller. La loro storia non è solo la cronaca di un successo finanziario, ma la parabola di come un’ambizione implacabile, nata dalle umili radici del Rhineland tedesco, abbia dato vita al più grande monopolio industriale della storia e, successivamente, a un’influenza globale che perdura ancora oggi. Tutto ebbe inizio con John Davison Rockefeller Sr e la creazione della Standard Oil Company. Questo gigante, che arrivò a controllare oltre il 90% dell’industria petrolifera statunitense, divenne il simbolo del potere illimitato nell’età d’oro del capitalismo americano, scatenando al contempo un dibattito feroce su etica e monopolio che portò al suo storico smembramento nel 1911. Ma l’eredità dei Rockefeller non si esaurisce con il petrolio. Dopo aver raggiunto la vetta della ricchezza personale, la famiglia ha saputo orchestrare una seconda, più sottile, ascesa al potere attraverso una filantropia sistematica su scala industriale, la politica e la creazione di influenti circoli elitari. Dalla fondazione dell’Università di Chicago alla “Rivoluzione Verde”, dal Rockefeller Center alla Banca Chase Manhattan, fino al ruolo chiave nel Gruppo Bilderberg e nella Commissione Trilaterale, così come nel lancio di figure come Henry Kissinger, i Rockefeller hanno intrecciato la loro fortuna con le trame del potere mondiale.
Radici e ascesa della famiglia Rockefeller

Le radici della famiglia Rockefeller affondano nel Rhineland, in Germania, da cui Johann Peter Rockefeller emigrò in America intorno al 1723, stabilendosi nella regione dell’attuale Stato della Pennsylvania, allora come oggi abitato da una maggioranza di persone di origine tedesca, la cui capitale è Harrisburg. Il patriarca della dinastia miliardaria fu John Davison Rockefeller Sr., nato l’8 luglio 1839, a Richford, New York. Il suo successo economico iniziò nel 1859, quando entrò nel settore petrolifero con la perforazione del primo pozzo in Pennsylvania. Nel 1870, John D. Rockefeller, insieme al fratello William e ad altri soci chiave come Henry M. Flagler, organizzò e incorporò la Standard Oil Company of Ohio con un capitale di 1 milione di dollari. Il nome “Standard” fu scelto per segnalare ai clienti la qualità costante del loro cherosene raffinato, che eliminava le impurità presenti nei prodotti della concorrenza. Rockefeller dominò l’industria attraverso un’estrema efficienza operativa (integrazione verticale) e tattiche di consolidamento aggressive.
Il monopolio di Standard Oil e la sua scorporazione
Standard Oil ridusse drasticamente i costi operativi controllando la propria produzione di barili, il recupero dei sottoprodotti (come la benzina, che molti scartavano) e la produzione di acido solforico. La mossa più controversa fu la negoziazione di sconti segreti sulle tariffe ferroviarie e sui pagamenti sul petrolio spedito dai suoi concorrenti, in cambio di un elevato volume di spedizioni garantite. Questo forniva a Standard Oil un enorme vantaggio sui costi che i concorrenti non potevano eguagliare. Acquistando i concorrenti in bancarotta o costringendoli a vendere, Standard Oil controllava la raffinazione di circa il 90-95% di tutto il petrolio prodotto negli Stati Uniti entro il 1880.

Nel 1882, il controllo fu formalizzato con la creazione dello Standard Oil Trust, il primo grande trust aziendale degli Stati Uniti, che governava circa 40 società sotto un unico consiglio di nove fiduciari. Le pratiche di Standard Oil furono oggetto di intense critiche pubbliche, in particolare con la serie di articoli di inchiesta di Ida Tarbell nel 1902. Nel 1911, la Corte Suprema degli Stati Uniti, nel caso Standard Oil Co. of New Jersey vs. United States, ordinò lo smembramento della società per violazione dello Sherman Antitrust Act (1890). Dallo scioglimento emersero 34 società separate, tra cui i predecessori diretti di attuali giganti come ExxonMobil e Chevron.
