L’Indipendente è diventato socio di Banca Etica, trasferendo presso questo istituto tutti i propri conti. In linea con i princípi del consumo etico che da sempre costituiscono un pilastro tra i valori del nostro giornale, abbiamo deciso di trasformare in azioni concrete i buoni intenti. Sin dal principio della nostra attività ci siamo infatti dedicati a denunciare la complicità di banche e istituti finanziari con il settore bellico e dell’industria fossile. In un contesto simile, l’arma che abbiamo in mano, come cittadini, per opporci a queste politiche è una: decidere come spendere e dove mettere i nostri soldi. D’altronde, il movimento BDS lo ha dimostrato chiaramente: il boicottaggio economico funziona e costringe i potenti a riorientare le proprie scelte. Perchè proprio Banca Etica? Perchè è l’unico ente, nel panorama italiano, a dare garanzie sull’eticità delle proprie scelte.
Nata nel 1999, Banca Etica è una banca popolare cooperativa il cui impegno è stato sin da subito quello di creare un istituto di credito basato unicamente sui princípi della finanza etica: tra questi, trasparenza, partecipazione e attenta valutazione degli impatti non economici delle attività economiche. Per garantire ai propri soci la fedeltà a tali valori, Banca Etica pubblica sul proprio sito l’elenco completo dei finanziamenti concessi a organizzazioni e imprese, oltre a un Report d’Impatto annuale nel quale vengono misurati impatti sociali e ambientali di tutti gli attivi della banca e di tutti i crediti erogati.
Nel 2025, gli istituti finanziari nel mondo hanno destinato quasi mille miliardi di dollari all’industria della difesa. Soldi appartenenti alla società civile, in buona parte contraria alla retorica bellicista e guerrafondaia dei governi odierni. E tuttavia, grazie a politiche favorevoli e normative opache, le banche possono decidere di investire nei settori più remunerativi – come quello della guerra, o dei combustibili fossili – senza dover rendere conto ai propri clienti. Le banche italiane non sono esenti da questo schema: come una nostra inchiesta vi ha mostrato, istituti quali Intesa San Paolo o Unicredit traggono profitti miliardari da questi settori. Poco importa se questi enormi flussi di denaro scorrano grazie al sangue versato dai palestinesi, dai curdi o di qualsiasi altra popolazione nel mondo sia vittima della violenza armata.
In questo contesto, Banca Etica fa una scelta diversa: l’industria degli armamenti rientra tra i settori categoricamente esclusi da finanziamenti e investimenti, così come quella delle fonti fossili, preferendo piuttosto investire in progetti che supportino non solo l’energia rinnovabile, ma anche il risparmio energetico, la protezione della biodiversità e il contenimento dei rifiuti. Nel 2009, insieme ad altre banche etiche europee, l’istituto fonda la Global Alliance for Banking Values (GABV), rete indipendente di istituti nel mondo impegnati a seguire i principi della finanza etica, che nel 2024 (su proposta proprio di Banca Etica) ha sottoscritto il Manifesto per una finanza di pace, schierandosi a lato di tutte le persone che lavorano per la pace e a sostegno dei popoli vittime di conflitti armati.
La banca è poi impegnata a escludere qualsiasi tipo di finanziamento diretto a tutte quelle attività che violano i diritti umani e dei lavoratori, che emarginano le minoranze o discriminano intere categorie, agli allevamenti intensivi e agli esperimenti su soggetti non tutelati o animali, alla mercificazione del sesso e al gioco d’azzardo. Tutti settori sui quali anche L’Indipendente, con inchieste, interviste e articoli, punta a tenere alta l’attenzione.
Come già avvenuto con la nostra guida Boicottare Israele, il nostro intento è quello di essere un giornale che, oltre a denunciare le malefatte di governi e potenti, agisce concretamente per muovere il mondo verso una direzione diversa. Dimostrando così ai nostri lettori che, nonostante le difficoltà che questo può comportare, si può essere coerenti con quello che si racconta.