martedì 21 Ottobre 2025

Il posto delle fragole e la scure del TAV

La voce del fiume e del vento, un  lento cadere di foglie, il rosso, l’oro, le tinte brunite dell’autunno e lo splendore dei prati ancora verdi, disseminati di giallo tarassaco, in questa mattina che sa di primavera. Come ogni giorno, insieme a Gigio, il mio vecchio, amato cane, cammino lungo il sentiero che si dirama in mille varianti tra la fitta vegetazione del bosco fluviale. In questo che per me è diventato “il posto delle fragole”. ho visto, giorno dopo giorno, avvicendarsi le stagioni con i loro doni di fiori, frutti ed erbe. Ho colto la presenza furtiva degli animali della selva, la vita delle tane scavate in alto sopra il fiume, nella sabbia pietrificata. Dal folto dei rami le voci degli uccelli mi hanno raccontato di amori, nidi e addii; piccole, alate creature, merli, passeri, cinciallegre, tornate come sempre a svernare nei pruneti del fondovalle…

Accanto  alla selva, oltre il confine dei boschi, la campagna con i lavori agricoli, l’irrigazione dei prati nella canicola d’agosto, le fienagioni e il profumo del fieno, i voli dei corvi ed ora, dopo l’ultimo taglio dell’erba, le mucche al pascolo, ritornate dagli alpeggi alle stalle di pianura.

Bellezza, tenerezza che consola, e rabbia al pensiero che tutto questo può finire, inghiottito dalla grande, mala, inutile, costosissima opera che si chiama TAV.

Qui, proprio qui, su questa terra amata è previsto il raccordo tra la linea ferroviaria storica e la progettata linea ad Alta velocità Torino – Lyon, con un mastodontico ponte, nuovi fasci di binari, l’ennesima desertificazione, la stessa che ha devastato i castagneti e le foreste della Clarea ed ora scende lungo la Valle con i suoi cantieri di morte.

Oggi ho con me le mappe (reperite a fatica, da privati, perché neppure i Comuni vengono avvertiti dell’inizio ed entità degli interventi) dei futuri sondaggi geognostici, propedeutici all’inizio dei lavori sul territorio di Bussoleno. 

Ho portato anche la bandiera NO TAV , per piantarla sui terreni minacciati.

La bandiera sarà un grido, un segno di ribellione: la rassegnazione non abita questa Valle, perché nella resistenza del movimento NO TAV continuano a vivere la ragione e la forza della lotta partigiana e ridiventano attuali le istanze delle lotte operaie, sociali e ambientali del passato.

Lo sventolio della bandiera col treno crociato mi segue di lontano per un lungo tratto, mentre percorro la via del ritorno. 

Intorno, lo sguardo  si allarga alle case lungo la ferrovia e si alza alle frazioni – Falceagna, Pietrabianca, Lorano, Meisonetta – che costellano i pendii, fino alla cima del Rocciamelone già imbiancato dalla prima neve.  

Le montagne sembrano abbracciare, assorte e protettive, questo lembo di mondo che per noi è casa e vita.

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Nicoletta Dosio

Oltre ad essere da sempre attiva in numerose lotte sociali e politiche sul territorio piemontese, Nicoletta Dosio è uno dei volti storici del Movimento No TAV. Condannata ai domiciliari per aver partecipato a una manifestazione pacifica del Movimento, ma rifiutandosi di sottostarvi e divenire così “carceriera di sé stessa”, Nicoletta è stata imputata di almeno 130 evasioni, che le sono valse la condanna a oltre un anno di carcere presso il penitenziario di Torino.

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