Filantropia sistematica e potere politico
John D. Rockefeller Sr., ritiratosi dalla leadership attiva nel 1896 pur restando il maggiore azionista, dedicò la seconda parte della sua vita alla filantropia sistematica. Nel secondo decennio del Novecento divenne il primo miliardario al mondo. Prima della sua morte, nel 1937, Rockefeller Sr. donò in totale 540 milioni di dollari, (cifra non aggiustata per l’inflazione) creando istituzioni che hanno plasmato il mondo moderno. Nel 1890 fondò l’Università di Chicago e nel 1902 il General Education Board, che promosse l’istruzione pubblica nel Sud degli Stati Uniti. Ovviamente, l’istruzione rispecchiava le visioni e i principi capitalistici della famiglia Rockefeller. Nel 1901 Rockefeller Sr. Fondò persino l’Istituto Rockefeller per la Ricerca Medica (oggi Rockefeller University) e fu strumentale nella creazione di scuole di sanità pubblica alla Johns Hopkins University così come ad Harvard. Le sue fondazioni sostennero la ricerca che portò al vaccino per la meningite e la febbre gialla. Sono tantissime le organizzazioni create dalla famiglia Rockefeller in vari settori della vita sociale e politica.
Rockefeller e la “Rivoluzione verde”
La Fondazione Rockefeller, creata nel 1913, è diventata nel tempo un attore globale, promotrice della Rivoluzione Verde e di programmi internazionali per la sanità e lo sviluppo. In alcuni periodi ha distribuito più aiuti esteri dell’intero governo statunitense.
La rivoluzione messicana del 1910 diede avvio ad una stagione di tumulti in varie parti del mondo, tanto nei Paesi ricchi che in quelli poveri. Le rivendicazioni dei rivoluzionari contadini ebbero il loro apice quando venne eletto Presidente Lazaro Cardenas, il quale, oltre alla nazionalizzazione del settore petrolifero, compresa la compagnia statunitense Standard Oil, avviò un’ampia riforma agraria per rispondere alla fame delle masse povere del Paese: metà della terra coltivabile del Messico venne redistribuita ai contadini. La famiglia Rockefeller, proprietaria di Standard Oil, oltre ad aver subito l’oltraggio della nazionalizzazione, era ossessionata da principi e predizioni malthusiani rispetto a popolazione, cibo e ordine sociale.

Così, nel 1941, la Rockefeller Foundation mandò in Messico un giovane botanico di nome Norman Borlaug, futuro premio Nobel per la Pace (1970). La missione di Borlaug era quella di sviluppare specie coltivabili che aumentassero la produttività in modo da diminuire il prezzo del cibo per la popolazione urbana. Fu ciò che diede il via a quella che successivamente sarebbe stata definita come “rivoluzione verde”: applicazione su larga scala di specie vegetali geneticamente modificate (OGM), fertilizzanti, fitofarmaci, pesticidi e nuovi mezzi meccanici. E tante di queste cose andavano a nozze con il settore petrolifero e chimico e con quello delle banche.
Nel tempo, la rivoluzione verde si è espansa in tutto il mondo con l’obiettivo dichiarato della “lotta alla fame”. L’obiettivo non dichiarato era, ed è, quello di mantenere intatto lo status quo, l’ordine socioecologico capitalista. Abbiamo visto gli effetti di questa rivoluzione, specie in Sud America, Africa, Asia così come in India, il cui risultato è stato un aumento vertiginoso dei sucidi di contadini, morti a migliaia negli ultimi quarant’anni.
I successori: arte ma soprattutto banche, politica e circoli elitari

Il figlio, John D. Rockefeller Jr., si dedicò a consolidare l’immagine e l’eredità filantropica della famiglia. Costruì il Rockefeller Center a Manhattan (1940) e altri edifici prestigiosi. Sua moglie, Abby Aldrich Rockefeller, fu una delle fondatrici del Museum of Modern Art (MoMA) nel 1929. I figli di John D. Jr., noti come la “generazione dei fratelli” si divisero tra banche, politica e circoli elitari del gota della finanza e dei leader politici dell’Occidentale. Nelson Rockefeller fu quattro volte governatore di New York e vicepresidente degli Stati Uniti (1974-1977). Winthrop Rockefeller fu governatore dell’Arkansas. David Rockefeller Sr. (morto nel 2017) è stato un influente banchiere, presidente e CEO della Chase Manhattan Bank, che la famiglia ha a lungo controllato trasformandola in un’istituzione finanziaria globale. David Rockefeller Sr. è stato anche figura di spicco nella fondazione del Gruppo Bilderberg e della Commissione Trilaterale.
Gruppo Bilderberg e Commissione Trilaterale

Il Bilderberg Group, fondato nel 1954, è una sorta di “NATO economica” o una specie di consiglio d’amministrazione delle oligarchie mondialiste, che incarna lo spirito più estremo del neoliberismo e della globalizzazione. Il Gruppo, nato su iniziativa di David Rockefeller Sr., è nato con l’intento di riunire i leader europei con quelli statunitensi, con l’obiettivo di promuovere l’atlantismo e la cooperazione su questioni politiche, economiche e di difesa. Nella cerchia iniziale fu inserito il politico polacco Józef Retinger, preoccupato per la crescita dell’antiamericanismo nell’Europa occidentale, così come il principe Bernhard dei Paesi Bassi e l’ex primo ministro belga Paul van Zeeland e all’allora capo di Unilever, Paul Rijkens. Fu coinvolto anche Walter Bedell Smith, allora capo della CIA, che chiese al consigliere di Eisenhower, Charles Douglas Jackson, di occuparsi della cosa. Tra gli ex presidenti a capo del comitato direttivo del gruppo troviamo anche Peter Carington, VI barone Carrington, dal 1990 al 1998, il quale era stato Segretario generale della NATO fino a due anni prima. L’ultimo incontro del Gruppo Bilderberg è stato nel giugno di quest’anno a Stoccolma. Tra i partecipanti c’era anche Mark Rutte, attuale segretario generale della NATO. Tra i temi all’ordine del giorno la guerra in Ucraina, l’intelligenza artificiale, la sicurezza nazionale, l’industria della difesa, i minerali strategici e l’economia statunitense.
David Rockefeller è stato anche ideatore della Commissione Trilaterale, organizzazione fondata nel 1973 per affrontare le sfide poste dalla crescente interdipendenza degli Stati Uniti e dei suoi principali alleati, Europa, Canada e Giappone, al fine di incoraggiare una maggiore cooperazione tra di loro. Insomma, una sorta di Bilderberg allargato a Canada e Giappone. Tra i lavori pubblicati da questa organizzazione è celebre quello del 1975, The Crisis of Democracy, scritto da Michel Crozier, Samuel P. Huntington e Joji Watanuki. Il rapporto aveva osservato che i problemi di governance dei Paesi occidentali derivavano “da un eccesso di democrazia” chiedendo dunque azioni “per ripristinare il prestigio e l’autorità delle istituzioni governative centrali”.
Henry Kissinger: un prodotto della famiglia Rockefeller

Per capire la profondità del potere politico della famiglia Rockefeller, talvolta nascosto, è utile e necessario parlare di un altro personaggio che ha avuto un’influenza e un potere non indifferente per lungo tempo: Henry Kissinger. Quest’ultimo incontrò per la prima volta David Rockefeller nel 1955, mentre era un insegnante ad Harvard. L’anno successivo, David presentò Kissinger ai suoi fratelli, i quali lo misero a capo del progetto di studi speciali del Rockefeller Brothers Fund, una delle fondazioni della famiglia. Nel 1957, per Kissinger si apre la porta del Bilderberg, quando David lo invitò alla conferenza di St. Simons Island, Georgia, USA. Il fratello maggiore di David Rockefeller, Nelson, prese allora Kissinger come suo stretto collaboratore.
Nella sua carriera politica, Nelson Rockefeller è stato assistente segretario di Stato per gli affari della Repubblica americana per i presidenti Franklin D. Roosevelt e Harry S. Truman (1944-1945), e come sottosegretario alla salute, all’istruzione e al benessere (HEW) sotto Dwight D. Eisenhower dal 1953 al 1954. È stato eletto per la prima volta governatore di New York nel 1958 ed è stato rieletto nel 1962, 1966 e 1970. Kissinger ha lavorato alle sue campagne per la nomination presidenziale repubblicana nel 1960, 1964 e 1968. Richard Nixon – due volte avversario di Rockefeller nelle primarie repubblicane – una volta eletto presidente degli Stati Uniti, scelse Kissinger prima come consigliere per la Sicurezza Nazionale (1969-1975) poi come segretario di Stato (1973-1977). Kissinger fu poi confermato da Gerald Ford dopo lo scandalo Watergate che obbligò Nixon a dimettersi nel 1974. Una volta che Ford divenne presidente scelse Nelson Rockefeller come suo vice-presidente.
Kissinger era di nuovo al Bilderberg nel 1964 e poi nel 1971, prima di essere finalmente cooptato dal Gruppo nel 1977, poche settimane dopo aver lasciato l’incarico di Segretario di Stato USA. Da allora non ha quasi mai mancato una riunione. È stato a lungo membro del comitato direttivo prima di essere inserito nel comitato consultivo del gruppo, una sorta di Bilderberg Hall of Fame. Questo organismo (che adesso non esiste più) ha garantito la coerenza e la continuità strategica dell’organizzazione ed era composto da diverse glorie precedenti del Comitato Direttivo, tra cui David Rockefeller, Giovanni Agnelli (allora presidente del gruppo FIAT), Henry J. Heinz II (allora CEO dell’H.J. Heinz Company) e William Bundy (alto funzionario della CIA, ex consigliere presidenziale, sottosegretario di Stato ed editore della rivista Foreign Affairs).
Nel 1982, Henry Kissinger ha fondato la sua società di consulenza a New York, la Kissinger & Associates. Tra le personalità che Kissinger ha cooptato nel corso degli anni come partner di Kissinger Associates ci sono i tre ex presidenti del Gruppo Bilderberg fino ad allora: Barone Carrington (ex Segretario Generale della NATO), Barone Roll de Ipsden e Etienne Davignon: tutti con ruoli apicali nell’azienda di Kissinger. La società, durante la sua attività, ha consigliato aziende come American Express, Anheuser-Busch, Coca-Cola, Daewoo, Midland Bank, H. J. Heinz, ITT Corporation, LM Ericsson, Fiat e Volvo.
Inoltre, attraverso le sue parole, i suoi scritti e le sue azioni, Henry Kissinger ha formato generazioni di diplomatici, politici e strateghi di ogni tipo. Come professore universitario ha influenzato persone come Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum (WEF), il quale ha ammesso più volte di aver consultato regolarmente il suo “amico e mentore” Kissinger, e di essersi a lui ispirato. Kissinger ha partecipato regolarmente al WEF a partire dal 1980 fino all’anno prima della sua morte.
Nel corso della sua lunga vita, Kissinger ha fornito consulenze a diversi organismi del governo federale (National Security Council, Council on Foreign Relations, RAND Corporation, Arms Control and Disarmament Agency, Dipartimento di Stato. Tutto questo lo ha fatto come uomo della famiglia Rockefeller, lanciato da David e Nelson, e a loro rimasto fedele per tutta la vita.
La famiglia Rockefeller oggi
La dinastia Rockefeller, pur non avendo più un singolo membro in cima alle classifiche di ricchezza personale, rimane un nome di influenza duratura.
Nel 1913, la fortuna di Rockefeller ha raggiunto il picco stimato in quasi un miliardo di dollari (circa 29,3 miliardi di dollari in dollari di oggi). Nel 1934, John D. Rockefeller Jr. istituì fondi irrevocabili per i suoi figli e poi fece lo stesso per i suoi nipoti nel 1952. Questi trust hanno permesso il trasferimento di ricchezza in gran parte esentasse attraverso le generazioni. Ora, la fortuna dei Rockefeller ammonta a poco più di 10 miliardi di dollari ed è divisa tra circa 200 membri della famiglia. Parte della ricchezza della famiglia è gestita anche da Rockefeller Capital Management
Poi ci sono le fondazioni. Molte di queste sono ancora oggi forti. Ad esempio, la Fondazione Rockefeller, il Fondo Rockefeller Brothers e il fondo David Rockefeller hanno una dotazione combinata di oltre 5 miliardi di dollari. Oltre al capitale economico, che rimane comunque di tutto rispetto, dobbiamo considerare il capitale sociale e politico accumulato dalla famiglia Rockefeller in un secolo e mezzo di storia al vertice delle trame statunitensi e mondiali.
La storia dei Rockefeller è la quintessenza della trasformazione del potere nel capitalismo moderno. Nata dal monopolio spietato della Standard Oil, la dinastia ha saputo convertire la ricchezza in influenza strutturale. La loro filantropia sistematica non è stata un semplice atto di beneficenza, ma un meccanismo per plasmare l’istruzione, la scienza e, soprattutto, l’ordine sociale. L’esempio della “Rivoluzione Verde” ne è la prova più critica: un intervento presentato come lotta alla fame che, in realtà, ha consolidato il potere dei settori petrolifero e finanziario, con gravi conseguenze socio-ecologiche. Infine, attraverso la creazione di circoli elitari come Bilderberg e la Commissione Trilaterale (e il lancio di Henry Kissinger), la famiglia ha esercitato un’autorità discreta ma profonda sulla geopolitica occidentale. Il potere dei Rockefeller non risiede più in un singolo patrimonio, ma nel loro capitale sociale e politico.





